opinioni e poesie

una bottiglia di plastica


Ho mangiato a sazietà e la sonnolenza mi arriva pian piano. Mi rifugio sulla poltrona ma ho freddo e mi ricopro con una copertina di “pile”.Il pensiero vola all’intreccio di fili ricavati da qualche bottiglia di plastica che hanno dato vita alla mia copertina. E mi immagino chiuso in una bottiglia vuota circondato da materiale inventato dall’uomo nella sua corsa alla trasformazione. Annaspo per uscire, recalcitro per rabbia, cerco di salire verso il tappo ma scivolo sul fondo. E’ solo un dormiveglia che mi suggestiona, ma colgo il senso di ciò che sto provando. L’esiguità del tempo a mia disposizione per adattarmi alle trasformazioni operate dall’uomo negli ultimi decenni. Penso ai figli, ai nipoti che nascono con tutto questo già ben inserito nei loro ricordi, per loro evidente, lapalissiano,inconcepibile l’ignoranza. Penso a quando ero giovane e facevo altrettanto con i miei genitori contestando loro la non accettazione di nuovi modi di pensare, dell’uso di nuovi strumenti, quali la macchina per esempio! Quali la libertà di costumi del 68! Quali l’emancipazione per il libero arbitrio! In fondo nulla è cambiato tra generazioni, solo i mezzi utilizzati o i motivi del contendere.Mi tiro la copertina fin sopra le orecchie ed ascolto il mio respiro, ritmico, cadenzato, e penso quante volte è stato emesso nella mia vita, quanta aria ha inspirato, quanta anidride carbonica ha emesso e mi sento parte integrante di questo mondo che sto distruggendo, anche se in piccolissima parte, con il mio respiro.  Serenità!