Chi è in prima base

Nella rete


Insonne ti scrivo. Sei molto delicata sai? Effettivamente i tuoi complimenti mi hanno spiazzato. Tu hai espresso un apprezzamento disinteressato (di cui ti ringrazio) ed io sono caduto vittima dell'ansia da prestazione, quell'ansia che mi fa soppesare ogni parola, che mi fa curare la forma e la grammatica, tutto per mantenere alto il livello che mi ha reso interessante ai tuoi occhi.Francamente, non ne ho voglia.Tu non mi hai chiesto niente, lo so, ma tremo all'idea di essere in qualche modo sotto esame.I post che hai letto sul blog (altri li celo altrimenti quelli di chatta chiamerebbero pronti pronti la postale) risalgono ad un annetto fa, scrivevo spinto da una smania viva, in sfregio di orrori concreti.Ora sono un'altra persona, decisamente.Ma non è questo il motivo a monte della mia ritrosia.La vedi la data della mia iscrizione a chatta? sono iscritto da una decina di giorni, e mi sono già rotto le palle, sicuro che la mia permanenza mi inchioderebbe all'indigesto teatrino del "conoscersi a pezzi".Hai presente no? prima ci si scrive, poi si chatta, poi ci si scambiano le foto. Poi ci si parla al telefono e se l'assortimento di tranci di carne raccolto con tanta meticolosità soddisfa il palato ci si trova, ormai esausti e rincoglioniti, seduti a un tavolino di un bar sperando che quella persona tanto seducente a parole non si riveli un patetico stronzo.O un patetico stronzo noioso, la morte..Ed io sono qui che salto da una scarpa all'altra perchè la mia umanità reclama altra umanità, di quelle da toccare, da annusare, ma non voglio prestarmi di nuovo a questa carneficina.Parlare con te è piacevole, rimango un po' interdetto dalla tua misura, incuriosito da questa tua compostezza sfacciata. Forse le mie speculazioni sono viziate dalla mia tara mentale per la quale anche la più sboccata delle galeotte mi appare come una scolaretta spaventata.In chat non cerco più di quanto non cerchi anche fuori. Però è vero, cerco.Le emozioni mi sovrastano, sono un fanatico delle emozioni, e la consapevolezza di stare provando qualcosa che è al di fuori della mia comprensione mi porta, per ripicca, a sezionare nevroticamente ogni singolo passaggio, vorrei avere chiara la sequenza logica, vorrei decifrare la concatenazione di pensieri che portano a quel tale risultato.Compito arduo, lo so da me, lo faccio più che altro per esorcizzare l'insondabile, col risultato che mi rompo le palle, mi fotto il cervello e rimango con le mie paure.Paradossalmente spesso trovo la mia pace invitando al mio volere mezzi meccanici, li' ho il controllo, e la sensazione di controllo e la ricerca di esso acquieta anche gli spasmi più dolorosi.Governare, per esempio, un aeroplano, è una piccola panacea, soggiacere alle leggi di Newton, cosi' imperturbabili e accoglienti, e interagire con esse è il mio personale viatico per una temporanea pace dei sensi.Ma non dura. Mai.