Lacrime di Luna

Un Viaggio...Un sogno...


Luce…ferite di cielo prodotte da  lame di sole...e aprono squarci di reminiscenza ancestrale…Sorrisi di nebbia e corvi imperiali…Nero e grigio soffusi di riflesso, sul cuore e tra le mani…Metà della mia anima volava su di me e dentro l’oscurità dei miei occhi siciliani, meravigliati, sorpresi che l’impossibile divenisse vissuto in quell’istante…Acqua…odore di legno bruciato e alghe lacustri…ed io cantavo muta la mia nostalgia e la mia voglia di restare dove è nata la mia essenza…Vento, freddo e gentile, che lasciava morbidi brividi sul collo, sospiri di gocce aeree, figlie di bruma serotina…Pietre antiche mi regalavano ricordi di storia e segreti di leggenda ad ogni carezza timorosa delle dita brunite e dei piedi scalzi…Luna grande, immensa, lucente…diamante abbagliante su coltre vellutata ed oscura…Madre di ogni madre, attenta seguiva i miei passi, illuminando l’erba mentre abbracciavo la notte e baciavo l’incanto…Musica…note d’arpa stuzzicavano un amplesso di sensi, ubriachi di mare scintillante e storditi da altezze inaccessibili…Violini spumeggianti solleticavano i timpani, ricordando la gioia dei complici, nella condivisione di pane di soda e amarezze quotidiane, che divengono leggere se spartite tra chi può comprendere...Non si è più soli, nel coro di "Slaintè", saluti cortesi e calorosi sorrisi...Profumi di terra e verde appena reciso inondavano i passi e le narici ad ogni sussulto del corpo, unico segno visibile del palpitare interiore, fremente e ansimante d’emozione, mentre fiori e ricordi danzavano nel cerchio del sapere, frutto di pietra e tempo…Sapore di latte, luppolo e mela addolciscono l’arsura della memoria, mentre il mio animo assetato dalla calura a tre punte brama ancora il tocco soave di quei fluidi gustati con desiderio e voluttà…
Fate, Folletti e Leprechaun occhieggiavano sornioni dietro ogni siepe e la notte si dondolavano birbanti sulle bacche di mirtillo rosso degli alberi vicino casa, attendendo che spegnessi i moti dell’anima incredula con la brace dell’ultima sigaretta prima di dormire, lasciandogli spazio in un regno che mai cesserà d’esser loro dimora…Sentirsi a casa in terra straniera…faccia a faccia con la salsedine e il ghiaccio…In un albore violento, che non è più il mio regno…Io, creatura della notte, anche nello sguardo ormai…Occhi da fumetto celavano il marchio del buio, permettendomi di vivere comunque i giorni…Conchiglie e piume e sassi in memoria di lei…Smeraldo, ametista e onice i suoi colori…Morbida, misteriosa, silente, viva, appassionata…Sirena regina su un letto di zaffiro e nuvola…Tiara opulenta, diadema degno della Dea…Tornata a casa, una mano sorella mi fa giungere il segno che aspettavo da lei…“Noi siamo le Fate della Notte…Durante il giorno cadiamo in un profondo sonno, e accarezzate dai raggi del sole ci carichiamo del nostro potere e della nostra forza che servirà poi per dare appoggio agli esseri umani durante le loro preoccupazioni quotidiane. Quando la notte ricopre con la sua oscurità la terra e il cielo, noi ci risvegliamo. La magia si sprigiona con una luce fatta di luna e stelle che esce dalle nostre splendide ali, e dal nostro corpo. Solo nel silenzio della notte possiamo ascoltare il cuore delle persone e durante il loro sonno ascoltiamo i loro desideri, i loro sogni, i loro dubbi e pensieri. Il nostro compito è quello di essere per loro una guida e di aiutarli per avverare i loro sogni…”Slán agat, Cailleach…Tornerò…