Quante volte abbiamo sentito Michael Jackson raccontare delle botte e delle violenze psicologiche subite da lui e dai suoi fratelli quando erano solo dei ragazzini. Joe Jackson era senz'altro un uomo rude, spietato ma, allo stesso tempo, una persona con un grande fiuto degli affari per aver saputo scoprire il grande talento dei figli, specialmente di Michael. Certo, forse il grande successo che il Re del pop si è costruito negli anni è in parte dovuto a questo "padre padrone" ma ricordiamo che Michael è diventato una leggenda della pop music da solista, libero dalla "zavorra" familiare.
In questi giorni, ho visto un Joe Jackson per nulla sconvolto e addolorato dalla morte del figlio, anzi, addirittura sorridente (si è parlato di "reazione involontaria" al lutto). Davanti alle telecamere, Joe ha dichiarato addirittura di "averlo sempre protetto", scatenando l'ira funesta dei fan di Jacko.
Mi chiedo se intendesse proteggerlo anche quando cercava di prenderlo a cinghiate se sbagliava un attacco o andava fuori tempo, o mentre lo irrideva malignamente dicendogli che aveva "un naso grosso" e che era brutto, o, ancora, quando una notte si travestì ed entrò in camera sua per terrorizzarlo.
Quando Michael raccontava queste brutte storie, non riuscivo a fare a meno di pensare quanto l'avessero ferito e quanto avessero inciso sulla sua fragile psiche. Se a tutto ciò aggiungiamo l'interesse, spesso morboso, della stampa nei suoi confronti e le accuse di pedofilia (dalle quali è stato assolto), il quadro è completo. Le fobie, le plastiche e le medicine sono conseguenze di un senso di inadeguatezza insradicabile, l'eco di una caduta infinita nel grumo nero della depressione.
Michael Jackson era un uomo adulto quando ha deciso di assumere dei farmaci pericolosi per la sua salute ed ora che è morto, andare a caccia di streghe o di vendette è un esercizio odioso e deprecabile ma chi, direttamente o indirettamente, in passato gli ha fatto del male, dovrebbe quanto meno eclissarsi e farsi un esame di coscienza.
A catalizzare l'attenzione negli ultimi giorni è stato il testamento (dal quale Joe Jackson è stato escluso) e il profilarsi di una possibile battaglia legale per la custodia dei tre figli. Le protagoniste sono la madre di Michael, Katherine, effettivamente indicata come tutrice nelle carte testamentali (insieme a Diana Ross) e Debbie Rowe, la sua ex-moglie.
Una decisione più che discutibile viste l'età delle due donne (79 Katherine, 65 la Ross) e che potrebbe trovare contrario il giudice chiamato a decidere sul caso. Inoltre, è stuchevole l'intimorito silenzio dei numerosi fratelli di Michael Jackson, rimasti pavidamente in disparte in merito a questa vicenda come se la cosa non li riguardasse affatto.
Intanto, è certo che il funerale sarà pubblico e si terrà martedì prossimo allo Staples Center di Los Angeles in diretta mondiale. Il palazzetto dello sport dei Lakers era lo stesso dove Michael Jackson stava facendo le prove per quelli che dovevano essere i suoi ultimi spettacoli. L'Aeg ha fatto sapere di avere oltre 200 ore di registrazioni e di backstage (su internet e in tv sono stati trasmessi alcuni spezzoni) di quelle prove, una sorta di testamento spirituale che Jacko lascia ai suoi fan, gli unici ad averlo amato sempre ed incondizionatamente.