Rime d'Inchiostro

60 Anni ... Ricordi ... in rima


Cari ragazzi il tempo è volatoqualcun di noi s’è perso e poi s’è ritrovatoa tutti quanti fu esteso l'invitoma pochi sembra lo han recepito.Noi volevamo assieme brindaree i sessant’anni un po’ esorcizzareun compleanno davvero specialepassarlo assieme non penso sia male.Crudele il tempo che le spalle schiacciae sopra il viso lascia la sua tracciama in fondo al cuore noi siamo gli stessie dentro agli occhi gli stessi riflessi.Coi sogni in tasca iniziammo il camminoma fu propizio per tutti il destino ?non serve a volte avere le pallese la fortuna ti volta le spalle.Lungi da noi il far dei confronticoi nostri amici noi siamo sempre prontie se qualcuno ci chiede una manonoi prontamente gliela porgiamo.Ricordo ancor con molta nostalgiale corse folli lungo quella vianel fieno secco quelle caprioleche facevam felici sotto il sole.Fin quando esausti a casa rientravamoe sgrida e botte poi ci prendevamoci sentivamo in cuore campionima per la gente soltanto lazzaroni.Quando di Maggio in ogni contradatutta la gente la sera si incontravapiccoli gruppi attorno ai capitellicome se fossimo tutti fratellie mentre il giorno fuggiva vianoi intonavamo l’Ave Maria.Qualche bimbetto si defilavaandando a lucciole lungo la stradavolendo a tutti farle vederele imprigionava in un bicchiere.Ricordo quanto abbiamo giocatocon i sassetti sopra quel selciatoche prima in alto noi lanciavamoe poi col dorso riprendevamo.O lo scalone segnato per terraun piede in alto, alto da terracalciava l'altro una scagliettasaltando dentro a dei quadratiche avevamo noi disegnati.E giocavamo davanti al sagratobello nel nome, Felice e Fortunatoa tegna alta poi a bandierae a nascondino fino alla sera.A fazzoletto a mussa e a cordaE tanti altri chi si ricorda ?(Pindolo , banditi , mago , palla …)La buona frutta noi rubavamopoi sopra l’erba noi cadevamoun po’ impauriti in tutta frettapoi via di corsa in biciclettaquando giungeva urlando il padroneche ci menava con un bastone.Nulla avevamo eppur felicinoi eravamo di tutti amicima si vedeva a volte di bottovolare in aria qualche cazzottoperché sappiamo che in un pollaiopiù galli metti più grande è il guaio.E siam cresciuti tutti in quegli annivestendo sempre gli stessi pannisembravan proprio pedate di muloquelle due pezze sopra al culo.E la domenica si andava a messala tiritera, sempre la stessapregava Il prete li sull'altarenoi giù in latino a miagolareda quelle bocche che strafalcioniche il buon Dio ce li perdoni.Ognuno attento se il suo vicinointerpretando un po’ quel latinotirava fuor nuove paroleche pronunciate assieme o solerendevan vive quelle preghierepiù colorite e a volte più vere.La fionda a elastici di para duranoi costruivamo con grande curacon la forcella ben sagomatae dentro al forno poi brustolatain quelle tasche di noi ragazzitrovava posto assieme ai sassi.Quanti fischietti tutti di ottoneci fabbricammo con gran passionecon le cartucce sparate fuoridalle doppiette dei cacciatori.Un bel grembiule, colletto biancosul petto i numeri oppur di fiancotutti alla scuola ci recavamoin doppia fila man nella mano.Penna pennino, matita e gommaIl sussidiario due o tre quadernie un bel panino di mortadellatrovavan posto nella cartella.Questi ragazzi senza pretesesono cresciuti con poche spesee un po’ più grandi senza fiataresono partiti per militare.Le pie fanciulle più miti e buonesollecitate dalle matronesi sono messe di buona lenalenzuola e federe a ricamaree un bel corredo confezionare.Ci sono stati un po’ più avantiI primi amori e i primi piantie a volte persa la tramontanahanno sfilato giù la sottana.Piccole cose un po’ banaliPoi divenute molto specialiun bel sorriso o una carezzaportano gioia dov’è tristezza.FinaleOr siamo tutti grandi e vaccinatiQualcuno scapolone altri sposatiCon tanti nipotini da viziareE tante troppe cose ancor da fareA Te o Dio del ciel sull’alto tronoChiediamo solamente un altro donoNon so se è compatibile ai Tuoi finiMa facci ritornare ancor bambini….E se alla fine noi dovremo poi incontrarciTe lo farem saper quando chiamarci.