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Comunicare con noi stessi (PNL e sviluppo personale)

Post n°2 pubblicato il 11 Ottobre 2009 da blocscorr1
 

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Immagina di essere un ragazzino di 10 anni che vuole imparare a giocare a calcio. Tuo padre ti iscrive ad una scuola calcio. Il primo giorno scopri di dover fare i conti con un allenatore intransigente, irritante, polemico. Uno di quei coach "vecchio stampo" sempre pronto a criticarti; uno di quelli che, non appena commetti un errore, ti sommerge di improperi e ti mette in ridicolo davanti a tutta la squadra.
Credi che un allenatore del genere sarebbe davvero capace di tirar fuori le tue vere potenzialità? Se hai la propensione innata per il gioco del calcio, credi che le tue potenzialità potranno emergere se il tuo coach continua a chiamarti “imbecille” e “incapace” davanti a tutti?

Prova a pensare a cosa cambierebbe se il tuo allenatore ti prendesse per mano e ti dicesse:
- “capisco che puoi avere delle difficoltà ad imparare questa tecnica, ma io sono convinto che ce la farai”.
Oppure
- “Tutti hanno avuto delle difficoltà e tutti sono riusciti a superarle. E tu non sei diverso dagli altri: devi solo trovare il modo di motivarti a sufficienza e di impegnarti per superare gli ostacoli”.

Se il tuo coach ti incitasse, invece di offenderti, se cercasse di comprendere i tuoi limiti e ti desse consigli su come superarli… beh… evidentemente le tue possibilità di esprimerti al meglio nel gioco del calcio aumenterebbero considerevolmente.

Tutti noi, in ogni istante, abbiamo un coach che ci segue, che ci parla e che ci giudica. Questo coach siamo noi stessi: mentre una parte di noi agisce, c’è un’altra parte di noi che ci giudica e che ci comunica le sue impressioni. Il nostro coach ci parla per mezzo di quella famosa “voce interiore” che tutti noi ben conosciamo. E’ quella voce che ci accompagna ovunque, che ci guida, ci gratifica quando facciamo qualcosa di buono e ci critica quando invece falliamo.

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Purtroppo molti di noi hanno una “voce interiore” che comunica alla stessa stregua di quel coach della scuola calcio di cui abbiamo parlato poc’anzi. Quante volte, magari dopo aver commesso un banalissimo errore o dopo aver mancato di poco un'aspettativa, ti sei rivolto a te stesso dicendoti “sei sempre il solito imbecille”, “non cambierai mai, ti ritrovi a fare sempre le solite figure...”. Quante volte invece di motivarti, invece di prenderti per mano e di rincuorarti, ti sei auto-offeso con parole così pesanti che non saresti in grado di ripetere neanche al tuo peggior nemico?

Per una strana legge naturale, gli essere umani, quanto più amano una persona, tanto più sono in grado di trattarla male e di farla soffrire. Pensaci: ad uno sconosciuto non riusciresti mai a rivolgere calunnie e offese gravissime. Invece saresti in grado di trattar male il tuo partner, di offenderlo e di mortificarlo. Ma comunque non è paragonabile alla capacità che noi stessi abbiamo di auto-mortificarci e ti trattarci come pezze da piedi.

Ecco che se vogliamo raggiungere un obiettivo, se vogliamo cambiare e fare le scelte giuste per il nostro futuro, dobbiamo necessariamente avere un coach che rappresenti per noi un sostegno fidato, non una zavorra. Dobbiamo in sostanza cambiare il modo in cui comunichiamo con noi stessi. Iniziamo a trattarci bene; parliamo a noi stessi nello stesso modo con cui parleremmo al nostro migliore amico quando ci chiede un consiglio. A volte il tono della nostra voce interiore è duro e severo: cambiamolo! Usiamo un tono calmo, tipico di una persona di cui ci fidiamo. Parliamoci più lentamente o comunque con un ritmo che non ci limiti, ma che ci aiuti a trovare gli stimoli giusti. Ogni volta che la nostra voce interiore inizia ad offenderci o si rivolge a noi con tono rabbioso e minaccioso, cerchiamo di "spegnerla" e di sostiuirla con una voce comprensiva, gentile, disponibile, fidata. Ogni volta che ci sorprendiamo a ripeterci frasi assolutiste e ultra-limitanti come “è impossibile che io possa farcela” oppure “so di non esserne capace, è inutile che ci riprovi” e così via... sostituiamo tali affermazioni con frasi motivanti come “so di avere lo spirito giusto per andare avanti e raggiungere l'obiettivo...

Abbiamo il potere di cambiare il modo con cui ci rivolgiamo a noi stessi, sia nella forma sia nel contenuto. E quando impareremo a rivolgerci a noi stessi nel modo migliore, utilizzando le giuste parole e il giusto tono di voce, acquisiremo un potere inaspettato
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Il software installato nel nostro cervello

Post n°1 pubblicato il 25 Luglio 2009 da blocscorr1
 

Anni fa pensavo che tutte le caratteristiche del mio carattere fossero innate. Mi consideravo timido, introverso, riservato; più adatto alla riflessione e alla introspezione che alla vita sociale; poco incline a svolgere attività manuali e più portato per lo studio. Ed ero profondamente convinto di essere fatto così.
Questo mio modo di essere mi faceva soffrire perché lo avvertivo come un limite: sentivo un forte bisogno di confrontarmi con gli altri, di socializzare e di fare tutta una serie di cose che invece io non facevo a causa di limiti e paure che mi bloccavano. E quando mi sforzavo di cambiare, di essere diverso, inevitabilmente mi scontravo con questi limiti e mi ritrovavo a ripetermi frasi com “sono fatto così”, “sono nato timido e introverso e non posso farci niente”, “una pecora non potrà mai diventare un leone” e così via…

Questo genere di condizionamenti sono conseguenza del tipo di educazione che abbiamo ricevuto e del sistema socioculturale nel quale siamo cresciuti.
Certo, se dai primi anni dell’infanzia ti risuona nelle orecchie la voce di un genitore che ripete “Francesco è un ragazzino bravo e studioso e non esce fin quando non ha finito i compiti”, oppure “Fai attenzione alle persone lì fuori, il mondo è pieno di pericoli”, o di una maestra che ti dice “Sei un ragazzino troppo timido...” o ti ritrovi con degli amici di scuola che non perdono occasione per metterti in ridicolo... beh, in un modo o nell’altro tutte queste esperienze ti condizioneranno. Non è nemmeno detto che "sottoposto a questo genere di sollecitazioni" diventerai automaticamente una persona timida e introversa; magari potresti sviluppare aggressività. Di sicuro c’è che quel genere di esperienze avrà un certo effetto nello sviluppo della tua personalità. In altre parole quello che voglio dimostrare è che ciò che siamo oggi non è dovuto ad una serie di informazioni scritte nel nostro DNA. Ciò che siamo è frutto dei condizionamenti, degli insegnamenti e dell’educazione che abbiamo ricevuto negli anni e che noi abbiamo rielaborato con il nostro cervello. Alla formazione di un individuo concorrono tanti fattori: i genitori, gli insegnanti, gli amici, i media. Tante informazioni che vengono immagazzinate e rielaborate dall’individuo.
Se ancora in fasce ti avessero consegnato ad una comunità di Eschimesi, oggi saresti completamente diverso da come sei.

Quindi iniziamo a considerare il nostro carattere, i nostri limiti, le nostre paure, i nostri valori e le nostre virtù non come un qualcosa che è scritto nel nostro patrimonio genetico, ma come un programma installato nel nostro cervello. Un programma che è stato codificato negli anni, a partire dalla nostra infanzia, e che si è radicato in noi.

Pensiamoci come un personal computer: il nostro cervello è l’hardware, la parte fisica che si può toccare. Il modo in cui ci comportiamo, ciò che siamo, è il software installato nel nostro cervello.
Ho buoni motivi per ritenere che la “dotazione” hardware di ognuno di noi è praticamente identica: non c’è alcun motivo di ritenere che geneticamente una persona sia più intelligente di un’altra o che abbia "caratteristiche cerebrali" migliori. La differenza in tutti i casi la fa il software installato nel cervello.

La notizia meravigliosa è che, come succede con i computer, ogni software installato si può disinstallare; e al suo posto possiamo metterne uno migliore, che ci piaccia di più e ci faccia sentire meglio.

Inizia subito a riflettere su questo concetto e a liberarti della convinzione che "sei così perché così sei nato e non puoi farci niente". Ogni aspetto di te che non ti piace, può essere cambiato.

E ti dirò che non è poi così difficile e non ci vuole nemmeno troppo tempo.

Ulteriori informazioni sulla PNL sul blog Personal Power

 
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