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Per fortuna č un titolo inventato, ma riflettiamo: quelli veri che legiamo ogni giorno sono davvero meno preoccupanti?

 

Perchč no?

Ce l'hanno tutti, o quasi. Un ottimo motivo per farne a meno, direte. Lo dico anch'io.

Ma la curiositā č donna, e io sono... curioso!




Ecco fatto. Non č stato tanto difficile. Ho premuto N volte sul tasto "prova ancora" ma mi ha sempre dato questo risultato. Adesso mi piacerebbe sapere come mai, ma la mia pigrizia mi impedisce di andare a leggere il sito del suo inventore...

In fondo mi č andata bene. Se fosse uscito "culo peloso" non so se l'avrei pubblicato....

 

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Sono cambiati i ragazzi

Post n°24 pubblicato il 15 Ottobre 2009 da pocosenso

Attenzione: l'articolo è del 2007. La riflessione è ancora attualissima.

Lucignolo ha proposto un servizio sui comportamenti non proprio pudici di alcune ragazze ripresi con videofonini e poi pubblicati sul sito scuolazoo.it. Chi va su questo sito Web trova ogni sorta di comportamento sicuramente non normale che può verificarsi ultimamente negli istituti scolastici italiani, dalle provocazioni ai professori, agli atteggiamenti canzonatori anche molto estremi e aggressivi, fino a veri e propri strip-tease o atti di carattere spiccatamente sessuale.

Inutile dire che il sito ultimamente è stato preso d’assalto da voyeur e curiosi di ogni genere. I curatori, dei ragazzi giovanissimi che da casa propria ne mantengono in vita la comunità, lo gestiscono con la goliardia di chi si diverte a commentare le stranezze di ogni sorta che gli arrivano da tutta Italia, non senza il buon gusto, comunque, di non mettere on line cose da loro stessi definite “schifezze”.

C’è da chiedersi non tanto se la scuola è arrivata a un livello di degrado così estremo. Il problema non è la scuola.
La scuola italiana consiste solo in professori e studenti. Venditti direbbe che il professore “ti legge sempre la stessa storia, sullo stesso libro, nello stesso modo, con le stesse parole da quarant’anni di onesta professione” (“Compagno di scuola”, brano del 1975). Con poche varianti non è che oggi sia cambiato granché da quando Venditti scrisse il pezzo. Sono cambiati i ragazzi, però.

Sono cambiati i mezzi di comunicazione: cellulari, videofonini, fotocamere e videocamere tascabili. Ma se ci fossero stati trent’anni fa sarebbero stati usati per riprendere tette e culi in bella vista magari in atteggiamenti chiaramente sessuali? Si può dire di tutto. Ma nel Sessantotto il sesso non era ostentato, era una scoperta, fatta con il gusto della libertà, di una conquista di sostanza, non di apparenza. A nessuno interessava fare vedere. Interessava fare.

Oggi pare che interessi sempre di più il far vedere, che non il fare in sé e per sé. Si fa per raccontare, è il “kiss and tell”, come dicono in Inghilterra. Ma del resto che modello di riferimento si ha? Una televisione in cui l’amore è quello di “Uomini e donne” e della “Sposa perfetta”, la chiesa che impone un modello di famiglia di tipo dogmatico e sempre – purtroppo – più lontano dai cambiamenti dei tempi, tutti i maestri d’opinione che parlano e non dicono altro che parole senza più valore.

Quelli che oggi sono giovani che riferimenti hanno? L’amore a livello animale si porta nel DNA. Quello profondo, fatto di relazioni, di dialogo, di idee, di grandi emozioni e di sentimenti, quello è un fatto culturale. E la cultura, in larga parte, proviene da chi ha in mano le redini dei media più importanti, che creano mode e soprattutto contenuti, modi di essere e modelli di pensiero.

La nostra televisione offre tette, culi e tante, tante parole senza senso. E questo i ragazzi fanno: mostrano tette e culi e dicono cose senza più neanche provare a cercare un senso, perché nessuno è più in grado o è interessato a dargli qualche senso. Loro non hanno colpe. Ci viene solo da citare qualche verso di Fabrizio De André: “Perché domani sarà un giorno lungo e senza parole / perché domani sarà un giorno incerto di nuvole e sole / ma dov'è finito il tuo cuore, ma dov'è finito il tuo cuore”. E per chi vuol capire, non c’è altro da aggiungere.

Commento di una lettrice:

1. TV: veline, letterine, paperine, meteorine, X-ine, troniste, aspiranti al tronista, esemplari da reality. L'esibizione dei corpi è una costante, spesso l'unico ruolo consentito. 2. Tecnologia: videofonini e accessibilità al Web. 3. Scuola non al passo con i tempi, dove vive imperituro il Manzoni (giustamente) ma non si discute (e non si educa) della realtà del nostro tempo, che ha referenti che mutano alla velocità della luce. Cosa desta meraviglia? Cosa non ci aspettavamo? E' cerebralmente fisiologico che un ragazzo o una ragazza possano a un certo punto avvertire noia nella preparazione delle interrogazioni e dei compiti in classe. A casa di solito si riga dritto. Qualche rispostaccia ai genitori, qualche porta sbattuta come segno di ribellione e qualche sogno di libertà trasgressiva non esplicitata nei confronti di mamma e papà, i quali talvolta si prodigano in minacce di castighi esemplari. Tutto ciò in linea di massima è caotica, sana adolescenza. A scuola ci si può permettere di non rigare più dritto. Docenti imbizzarriti perché talvolta le redini del comando sono in mano agli studenti sottoposti, ma anche perché lo svolgimento di una professione mal pagata stressa e demotiva; cattivo esempio di isteria da parte di qualche insegnante che nell'arco di cinque ore dovrebbe lavorare maggiormente sull'aplomb per non diventare uno zimbello facilmente attaccabile; pessimo esempio utilizzare il cellulare in virtù del ruolo di insegnante, che crede di potere tutto in barba a ciò che vieta ai discenti; no comment sui casi di perizomi e di capezzoli visibili attraverso pantaloni/gonne a vita bassa e maglie da parte di qualche insegnante o del personale scolastico. Un paio di dichiarazioni di studenti di un istituto tecnico presso cui ho svolto ore nell'area terziaria: "Quel troione della prof di inglese che mi mette le tette a 10 centimetri dal naso, scollata e chinata sul mio banco, e mi viene a dire Your homework is not goood! Si gira e ha mezzo culo di fuori dai pantaloni. Un giorno me la scopo lì dov'è!"; "Chi se ne fotte di quel pirla del preside! Arriva in classe perché il prof è andato a chiamarlo dato che non riusciva a tenerci e a farci spegnere i cellulari e sta mezz'ora al telefonino perché intanto riceve due chiamate per mettersi d'accordo su una cena. Se noi dovremmo stare a studiare, il preside dovrebbe lavorare. Mia madre, in fabbrica, non può stare a chiacchierare al cellulare!". A parte le espressioni non ortodosse e decisamente reprensibili, concettualmente tutto fila liscio. Ma talora il sistema fa acqua. Addizioniamo quello che in alcune trasmissioni televisive si fa trasparire come esclusivo quanto spiacevole, essenzialmente perché acritico e sovente decontestualizzato, valore aggiunto: essere attraverso il corpo, esserci grazie al corpo, avere il corpo da mostrare. Essere e avere in un solo gesto (Erich Fromm, con il suo Essere o avere, e notare la disgiunzione O, impallidirebbe). Non dimentichiamo (come potremmo del resto?) i calendari che propagano la fama, contestualmente alle grazie, dei personaggi dello show business. Mettiamoci anche iniziative come - e ne cito solo una tra le ultime - quella della mistica Britney Spears che ringrazia i fan in topless perché le loro preghiere (!) l'avrebbero aiutata (il tradizionale ex voto in gran segreto sarebbe stato più credibile). Nè tralasciamo la capacità alla decodificazione filmica che è un lusso pensare di divulgare a bambini e ragazzi. C'mon, guys! Se pensate (ma pensate, prima) che la lap dance, il bacio saffico, il palpeggiamento, il pompino, la scopata a due o orgiastica siano da sperimentare in pubblico, anche in aula o nel bagno della scuola, e anche da riprendere con il videofonino, magari per essere travasati nel Web, fate pure. Vi guarderanno i compagni, i coetanei, i voyeur, i curiosi, i perversi e i perbenisti: in tanti parleranno di voi ed è ciò che volete :) Dimostrate la vostra identità scoprendo seno, sedere e genitali (la carta d'identità è uno strumento superato; in alcuni casi anche la proprietà intellettuale). Una certezza c'è. La vita vi sottoporrà a svariate prove e ciò che di più autentico esiste è energia interiore, pensiero, idee, corse sotto la pioggia con rabbia per ritrovare equlibrio. Provare per credere.
di Paciughina il 31 maggio 2007 alle 7.05.59

 
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