Lacrime di Luna

Pensieri sparsi...


E’ l’alba, e non dormo, come sempre…Che strano, credevo passati e lontani i tempi in cui giocavo su quest’altalena chiamata “amore”….Ogni giorno in bilico, ogni giorno lacrime anche taciute, mentre si ride in compagnia, dietro occhiali da sole o da vista arrugginita..Non ho più la forza, non ho più il tempo in me per quel vuoto allo stomaco, per quei tuffi al cuore, per la stizza e la gelosia, per il senso d’impotenza ed insicurezza che ogni sentimento porta con se, bagaglio ingombrante…Non ho più niente, neanche la forza di credere…Vorrei che qualcuno mi raccontasse una favola vera, lontana nel tempo e sempre attuale ma solo per alcuni, dove quello che provo non era ancora uno scherzo di natura, ma la più potente tra tutte le magie del creato…Una favola che escluda gli occhi annebbiati, le troppe sigarette, l’autolesionismo, i caffè sparati in gola, le telefonate solo per avvertire un alito di vicinanza… Il sentirlo lontano nell’anima ed il sentirsene respinta con un gesto, un tono di voce, una parola fredda, mentre vaga perso in un mondo dove tu non puoi entrare, solo suo, ma a cui hanno accesso altri che non sono te…Con il timore di perderlo per sempre al battito di altre ciglia e tornare nel buio…Eppure, quando il cuore è gonfio e pesante, perché hai visto troppo per credere nelle illusioni e non dai spazio alla speranza, quella vera, profonda, perché non la vedi anche se, ridicolmente, ne accetti le briciole sparse sul cuscino della quotidianità, la voglia di tornare in quel buio diventa potente, il lasciarti annegare quasi necessario…Quando ti guardi allo specchio, consapevole di non essere quel sogno che lui vorrebbe sognare, ma una donna normale, che ha solo il proprio cuore da offrire e nient’altro…Quando ti accorgi di essere una delle tante, ne più e ne meno di una semplice amica, che per te si usano gli stessi appellativi, gli stessi gesti gentili, la stessa voce e lo stesso calore riservato al resto del mondo…Allora non sei niente, anche se hai concesso l’anima che difendevi a calci e pugni contro il fato…La responsabilità di dire o di aver detto “ti amo” è solo tua, per quanto gravosa…Ed è dura dire basta, perché è dura anche non dirlo, a causa del bisogno che questo “amare” crea…Dea…non è terribile anche formularlo come semplice pensiero teorico?<<HO BISOGNO DI TE, perché ti amo…>>Chi sei, maledetto sentimento, carta di tarocchi nascosta tra Matto e Bagatto?Non chiedo che un po’ di rispetto, considerazione per il male che mi hai fatto, per la ferita che mi hai inferto…Cupido, piccolo demonio!Invece stuzzichi la carne troppo viva, con i ricordi delle altre sbattuti in faccia come schiaffi, magari sotto forma di canzoni, di oggetti, di animali o di sogni…Infierisci sadico nell’umiliare l’urlo del cuore, quando bastoni alle spalle con un sorriso rivolto a quelle che sembrano contare molto più di te e forse è così, mettendolo a tacere perché non se ne ha il diritto, anche se hai condiviso timori e lenzuola, senza remore ne indugio, perché il corpo ha riconosciuto prima dello spirito…Sei così crudele da lasciare che ci si accorga anche del “non bisogno” dell’altro...Ci si sente vuoti, inutili, effimeri… ci si sente nebbia, spuma di mare…Ci si sente già dimenticati…anzi, mai esistiti…Un diversivo senza nome, facile da confondere persino d’aspetto…Non hai occhi di stella, non hai movenze feline, non hai labbra sensuali, non hai mani fatate, non hai sorriso solare…Non puoi restare impressa…Sei una violetta di bosco, un fiore di campo strappato, assaporato sovrappensiero e poi dimenticato tra le pagine di questo libro chiamato “Vita”…Un altro sole è sorto, un altro giorno dove tutto vive, tranne me, racchiusa in una bolla d’attesa, peggiore delle nebbie dove mi ero volontariamente esiliata…La notte è solo dentro, sembra che dorma ma langue in agguato sul cuore, come un gatto nero su un cuscino di piume dove affondare gli artigli se infastidito…Dovrà aspettare per abbracciarmi di nuovo, magari il prossimo spintone inconsapevole dell’oggetto amato e incosciente che urta la piaga da lui procurata…Perché lo so, che asciugando le lacrime, mi alzerò da questo tavolo e nonostante tutto tornerò sull’altalena con il sorriso triste dei bambini che non hanno altro compagno di giochi che la propria fantasia, per consolarsi…