opinioni e poesie

Amare la natura


Quanta insensibilità di fronte a ciò che ci circonda e del quale noi facciamo parte! Chi si accorge più di una foglia che cade dall’albero? Chi osserva ancora una formica che raccoglie una briciola di pane? Chi rispetta un albero vetusto lasciandolo vivere? Chi capisce la fatica che fa una zolla di terra per creare i microrganismi che la abitano in milioni? Chi considera ancora necessaria la conoscenza di ogni cosa che ci circonda senza pensare al risultato economico che deriverebbe dalla sua distruzione? Siamo una massa di ignoranti in materia che pullulano la terra distruggendola con mille mezzi, che dedichiamo le giornate alla conoscenza di ciò che noi facciamo senza uscire fuori dal nostro egocentrismo.
Che ne sappiamo noi di cosa calpestiamo, oltre l’asfalto, in una strada fuori città?! Quanto deve difendersi il vegetale o l’insetto, per non morire? Milioni di semi, miliardi di semi che cadono dagli alberi per far sopravvivere la specie e noi neanche lo sappiamo.Migliaia di uova fecondate che gli insetti depositano in ogni luogo, e noi se le scopriamo le distruggiamo! La natura per noi è nemica , da distruggere, da sottomettere, da rendere schiava delle nostre abitudini e dei nostri desideri. Miliardi di litri di detersivi, di prodotti per l’igiene gettati sulla terra, nelle acque, per liberarci dai nostri nemici, gli acari, i ragni, la nottole, gli scarafaggi. Una lotta senza quartiere che ci dà la possibilità di abitare in un ambiente sterilizzato, dove ogni forma di vita è stata distrutta, dove ogni privilegio di ciò che ci circonda è annientato. Gli alberi vicino a casa attirano i fulmini…abbattiamoli! L’erba al mattino è bagnata e ci rovina le scarpe…cementifichiamo! Le foglie che cadono poi marciscono….bruciamole! ……………………. Vedevo in un giardino pubblico in città un andirivieni costante di persone che parevano riempire gli spazi e consideravo quanti ciuffi d’erba erano stati calpestati, quante formiche stavano facendo i loro giri schiacciate sotto i piedi della gente, quante cavallette, quanti ragni, quanti microrganismi pullulavano in questo piccolo spazio di terra destinato alle persone per liberarsi dal grigiore del cemento. Ed è qui che si trovavano per respirare quel pò di ossigeno liberato dalle poche piante martoriate da mani vandale, per godere ancora del verde sorgente dell’erba, e mi domandavo come poteva l’umanità non sapere più dove esiste, perché ha dimenticato che al di fuori di se stessa esiste un brulichio di vite che sta man mano distruggendo. Mi convinco sempre più che noi manchiamo di predatori e per questo ci arroghiamo il diritto di poter disporre di tutto ciò che ci circonda come meglio ci aggrada, ma così facendo distruggeremo anche noi stessi perché è da ciò che ci circonda che traiamo la vita. Serenità!