opinioni e poesie

finalmente libero


Oggi mi sono reso conto che accanto alle opere teatrali di Ibsen ho un libro intitolato “le attività del trapper”, libro giovanile, di assoluta impronta avventuristica, dove si comincia ad imparare che da cose elementari, quali pietre e terra e rami e tronchi,si può sopravvivere ad ogni evenienza.Con un qualcosa di tagliente,  secondo il libro, si può costruire l’essenziale per la vita di tutti i giorni.Utopia? Forse! Ma rispolverando il mio credo giovanile, che partiva dall’isola perduta di Robinsons Crosue, quel tipo di avventura che si fidava solo delle proprie forze e della propria inventiva mi ha sempre affascinato. Non avere bisogno di nulla all’infuori delle proprie conoscenze della natura, confidando negli eventi naturali per utilizzare acqua e vento e sole per arrivare ad un certo modo di vivere che escluda ogni cosa superflua, compreso “chi ti condiziona il modo di pensare, chi ti obbliga a pensare come lui, chi ti da consigli che utilizzati saranno sbagli suoi e non tuoi, chi ti pone delle mete alle quali tu crederai ma che non saranno le tue, chi ti dona frasi fatte che ripetute diventano vere pur essendo false…”. Svegliarsi ogni mattina chiedendosi perché vivi e rispondendoti che non lo sai ma ti piace quello che stai facendo  per così com’è, che non è di nessun’altro se non tuo. Beata isola felice! Non credo che a molti piacerebbe ciò che sto dicendo, soprattutto alle donne, che hanno bisogno ( ma forse mi sbaglio) di un appoggio morale o fisico di qualcuno.In fondo è la differenza tra i sessi, un diverso modo di concepire la vita e ciò che si desidera. Non rifiuto la società, ma avendo subito discriminazioni riguardo a ciò che penso sia da un sesso sia dall’altro mi sono fatto da parte, annullato, invisibile. Grazie al Blog posso dire ciò che ho dentro (tanto solo qualcuno mi legge ed io sono invisibile).