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SHERLOCK HOLMES


Il primo pensiero che ho avuto sui titoli di coda è che Robert Downey Jr. è uno dei migliori attori in circolazione, capace di rendere godibile anche una trama zoppicante. Sia chiaro, questo adattamento cinematografico del più grande investigatore fittizio di tutti i tempi creato da Sir Arthur Conan Doyle, è godibile, ironico e con la giusta dose di suspence ma di certo non sarà ricordato come una pietra miliare del cinema. Insomma un film perfetto per il clima natalizio o per chi sta facendo ancora fatica a riprendere la routine dopo i bagordi festivi.Guy Ritchie, regista di questo lungometraggio di 128 minuti, ha avuto vita facile nel confezionare questo blockbuster vista l'imponente mole di materiale disponibile sul personaggio.A farla da padrona, ovviamente, è la straordinaria mente analitica di Sherlock che, a parte la minchiata della scena di combattimento con l'energumeno di turno in cui il protagonista anticipa tutte le mosse dell'avversario manco fosse Nostradamus, è propria dell'originale creatura di Doyle. A Ritchie va comunque il merito di aver proposto una versione molto lontana dal classico stereotipo del gentiluomo inglese intelligentissimo quanto asettico, proponendo al pubblico una versione più umana (diciamo pure incasinata); un genio sregolato (esilaranti gli esperimenti che conduce sul suo bulldog) infallibile nell'individuare e catturare il colpevole ma che stenta nei rapporti sociali (spesso Holmes si estranea dal mondo rinchiudendosi per settimane nel suo polveroso e disordinatissimo appartamento di Baker Street e in più il fido Watson sta per sposarsi). La sua mente eccelsa così si trasforma  in una sorta di arma a doppio taglio.Due parole sui comprimari. Jude Law/Watson non mi ha convinto. Le difficoltà di una prima donna come Law, oscurata dalla bravura di Downey Junior, erano del tutto evidenti. L'unica cosa che rendeva interessante il personaggio era il fatto che avesse il vizio del gioco. Meglio Mark Strong nel ruolo del cattivissimo Lord Blackwood, il cui ritorno dalla morte suscita più di qualche brivido.Un plauso, infine, per l'ambientazione. La Londra bagnata e crepuscolare di fine '800 è una città affascinante e misteriosa, perfetta per abbientarvi un giallo, in cui la propensione verso il progresso e la riscoperta dell'occulto si fondono in una miscela irresistibile. Da vedere. Voto: 7