Creato da pino.bullara il 24/04/2011
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Il post di oggi non è una delle tante mie poesie, ma la recensione che ho fatto per un romanzo.
“La leggenda delle pietre del drago”
Presentazione
di Giuseppe Bullara
È con grande piacere che ho accolto l’invito dell’editore Massimo Lombardo a partecipare alla presentazione del libro della figlia Selene.
Sotto certi aspetti si potrebbe dire che Selene è una figlia d’arte; nel senso che avendo frequentato, fin da piccola, la casa editrice paterna, è stata portata ad esaminare e valutare le opere che qui sono state pubblicate; e quindi ad avvicinarsi e ad appassionarsi al mondo della cultura.
Scrivendo “La leggenda delle pietre del drago”, l’autrice sceglie un genere letterario che ben si colloca in quello epico-fantasy, tipico dei romanzi tolkieniani.
Nel libro si narra l’avventura di tre giovani cavalieri alla ricerca delle mitiche pietre del Drago, che avendo un potere illimitato, debbono essere ritrovate e messe in sicurezza, per evitare che cadano in mani malvagie.
In questo intento si sviluppano, sullo sfondo di paesaggi fantastici e surreali, i temi più importanti dell’esistenza umana: storie d’amori e di tradimenti, senso del dovere e del sacrificio; e soprattutto, l’eterna lotta, senza tregua, tra le forze del bene e del male; una realtà destinata a durare oltre la storia stessa.
Inoltre, troviamo nel libro di Selene Lombardo delle novità, che rendono l’opera del tutto originale: il protagonista del romanzo, il cavaliere che trova (meglio, che ruba) la prima pietra e che andrà alla ricerca delle altre, non è un uomo, ma una donna. Nayha, novella Giovanna d’Arco, porta spada e armatura, cavalca, affronta lunghi viaggi, posti ostili, mostri ed esseri malvagi, e pur nella sua fragilità di donna, riesce sempre a superare tutte le difficoltà.
Le sue avventure si intrecciano in una trama avvincente che coinvolge e fa rimanere il lettore col fiato sospeso come in un thriller; e che a tratti prende la forma di una fiaba, con creature affascinanti, tipiche della mitologia celtica.
È un’opera completa, sotto il profilo dei dettagli e di quello descrittivo, con un linguaggio specifico e particolareggiato, e pur tuttavia, lineare e scorrevole.
Le accurate descrizioni dei luoghi, delle fughe spericolate, dei momenti di apprensione e di paura; e di ogni colpo sferrato dai cavalieri, fatte con dovizia di particolari, rendono la finzione narrativa incredibilmente vivida e realistica, dando la sensazione di trovarsi proprio in mezzo alla scena descritta.
La penna di Selene Lombardo è come una telecamera che zuma sulla scena per evidenziare i minimi dettagli: si vedono le carni squarciate, il sangue fuoriuscire; si sentono le urla strazianti dei guerrieri colpiti, le grida fanatiche di sadica soddisfazione dei vincitori e l’angoscia dei perdenti.
Anche la conclusione, che non svelo per non togliervi al lettore il gusto di leggere il libro, ha degli aspetti del tutto originali con fatti inaspettati ed inquietanti, dove sentimenti contrastanti si scontrano, come i cavalieri delle pietre del Drago.
Trovo, anche, che l’opera possa essere apprezzata dal lettore occasionale, che non va alla ricerca di significati reconditi, ma che si lascia guidare dalla storia in sé; storia che offre molteplici chiavi dei lettura: avventura per ragazzi o vero e proprio racconto epico.
Come “Harry Potter” o “il Signore degli anelli”, anche “La leggenda delle pietre del drago” di Selene Lombardo è, a mio avviso, un romanzo crossover, ossia trans-locale e paragenerazionale, quindi apprezzabile in qualunque luogo e a qualsiasi età; un romanzo del nostro tempo, rivolto alle nostre generazioni e che mi auguro possa incontrare il gusto del grande pubblico.
Selene, a te l’augurio che questo possa essere il primo di una lunga serie.
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