Creato da iscariota.giuda il 22/05/2010
una piroetta

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lo sa lo sa
Inviato da: marochepalle
il 18/09/2010 alle 15:34
 
bisognerebbe inventarmi ?? :)) e dai su un po di pubblicità...
Inviato da: iscariota.giuda
il 18/09/2010 alle 15:00
 
cosa sarebbe il mondo senza di te giuda !! :))
Inviato da: nowo.manland
il 18/09/2010 alle 14:35
 
bhe "certo" :)))
Inviato da: handicapemental
il 18/07/2010 alle 18:10
 
è una possibilità; l'altra possibilità sarebbe stata...
Inviato da: marochepalle
il 21/06/2010 alle 11:15
 
 

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(1 2 & 3) 2

Post n°9 pubblicato il 19 Novembre 2011 da iscariota.giuda

 
 
 

1 2 & 3

Post n°8 pubblicato il 16 Novembre 2011 da iscariota.giuda

 
 
 

In paradiso

Post n°7 pubblicato il 19 Marzo 2011 da iscariota.giuda

Un giorno SilvioBerlusconi muore per un improvviso attacco cardiaco e finisce difilato all'inferno, dove Belzebù lo sta aspettando. "Non socosa fare. Sei nel mio elenco ma non ho più posto per te. D'altrocanto devi obbligatoriamente stare qui". Dopo averci pensato su,il Diavolo prosegue: "Sai cosa faccio? Ho due o tre persone chenon sono state tanto cattive quanto te. Ne lascerò andare una e tune prenderai il posto. Anzi, ti lascio addirittura scegliere qualeliberare". A Silvio la proposta sembra accettabile e così ilDiavolo apre la prima porta. Lì dentro, in una grande piscina, nuotaCraxi che si immerge ripetutamente tentando di portare in superficieun immenso e sfavillante tesoro, riemergendo però sempredesolatamente a mani vuote. E si immerge e riemerge, e ancora eancora. Questo è il suo destino, all'inferno. Il Cavaliere: "No,non ci siamo, non sono un gran nuotatore e poi a mani vuote non possorestare, non potrei fare questo per l'eternità". Il Diavolo loconduce nella stanza successiva dove trovano Francesco Cossiga, checon un enorme piccone deve frantumare giganteschi massi di pietradurissima; e poi altri ed altri ancora. "No, sai che ho unproblema alla spalla, mi farebbe male picconare in continuazione perl'eternità". Il Diavolo apre la terza porta. All'interno, l'expresidente degli U.S.A. Bill Clinton, sdraiato sul pavimento, con lebraccia dietro la nuca e le gambe larghe; china su di lui c'è MonicaLewinsky intenta nell'ormai famosa attività. Berlusconi osservaincredulo e dopo un po' dice: "Si', si può fare, vada perquesto". E il Diavolo: "OK. Monica, puoi andare".

 
 
 

dal dottore

Post n°6 pubblicato il 20 Febbraio 2011 da iscariota.giuda

Un tizio va dal dottore poiché ha il verme solitario. E questi: "Non si preoccupi, io so come curarla. Per tre mesi lei deve ingerire a pranzo e cena un ovetto e una mozzarella, poi torni qui. Il tipo sgargiante di gioia ringrazia e torna a casa. Passano i tre mesi e torna stravolto per la dieta quasi suicida. Il dottore lo guarda attentamente per due minuti poi dice: "Ora mangi questo ovetto, si spogli e si stenda sul lettino a pancia in giù". Questo esegue gli ordini diligentemente. Dopo 10 minuti il verme solitario gli esce dal sedere dicendo: "E la mozzarella?".

 
 
 

Il fotografo di Luther King era un infiltrato dell'Fbi

Post n°5 pubblicato il 15 Settembre 2010 da iscariota.giuda

NEW  YORK - Per generazioni di neri era una figura eroica: il "loro" fotografo, quello che aveva immortalato le battaglie per i diritti civili stando sempre dalla parte giusta, al fianco di Martin Luther King. Tre anni dopo la sua morte emerge un'altra verità sulla sua vita: il grande Ernest Withers era una spia al soldo dell'Fbi. Ammesso tra i più intimi nella cerchia dei leader afroamericani, li tradiva per raccontare tutto alla polizia. E pensare che la sua famiglia sta per inaugurare un museo in suo nome, dove intende esporre l'opera imponente di Withers, un gigante del foto-reportage, l'autore di tutti gli scatti storici sulle grandi lotte degli anni Cinquanta e Sessanta contro la segregazione razziale. Ad abbattere Wither dal suo piedistallo ci ha pensato il giornale di Memphis  -  la città dove fu assassinato King  -  usando il Freedom of Information Act che sancisce il diritto di accesso agli archivi di Stato.

E' nei dossier dell'Fbi che il giornale locale ha trovato tutta la verità: sotto il codice cifrato M. E. 338-R si nascondeva l'informatore Withers. L'uomo che fu tra i pochi ammessi nella camera 306 del Lorraine Hotel di Memphis, in quel pomeriggio del 4 aprile 1968, quando King si affacciò al balcone e fu centrato dal colpo mortale, era pagato dalla polizia. Il profeta della non-violenza, il pastore che pronunciò il celebre discorso "I have a dream", aveva una fiducia cieca in Withers. C'era bisogno di uno come lui, che documentasse giorno per giorno   la fantastica marcia dei neri americani verso l'emancipazione; ed era importante che fosse nero anche lui, parte del movimento. Meglio ancora se in più era un vero artista dell'immagine, un genio dell'inquadratura, dotato di un formidabile intuito per trovarsi al posto giusto nel momento giusto.

La clamorosa scoperta sul fotografo-spione la dice lunga sull'ossessione di un altro grande personaggio dell'epoca, forse il nemico più temibile di King: il potentissimo capo dell'Fbi Edgar Hoover. Per Hoover spiare il leader nero era un chiodo fisso. Reazionario, cinico, capace di calpestare la legge pur di raggiungere i propri fini, il capo di tutti gli sbirri era convinto che le battaglie per i diritti civili andavano fermate con ogni mezzo. Di King lo preoccupava anche il ruolo di contestatore contro la guerra del Vietnam, in una fase in cui il conflitto andava storto, e una percentuale elevata dei soldati erano neri. Hoover fece di tutto per distruggere King: raccolse prove della sua infedeltà coniugale, tentò di ricattarlo, gli scrisse perfino una lettera anonima per spingerlo al suicidio. La persecuzione fu così sistematica, che diverse "teorie del complotto" hanno ricondotto al capo dell'Fbi lo stesso assassinio di Memphis. Ora la scoperta che l'amico-fotografo era al suo soldo, non può che rilanciare i sospetti più terribili. In quanto a Withers, alcuni dei suoi vecchi amici riescono a reagire con indulgenza. Andrew Young, il leader nero che fu sindaco di Atlanta e ambasciatore all'Onu, ha commentato con rassegnazione: "Perché stupirsi? Eravamo circondati, intercettati, ogni nostro gesto era sotto vigilanza, e lo sapevamo".
FEDERICO RAMPINI

 

 
 
 
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