Creato da besson.maria il 23/07/2008
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« Carnefici e vittimeIl grande equivoco »

Il dramma è non seguire le regole

Post n°18 pubblicato il 24 Luglio 2008 da besson.maria

L'opinione di Gigi Buffon

 

 

Dopo le polemiche sullo spot televisivo "a rischio infortuni" Gigi Buffon esprime il suo vero pensiero a SocialNews: “non è accettabile perdere la vita all’improvviso, proprio mentre si sta dando il meglio di sé. Non è accettabile che ad un essere umano, nel procinto di svolgere le sue mansioni, non sia concessa la possibilità di tornare a casa dai suoi cari”

 

Le cosiddette “morti bianche” riempiono con prepotenza le pagine di cronaca e fanno davvero male a tutti. Le notizie che arrivano dai telegiornali sconvolgono gli animi, suscitano sdegno e rabbia talvolta difficili da contenere. Tante le polemiche, tante le accuse, tanti i “ci dispiace” ed i “non accadrà più”. Promesse, parole che a poco servono quando una vita viene spezzata. Non servono a restituirla, né tantomeno a lenire il dolore di chi resta. Come è noto a tutti oggigiorno gli infortuni mortali sul lavoro non rappresentano più l’eccezione. Magari fosse così! Gli incidenti sono diventati un dato di fatto, appartengono alla realtà dei nostri giorni e sembra sempre più difficile riuscire ad impedire che certe disgrazie, forse evitabili, continuino a verificarsi a cadenza quasi regolare. Proprio la sensazione di non riuscire a trovare il modo per impedire che drammi simili a quello della ThyssenKrupp possano ancora accadere rende il tutto ancora più drammatico. Si lavora per vivere in maniera più agiata, per crearsi un futuro o per assicurarlo ai propri figli e, pertanto, non è accettabile perdere la vita così, all’improvviso, proprio mentre si sta dando il meglio di sé. Non è accettabile che ad un essere umano, nel procinto di svolgere le sue mansioni, non sia concessa la possibilità di tornare a casa dai suoi cari. Con il tempo, la cultura, le istituzioni, le esperienze dovrebbero rendere l’ambiente lavorativo sempre più sicuro come sempre migliori dovrebbero essere le cure mediche, l’istruzione, il rispetto dei diritti umani, la giustizia, ecc. L’anno appena passato invece è stato segnato da un numero elevatissimo di incidenti dall’esito drammatico soprattutto nell’ambito lavorativo. Da quanto apprendo dai media mi pare di capire che il problema non sia tanto legato alle norme quanto piuttosto alla mancanza della loro applicazione. Purtroppo il non rispetto delle regole è una consuetudine negativa che in Italia sembra diventata una prassi: abbiamo le leggi, tante e corrette, ma non sempre riusciamo a farle applicare. Forse se si riuscisse a far capire che questo è uno dei veri problemi italiani e si tentasse di risolverlo magari cercando di sensibilizzare in questo senso la popolazione, le istituzioni, le imprese, le associazioni, le cose potrebbero cambiare. Per quanto riguarda il mondo del calcio sono in molti a credere che il nostro, tutto sommato, sia un lavoro “protetto”, privo di insidie. Questo stereotipo è probabilmente originato dal fatto che al termine “calcio” si è soliti accumunare la parola “gioco” ed il gioco, lo si sa, diverte e non uccide. In realtà le cose non stanno proprio così perché anche nel mio lavoro c’è un livello elevato di rischio (anche se non credo lo si possa paragonare a quello di un operaio). Si tratta di uno sport dove è previsto il contatto fisico e questo talvolta può provocare traumi di varia entità. Personalmente mi auguro di aver regalato a tutti gli sportivi della Juventus e della Nazionale qualche soddisfazione. A tutte le famiglie che mi hanno seguito e continuano a farlo con affetto, ma in particolare a tutte le famiglie che malauguratamente si sono trovate o si trovano ad affrontare un lutto a causa di un incidente sul lavoro, non posso che mandare un messaggio di affetto e solidarietà. Vi sono vicino…

 

da www.socialnews.it

Gianluigi Buffon

portiere della juventus e della nazionale campione del mondo

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