PENSIERI IN LIBERTA'

Soldi? No, ma tesserini di plastica sì


C'era bisogno della tessera -che ricorda tanto la "tessera di povertà"- distribuita agli anziani ultrasessantacinquenni con redditi inferiori ad un certo minimo?Certo che ce n'era bisogno: soldi per le società che emettono, confezionano, spediscono la tessera; soldi per le banche che gestiscono le transazioni elettroniche; e poi, via, è così moderno.Certo che non ce n'era bisogno: umiliazione patita dalle persone che, al supermercato, dovranno esibire il rettangolino di plastica, dichiarando pubblicamente il loro stato di indigenza.Proviamo ad immaginarlo: alle persone interessate -generalmente anziane, con redditi da fame e, con tutta probabilità, non avvezze al moderno sistema di pagamento- verrà richiesto di digitare il PIN... e sarà già necessaria una spiegazione di cosa sia il PIN. Lo ricorderanno a memoria? Poco probabile. Leggeranno un bigliettino custodito nella borsetta o nel portafoglio? Può darsi, e lo stesso bigliettino lo potranno comodamente leggere i borseggiatori che troveranno, fra la refurtiva, tessera e biglietto con il PIN... Certo, è ovvio che la colpa ricade solo sull'anziano derubato: lo sanno anche i bambini che non si devono conservare insieme PIN e tesserino...Ma proprio non c'era un'altro sistema per dare un po' di sollievo a quella categoria di persone? Continuiamo ad immaginare di essere in un'altra nazione: magari si potevano aumentare le pensioni minime o magari si poteva modificare la curva dell'IRPEF. Il governo di qualsiasi paese civile ha infiniti mezzi per aggravare o sgravare determinate categorie di cittadini, ed ha amplissimi mezzi di simulazione e di verifica preventiva dei relativi riflessi sulle finanze statali.Ergo: con lo stesso impegno economico, eliminando le spese intermedie, si poteva dare anche maggior sollievo ai cittadini indigenti... ma allora non ci sarebbe stato l'effetto mediatico e sarebbe vuoto il "modernismo" parolaio di cui si riempiono la bocca i rappresentanti del governo. Sono ancora convinti che l'umiliazione non è la loro...