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Piu che puoi


 Siamo sempre in paziente attesa di qualcosa, di qualcuno, e intanto ci muoviamo, parliamo, sentiamo, osserviamo,viviamo...amiamo. La nostra densità corporea a volte pare si dilegui, per lasciare posto al pensiero, all’emozione, al sogno, alla poesia. Siamo naturalmente fragili e all’occorrenza forti. Siamo il nostro problema e la nostra gioia. Ci possono aiutare la serenità, a volte rara, e una saggezza bambina. Siamo simili ad una goccia cristallina che trema alla fine di una foglia, e che ci mescola con la sua delicata realtà ed il suo specchio, portandoci alla tattile considerazione che, nella convergenza tra vita e immagine della vita, niente è più reale del pensiero emotivo. Ecco allora che, nella rappresentazione di quanto ci circonda o è passato attraverso le nostre mani, lo spirito si amalgama con la carne e fioriscono  ricordi sapidi, dolcezze dolci-amare, tenerezze... Essere stati, esserci può allora voler dire condurre se stessi nell’impervio, ma anche nel canto-incanto della nostra vita.