opinioni e poesie

liberi di pensare


Non si possono chiamare religioni bensì filosofie di vita che è come dire la stessa cosa ma senza un essere supremo che ci governa.Praticamente democrazia anziché monarchia.Parlo del Buddismo e del Confucianesimo.Il primo pone il pensiero umano alla sommità dell’Universo, essenzializzando il proprio Io, prendendo come base la liberazione da ogni pensiero esterno imposto,  e la costruzione del Proprio pensiero mettendo in discussione ogni luogo comune creato dal convivere con altri.Il secondo considera la vita degna di essere vissuta se regolata da rapporti interpersonali che seguono regole definite.Il confucianesimo pone come base della sua filosofia l’accettazione di un primato da onorare nei riguardi di chi è più acculturato o di chi ci ha generato.Rapporto Padre Figlio, Marito Moglie, Anziano e Giovane,  Suddito e Principe, Saggio e Nonsciente.Tra Suddito e principe si accetta la regola che il Suddito può denunciare il Principe se governa in modo non adeguato o male, ciò è democraticamente giusto, e comunque pone i problemi del singolo al di sopra degli intrallazzi del potere.Il Buddismo cerca nella mente della persone quel pensiero unico nell’esaltazione del proprio Io, eliminando da se ogni coinvolgimento pubblicitario di pensieri altrui, direi”pensando con la propria testa”.Potrei elencare molte filosofie di vita minoritarie nel mondo, che comunque si avvalgono di “culti o superstizioni” più che di vere e proprie filosofie di vita.Ma tutto ciò dura in civiltà vecchie di millenni e che non capiscono il nostro deismo unico dove l’accettazione di fenomenologie inspiegabili devono essere accettate senza riserve pena la dannazione eterna o il castigo in questa terra.L’animismo che dà al mondo vegetale ed animale ed atmosferico diritto  di esistere è vecchio quanto l’uomo ed è forse , a mio parere, la filosofia che dovrebbe renderci tutti figli di uno stesso mondo fatto di diversità da salvaguardare, di futuro da consegnare ai nostri figli integro, abbandonando la voglia di consumare  le ricchezze che ci siamo trovate davanti e che divoriamo in modo spasmodico ed indifferente.  “era una voce nel deserto e nessuno la udì ma si capì  dopo, e troppo tardi, che essa era reale e premonitrice”.