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Confederations cup: Italia vs Usa 3-1

Post n°5 pubblicato il 16 Giugno 2009 da skyliner999
 
Tag: Calcio

Quella dell'Italia contro gli Usa è stata la vittoria del cuore e dell'orgoglio ma anche dai tanti patemi. Seppur ridotti in 10 a partire dal 33' per l'espulsione di Clark per un fallaccio su Gattuso, gli statunitensi hanno dato agli azzurri non poco filo da torcere soprattutto nel primo tempo, quando si sono presentati per ben due volte da soli davanti a Buffon (per fortuna si sono dimenticati che nel nostro football la palla va calciata in porta...) prima che il povero Chiellini stendesse quel marcantonio del signor Altidore che, visto il modo in cui aveva saltato il nostro difensore, sembrava essersi travestito da Pelé. Quel genietto "stelle e strisce" di Donovan, che fino a quel momento aveva creato non pochi problemi alla nostra retroguardia, si presenta sul dischetto e spiazza Buffon facendo un figurone. 1-0 per gli Usa. E l'Italia? Nei primi 45' è tesa e impacciata (non a caso, Pirlo è la controfigura di sé stesso), soffre troppo la fisicità degli avversari e crea solo due buone occasioni con Legrottaglie (zuccata di poco a lato) e una punizione di Pirlo. Intervallo e depressione. Depressione e intervallo. Finisco una sigaretta intera con un solo tiro. Comincia il secondo tempo e, per fortuna, la musica cambia anche perchè Lippi decide di dare spazio a Rossi e a Montolivo, sostituendo un Camoranesi che, per il modo in cui saltella per il campo, è in versione Tafazzi senza bottiglia e Gattuso, ancora lontano dalla forma migliore. A ridarci lustro è un centrocampo completamente rinnovato e dai piedi buoni con il già citato giocatore della Fiorentina, De Rossi e il redivivo Pirlo ma anche e soprattutto l'ingresso di Rossi, il Pepito nazionale, che con una veronica fa fuori un avversario sulla trequarti e scaglia la palla in rete con un sinistro che ti fa far pace con la vita. E' il tredicisemo del secondo tempo e l'Italia è costantemente nella metà campo avversaria. Passa un quarto d'ora e De Rossi uccella (non vedevo l'ora di usare questa espressione!) Howard con una mozzarella angolata e velenosissima contro cui il portiere degli Usa non può essere d'antitodo. Finita? Macchè. I minuti passano con le sgroppate di Grosso, un paio di goal sbagliati da Toni (entrato al posto di Gilardino) e con Legrottaglie che fa in tempo a farsi graziare dall'arbitro per un fallo da rigore (per fortuna, lui adesso ha un ottimo rapporto con Gesù). Quattro-minuti-quattro di recupero. 48': Pirlo dribla un avversario sull'out sinistro, converge e deposita sul piedino fatato di Rossi l'ammerregano un pallone che il nostro gioiellino spinge dentro con nochalance (speriamo si scriva così). 3-1 e tutti a casa. Dopodomani c'è l'Egitto champagne.

PREGI: il centrocampo tecnico con Pirlo, Montolivo e De Rossi, piace assai così come l'attacco, dove c'è sempre qualcuno che riesce a buttarla dentro. Rossi deve giocare dal primo minuto ma Lippi sa il fatto suo, visto che riesce a leggere la partita come nessun altro tecnico. Brasile e Spagna sono avvisate: ci siamo anche noi.

DIFETTI: strano ma vero, la difesa, nostro storico punto di forza, è ancora da registrare. Contro la Nuova Zelanda abbiamo mostrato gravi lacune sulle palle alte e su quelle inattive mentre con gli Usa sono state le verticalizzazioni degli avversari a metterci in difficoltà (vedi rigore su Altidore). Cannavaro non è eterno.

BRASILE: rimangono i nostri avversari diretti nel girone ma escono ridimensionati dalla vittoria per 4-3 contro un bel Egitto, punito allo scadere per un rigore giusto che, però, puzza di moviola lontano un miglio, visto che, l'arbitro è stato avvisato dal quarto uomo dopo che aveva già assegnato il calcio d'angolo.

SPAGNA: perchè siano i favoriti lo fanno capire in un quarto d'ora distruggendo la Nuova Zelanda. Forte, vincente, bella da vedere e giovane ma contro di noi, negli ultimi 80-90 anni, hanno vinto solo una volta nei tornei che contano. Ai rigori.      

 
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