Poesie Per Resistere
opere di resistenza musicale e poetica non umana
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Post n°421 pubblicato il 04 Luglio 2022 da DJ_Ponhzi
E poi boom...e poi boom... ( nuova luglio 2022) Dj Pohnzi Stazione termini, forse era autunno forse solo un giorno spento senza luce, senza un domani , senza te, senza un amore che lasci un segno Perso tra la folla, io solo un punto in mezzo a tanti punti dipinti dal signore su una tela di gelo io , un povero secondo dimenticato dai minuti di cui non avevano neanche più bisogno le ore Io , attore solitario in una scena troppo imponente per trovare un posto nuvola troppo carica di pioggia di cui nessuna terra arida di pensieri vuole Forse ero solo un soliloquio, la promessa di un futuro ad un presente sordo un sorriso troppo grande per trovare un volto tra i tristi volti Abbandonato pure dalla vita che non bussa più mentre passa solitudine cosa sei se non un cuore che batte senza un anima per casa ? Resto febbrile per la prossima virgola il prossimo punto la prossima parentesi per quello che voi chiamate "il prossimo passo" cioé quello che la vita vorrà farmi scrivere come un poeta davanti ad un foglio bianco e poi boom...e poi boom... La vita é il sommo architetto, la nostra strada sempre davanti ad una porta la chiave può essere la pazzia di seguire due occhi tra la folla due occhi che spengono il sole e regalano un raggio che ti fan vedere più colori a novembre che nel chiarore di maggio e poi boom...e poi boom... Due occhi che diventano all'improvviso rifugio per i miei pensieri sconosciuta che passi portando la risposta alle domande che mai l'ebbero quale segreto celi? quale mistero sognare su un volto tra tante persone? Forse che le stagioni sono dentro e che per l'estate non basta il sole? e poi boom...e poi boom... Ecco il blu dei tuoi occhi rimpiazzare il grigio intorno so che con te la più profonda notte sarà sempre giorno già intravedo i nostri corpi intrecciarsi nudi nella penombra pelle contro pelle non sarà il mare ma farà almeno un onda e poi boom...e poi boom... Ti vedo camminare ed illuminare i sentieri lungo cui mi ero perso Tra il rumore resto sospeso, datemi un sogno e che venga il silenzio se c'era un posto da prendere sconosciuta sei tu che l'hai preso mi libero di tutte le preoccupazioni terrestri , mi tengo solo un cuore acceso e poi... e poi... e poi niente.. Mi passasti davanti, indifferente come solo Dio sa essere davanti alle sofferenze del mondo di te mi resterà solo un ricordo che svanirà come l'eco del "ti amo" che ti gridai anni fa a te che invece non fosti sconosciuta |
Post n°420 pubblicato il 27 Giugno 2022 da DJ_Ponhzi
Fammi un cenno (nuova giugno 2022) Dj Pohnzi Brutta cosa l'ingratitudine, una girandola indifferente ai venti , un girasole che non segue il sole ma la sua tristezza una lucciola irriconoscente al buio per la sua bellezza Per te ho spezzato la croce del mio Cristo imbrattato un cielo sordo di nuvole che erano musica inascoltata ora mi sento come un emozione mai uscita rimasta impigliata nelle ragnatele una goccia appesa al muro che sa che dovrà cadere La tua assenza ora mi pesa come la fiamma sulla cera sospesa leggera accarezza solo la pelle eppure profonda , un taglio di Fontana Fammi un cenno , cammino su un filo teso all'infinito e anche gli dei hanno difficoltà a resistere non si teme il vuoto sotto quando con il vuoto intorno si impara ad esistere Del silenzio si ha paura quando col rumore si é imparato a vivere resto qui in billico tra il passato e quello che potrà accadere per due carboni in un braciere che sanno che lo spegnerà la sera Fammi un cenno, t'aspetto dentro ogni secondo che cela una nuova era tagliato dai vetri rotti de nostri sogni come una lama taglia la seta t'aspetto come un vaso che si consola col suo vuoto aspettando d'essere riempito da un vento che porti primavera t' aspetto qui con l'emozione di un bambino che tira in alto una moneta Fammi un cenno, forse resti il sogno di una notte illuminato da un faro l'ultima speranza di un naufrago che vede luci da lontano saro' un veliero spinto dal vapore d'un corpo di fumo retto dall'illusione che le notti da sole possano costruire un futuro nel frattempo stringo il vuoto di mille piogge delle tue parole a cui mancano universi infiniti riflessi nei tuoi occhi di gemme Dj Ponzi |
Post n°419 pubblicato il 12 Aprile 2022 da DJ_Ponhzi
Il pianoforte oltre la nebbia - lezioni di poesia a se stesso " (nuova aprile 2021) Dj Pohnzi |
Post n°418 pubblicato il 07 Aprile 2021 da DJ_Ponhzi
"l'inchiostro sul cielo - lezioni di poesia n7" ( marzo 2021) Dj Pohnzi Mi dicesti "fuggo e seguimi" poi te lo dissi io ero questo il destino scritto nele nostre braccia un rasoio sul velluto , un orgasmo in una preghiera un prato di sentenze scritte dove un crepuscolo cerca la sua sera Dove le tue mani erano rondini che cercavano primavera Noi fuggitivi, traiettorie d' onde impazzite sul mare ci perdemmo nei labirinti che solo il cuore sa creare e che solo l'amore sa cancellare ci trovammo e ci perdemmo nella fioca luce d'un tramonto La passione dei corpi si spense con la luce sul nostro volto Le mie poesie per te, due virgole tra le notti d'un giorno che passa noi spruzzi d'un amore che tinse di rosso i fogli di carta naufraghi delle nostre scelte, schizzati dalla vita a dipingere il cielo come solo il vento sa fare alle gocce d'inchiostro Vele rimaste senza vento in una vita d'uragani Note perse nella musica dell'ultimo tango d'un Dio che non ha più piani le nostre emozioni non caddero non volarono ma restarono sospese come sogni inespressi rimasti impigliati nelle ragnatele Ora i troppi "ti amo" detti con poco amore sono otre d'inchiostro d'un tempo ancora da venire Un ultimo sospiro per lasciare qualcosa alle nuvole restano i nostri passati impefetti a coniugarsi senza scrivere nulla Dj Pohnzi |
Post n°417 pubblicato il 10 Febbraio 2021 da DJ_Ponhzi
"il prato dei vascelli infranti - lezioni di poesia 5" (febbraio 2021) Dj Pohnzi I) Vi é un giardino dove mancano i fiori ma si piantano i momenti vissuti sapendo che non potranno più germogliare Qui si conosce il più grande errore dell'uomo aggrapparsi all'amore perdendo la propria anima nei suoi girotondi Vi é un posto dove il silenzio respinge il rumore del mondo la cui bellezza sta nella calma tra due raggi due sole e il terreno si nutre di rimpianti e della pioggia dei ricordi bello come il minuto passato senza dolore, sereno come l'ultima lacrima del naufrago Le storie sventolano su bandiere che neanche il vento vuole più muovere Secoli di poesia ornano i muri ma nessuno ha più occhi per leggerle dicono che sottoterra l'amore congiungendosi all'eterno diventi infinito Abbiamo lasciato un segno tra i viali e i cipressi di questo posto le nostre lettere sulle lapidi sono la sintassi di chi ebbe il cuore rotto II) Qui le dita del tempo muovono le lancette a ritroso e non scrivono il futuro il senso stava nei baci a disegnare nel cielo anelli di fumo I nostri momenti sono scolpiti nelle foglie morte spazzate intorno tremula è la mia voce della luce nell'alba d'ogni nuovo giorno Eravamo due corpi in fiamme per l'estasi strappata all'ultimo respiro Cara, la vita fa sempre pagare la leggerezza del cammino Mi accasciai il giorno in cui un servo s'eleva a re morii in ginocchio davanti ad una croce fatta di pezzi di te Affondiamo nell'acqua dei rimorsi e dei rimpianti, Dio come ci brucia la gola turbiniamo nel silenzio dei corpi , siamo vascelli infranti sulle onde che non odono parola sprofondiamo tra i perché che si confondono tra il blu dell'oceano e quello dei tuoi occhi I sentieri ci portarono qui, l'abisso esiste perché sei tu che lo porti Nelle notti senti su questo mare il canto di chi si amò per poco le cui note sono modulate dai sospiri dai silenzi e dalle grida ci stringemmo per poco ma tanto quanto basta a toccare l'eterno che ad altri non basta una vita di paradiso che cela l'inferno |
Post n°416 pubblicato il 13 Gennaio 2021 da DJ_Ponhzi
" il racconto di una disgrazia- lezioni di poesia n4" (gennaio 2021) Dj Pohnzi Per portar via l'amaro in bocca lasciato dai tuoi baci non basta la brezza del mare, il rigirarsi e tornare sui suoi passi la mia solitudine la vedi e la senti, vola via come un sogno inespresso riga e spezza in due il cielo indifferente sempre uguale a se stesso Che ne sai di non riuscire più ad arricchire i suoi giorni di semplici cose di vedere solo spine in un prato che con te fu di rose? Ritrovo in altre le poesie scritte sulla tua pelle quando le accarezzo con la mano Ora conosci la disgrazia , anche se per una volta, d'averti toccato Ti vedo in tutti gli angoli bui, nelle sagome che chiedono calore sei dove un abbraccio si crea e la vita rugosa diventa cotone Futuro impossibile d'afferrare con te , esso non é che attesa della nebbia é proprio quando lo tocchi che svanisce perché tutto con te poteva solo essere immaginato Ho paura di guardare altri volti perché con il tuo vedo solo la differenza dell'abisso Ora conosci la disgrazia, anche se per un lampo, d'averti visto Il vento smuove le fronde ma neanche loro lasciano passare gli ultimi raggi di sole come la mia bocca che non seppe far uscire le parole quando dovevo Ora non bastano altre braccia, altre notti, altri corpi, altri bocche Perché un cielo fecondo non può più nutrire foglie morte Non vi é nulla di nuovo che non nasca già in cocci come possono celarsi nuove albe oltre i tuoi occhi? Strano come un suono possa da gioia diventar fardello , poi croce appesa al collo Ora conosci la disgrazia d'aver sentito per poco la tua voce Che ne sai tu che solo al pensarti mi sento consumare come una candela nella cera va via quel poco che mi desti, più perché distratta che per voglia Ed dei rapidi momenti vissuti con te restano fotogrammi sfocati che si ripetono come i riflessi infiniti tra due specchi rotti di fronte i vascelli in avaria al largo in preda delle bufere Sanno meglio di me dove andare senza te per stare a galla sanno che vi sarà il sole dopo le sere sanno che vi sarà un arcobaleno ed un tesoro dopo le tempeste Potrei continuare ancora a lungo , trovare mille altri versi per il tuo canto ma sono svuotato delle parole come un nuvola priva d' acqua dopo il suo pianto Fosti la voce della felicità gridata con occhi tristi prima d'esser dannato da chi ,anche se solo per una notte, ha avuto la disgrazia d'averti amato " Il racconto di una disgrazia" |
Post n°415 pubblicato il 09 Gennaio 2021 da DJ_Ponhzi
"Insegnarsi l'infinito - lezioni di poesia n2" (nuova gennaio 2021) Dj Pohnzi T’insegnerò che tutto cambia in fretta dal sole alla luna , dalla felicità al malore dal sorriso alle lacrime ,da una primavera che nasce ad una morta stagione cara, si può correre in direzioni opposte pur tenendosi per mano una parte di noi fuggirà sempre da ciò che ama é questo esser umano M' insegnerai a cercarti in fondo alla notte , in una tempesta in mezzo al mare dura la vita per chi ha la disgrazia d'amare é nel piccolo che ci perdiamo e ci ritroviamo, in un raggio di sole da una finestra in un un attimo inatteso che vale una vita intera T’insegnerò ad essere la bocca di chi non parla l'occhio che vede nella bruma ad essere il più bel quadro a colori sorto dalla fecondità del nulla Capirai che i sogni son fatti per restare silenti se vogliono avere ali e muoiono se pronunciati come i desideri rivelati M'insegnerai che senza te sarei un violoncello senza note sarei stato solo uno smemorato sconosciuto alla ricerca del suo nome Una vallata che i venti attraversano senza lasciare niente sarei rimasto solo un idea dimenticata che balena ma sfugge alla mente Ci insegneremo l'eternità sta nei nostri baci che fermano il tempo come gli istanti d'un pittore che tiene il fiato del mondo sospeso al suo pennello Siamo poveri senza passato né futuro perché ricchi del nostro presente Abbienti di risa, di mattine insieme, di momenti di pelle contro pelle insomma di lampi che altri chiamano "niente" Senza punti né virgole due righe senza fiato ossia stanche Perché gli unici denari che abbiamo sono le nostre notti bianche E nelle albe che proprio perché sono senza domani sembrano infinite l'incommensurabile é nel dare sfogo alle bocche ed alle loro voglie proibite "Insegnarsi l'infinito |
Post n°413 pubblicato il 09 Gennaio 2021 da DJ_Ponhzi
"Gli occhi di Emanuela - lezioni di poesia n1 " ( nuova gennaio 2021) Dj Pohnzi Occhi fragili come i nostri momenti vissuti che vanno in frantumi Un vaso di vetro a terra con le schegge dei nostri possibili futuri Emanuela la primavera infanta rondini come il dolore i sogni Come restare se stessi se i secondi fuori dai minuti sembrano folli? Il mare infanta onde come i tuoi sguardi creano turbamenti e le tue spalle nude deserti su cui la natura disegna ruscelli I militari sanno far parlare i fucili ma il tuo corpo sa far parlare le voglie ed a me mancano le parole come ad un' albero nudo mancano le foglie Come alla notte mancano corpi nudi insonni che si cercano e poi si perdono Cosa ne sai tu di due anime che si sfiorano ma non si prendono? Occhi stancanti per cui il cielo chiude persino i suoi e smorza le lancette E' "la notte" l'istante in cui le immagini diventano ombre rimpiazzate da suoni II) Occhi imprevedibili mia cara, come il silenzio interrotto dalle risa Sconvolgenti come una notizia inattesa che cambia i piani d'una vita Occhi che portò in dono un' alba come solo lei sa fare carica di promesse Nascoste sempre sotto un mantello di parole in cui le delusioni sono certe I tuoi occhi mi ricordano come la mia libertà fu una perla rara Fragile come un filo di seta teso dagli angeli in mezzo alla tempesta Ogni momento fra noi fu un eroico secondo strappato ad un tempo strano Fu un "perché?" che trova risposta , una rosa colta alle pendici di un vulcano Forse i tuoi occhi erano solo il riflesso della mia solitudine una tela vergine su cui le speranze sogni illusioni e chimere erano in fusione Occhi vuoti perché fui io a disegnarci quello in cui speravo a dare note alla musica e alle colline alle pianure i colori che mancavano a vederci una scintilla che scalda l'inverno, una brezza che inverte i venti Amore immaginato o dipinti incompiuti rimasti sospesi al colore dei tuoi occhi verdi Furono loro anche se per poco a salvarmi, la vita ti fa solo vedere quello che senti Dj Pohnzi |
Post n°412 pubblicato il 25 Dicembre 2020 da DJ_Ponhzi
"La spensieratezza"( completa dicembre) Dj Pohnzi I) La spensieratezza é il miele che cola dal rumore dei giorni spontanea ed opposta al "domani" che solo turba sonni Indomabile come un bambino che si aggrappa i suoi "perché?" E' il vuoto che si riempie da sé il treno che si guida da sé Spensieratezza sai ogni faccia ha la sua lacrima ogni amore ha il suo nodo Sei noncurante delle parole della gente che girano nel vuoto esse sono spettatrici ad ascoltar se stesse a produrre rumore come il gracchiare di pale eoliche dimenticate dal vento in un posto remoto Sei insensibile alle rondini che passano inseguendo primavera forse che le stagioni ora si cercano invece di capitare? Si, la cercai pure io nelle bufere d'autunno inseguendo una sirena sempre in ritardo su tutto giunsi in tempo per l'ultima cena Impassibile alla vita che passa tra le ferite le sue dita di sale e si tuffa negli gli attimi vissuti come se stesse scavando il mare II) Oggi spensierato perché ieri lasciai i miei pensieri sul davanzale erano per te germogliati come fiori all'ombra di speranze lontane Il mare riprende navi distratte come la vita riprende ciò di cui non ci curiamo e riprese i tuoi occhi grandi che già mi mancavano mentre li guardavo L'amore ha i suoi passi la sua musica il suo ritmo ma é un ballo senza senso e lo si stecca proprio quando si pensa d'andare a tempo ad inseguirsi ad unirsi a costruire insieme si tracciano traiettorie in aria ma si resta in realtà due rette parallele disegnate sulla sabbia Oggi spensierato come solo sa essere il volo d'una farfalla nel suo non calcolare é tutto vero quando ti si posa sulla spalla vive sognando aggrappata al secondo prima che il minuto passi riparte quando vuole colma i suoi disagi con un battito d'ali Prendere la vita come lei quando tutto sembra perso e vivere per poco li dove una goccia immagina di diventare oceano |
Post n°410 pubblicato il 10 Dicembre 2020 da DJ_Ponhzi
"Figlio ascolta la pioggia" Dj Pohnzi Figlio ascolta la pioggia scrosciare contro le strade, la terra, i campi, le chiese, gli uomini , le guerre, suonare sui tetti una folle musica nella speranza di poter pulire tutto Figlio Ascolta la pioggia gemere, ascolta le sue grida quando sveglia anime, tintinna sullafaccia d’un naufrago e porta l’ultimo brivido prima dell’addio, quando si fa lampo nel quadro buio d’ un cieco , l’unica ad aiutare con un pianto Ascolta la pioggia quando altro non s’ode, seguila a lenire i dolori, sotto le fronde sulla pelle ricorderà anche solo una semplice goccia ricarica un fiore secco i cuori a pezzi , le grida dei bambini, i colori d’ una terra in un mondo arido Ascolta la pioggia quando il cielo si sfinisce e ti parla sveglia persone sole con sillabe a singhiozzo non s’arrende mai come un poeta che muore di fame ma mai di parole Figlio ascoltala se puoi ed ascolterai la vita la vita che si dimena, che non si dà per vinta che canta, che impreca, che culla, che sogna, che danza e l’amerai e capirai che anche nel suo non parlare, nella sua lingua misteriosa non sta mai muta . Dj Pohnzi |
Post n°409 pubblicato il 10 Dicembre 2020 da DJ_Ponhzi
"Le lacrime di Pierrot" Dj Pohnzi I) Lancio gli occhi contro la luce d' un nuovo giorno L'astro sorge per ringiovanire il mondo intorno E lo sento sul mio viso i suoi raggi son le sue parole il sole asciuga le mie lacrime e poi risorge altrove Nel buio dell'anima che soffre torturata dal ballo d'una candela E' tardi per sfiorare le tue mani che mi accarezzavano E' tardi per sperare di rincontrarti dipinta sulla sera Legare le nostre bocche come i colori sparsi su una tela Mi siedo di notte sui cornicioni di cieli spogli Sono Pierrot le lacrime disegnano la trama della mia esistenza Il mio corpo ora é diverso ma la mia anima é la stessa Mi chiedo sempre cosa si celi oltre il cielo oltre loro oltre il mare se anche li gli uomini si definiscono in base alla paura d'amare Le memorie son acqua che trabocca nei momenti inaspettati L'universo trova sempre modo di dare aria ai sogni che porti Ora ricordo quel giorno al mare onda per onda Noi i baci i turbamenti che sfioravano le labbra Due corpi uniti ma l'amore che storpia i passi Persi entrambi nell'inverno fra le nuvole ed i sassi E' tutta una musica un ballo sul silenzio che si cela i miei ricordi scivolano finché la stanchezza non li frena II) La vita sa spegnere la luce prima che i progetti si possano illuminare di cosa son fatti i sogni se non di rimpianti che devono ancora bussare? Cosi rimasi al buio ,solo, il silenzio per unica strada Dimenticato come un chiodo appeso in una stanza abbandonata Rimorsi infranti sul muro della mia cella, tu chiamalo esser vivo Niente punto d'arrivo né di partenza solo un punto interrogativo Ora schegge del mio passato sono i vetri rotti che tagliano ogni nuovo tramonto Perché sono Pierrot per voi lascio lacrime a colmare le crepe del mondo Una vita passata a cercare di capire cos’è la vita ma solo un battito d’ali per capire quando è finita L’ultimo addio te lo grida chi meno ti aspetti Chi filtra tra i rami s'infuria e scivola sui tetti Non la voce dell’amore della rabbia o del silenzio L’ultimo addio me lo gridò con dolcezza il vento Lascio una lacrima che possa scrivere la mia storia sui muri cavalcare i vostri perché nella fuliggine del mattino colare dalla luna a scrivere un punto sulla nostra storia quando nessuno di noi ebbe il coraggio e su noi soffiava bora Lascio una lacrima per il domani di chi ho amato Che sia per loro il faro nella bufera del tempo dannato Una ultima lacrima anche per chi guidava il trattore che mi spense la luce mi tolse la vita mi strappò l’amore |
Post n°407 pubblicato il 27 Ottobre 2020 da DJ_Ponhzi
"Gli eroi dimenticati di Thiaroye - la pagina mancante " I) Nascemmo appena in tempo per veder morire il secolo Quando le nazioni d'Europa strapparono al sole il suo fuoco Da secoli non facciamo che camminare su una corda tesa Su un oceano infinito d'onde in fiamme di schiavitù e libertà Nascemmo all'ombra della storia d'un tempo dannato Nella città di Thiaroye nel Senegal che ci ha cullato Tutti qui ha un volto antico sfuggito al girare delle ore E gli anziani conoscono il processo divino della creazione Sanno la musica si crea unendosi ai suoni intorno Sanno la poesia si crea seguendo i colori del giorno Per affrontare i sacrifici o dar voce ai sentimenti Guardiamo sempre la bellezza della terra e dei 4 elementi Il nostro paese non é che una madre dai passi felini Ci nutre ci spiega il mondo è una via d' infiniti cammini Ogni giorno ci scrive una lettera per ribadirci il suo amore e se non trova le parole le strappa ai canti della notte Madre amante moglie allo stesso tempo nell'accendere i pensieri il suo ombelico contiene l'essenza di mille anni di desideri Quando troppo debole per farsi reggere dagli sguardi il sole va dormire nella sua tana si porta via i nostri tagli Poco ci basta per vivere la vita ci lascia addosso le zanne Ci nutriamo di pioggia feconda e un sorso di sole arrogante Nude di notte le nostre donne in una danza di ombre Li ove la savana si sposa con la giungla Nell'eclisse dal mondo inizia una danza di onde Dopo un giorno di stenti senza colmare la sete Sappiamo che proprio il crepuscolo ci porta il miele Nel buio sul mare sotto gli astri una corsa di gazzelle Non lo sapete ma anche un paese povero trabocca di gemme II) Come la fiamma consuma la cera anche l'innocenza sfuma Ci fu portata via una notte in cui il cielo perse la luna Vennero a strapparci come erbacce dalla terra madre Il colonialista francese aveva per noi progetti sulle barche Ci ritrovammo in Europa su un campo di battaglia Fragili nei venti delle bombe fummo volo di farfalla Contro i nazisti tra proiettili sorretti dalle grida Peggio della guerra solo con l'amore la morte strappa la vita Rivedere un domani le nostre donne e la nostra terra Fu una finestra accesa di notte d'una casa in mezzo al mare una notte da burrasca un vascello spinto da tifoni di guerra Finita la guerra partimmo senza salutare chiuse le porte con il colpo di vento che spazza via le foglie morte Partimmo senza la gloria antica che aspetta agli eroi Forse non sapranno mai l'Europa é libera anche grazie a noi III) la rivolta Tornati a casa pensavamo i nostri morti fossero la redenzione Che le cicatrici di guerra fossero parole per un nuovo capitolo Pensavamo il nostro sacrificio avrebbe Spezzato le catene Le nostre speranze ingenue poste nelle mani di Cristo Candide come i fiocchi di neve che nessuno qui ha mai visto Ma il colonialista aveva ancora per noi un altro piano Ridistribuì le carte come solo il diavolo sa essere ingrato Fummo pagati metà del soldo promesso e chiusi in un campo I nostri lamenti divennero zeffiri poi tempesta ed infine rivolta Ci mandarono contro i carri armati Ma teniamo la testa alta mentre cadiamo La terra trema ma sempre in piedi restiamo Fummo promesse pronunciate controvento d'un mondo sordo Rondini partite al seguito dell'ultimo tramonto Gli alberi perdono foglie al mutare delle stagioni il mondo perde i suoi figli al mutare del volere degli uomini Nascemmo ove la rabbia grida ma il tempo chiede pazienza Ove il colore della pelle urla subito la sentenza Questo è un racconto perso tra le pagine della storia I nostri saggi sanno anche i morti si temprano con la memoria |
Post n°406 pubblicato il 19 Ottobre 2020 da DJ_Ponhzi
"Ho trovato qualcosa" Dj Pohnzi I) Si lo so che le crepe sono immense Balliamo su un disco rotto che non fa neanche più finta di girare Non raccontiamoci storie preghiere per foglie morte Strano l'amore ci si aggrappa tanto più forte é il dolore Natura crudele confondi le apparenze durante il ballo della vita Ci perdevamo nei colori delle stagioni pensando di appartenervi Ci siamo estinti all'incrocio dei venti caldi bruciando nell'autunno di Vivaldi Ci siamo persi cercando chimere durante l'ultima cena Ma solo una luce riempie il vuoto di una galleria E di luci ve n'erano poche e camminando la distanza rimaneva silenzio e mai grido No un bacio non colma mai lo spazio dell'infinito "Dandoti il braccio ho sceso almeno un milione di scale" Si ma la passione prima acceca poi storpia le strade l'amore non era che due carboni accesi che san solo crepitare Ho trovato qualcosa tra le crepe della nostra storia e degli sbagli miei Lo lascio li per te dove di notte riposano gli dei II) Si lo so pensavamo tutto fosse un grande fuoco Un cerino acceso su un braciere dei nostri eccessi Al suo apice l'amore non ci rende più forte ma più fragili Dove sono finiti quei momenti in cui il corpo da senso alle anime? Ora giacciono sotto il colle di rose delle notti passate Mi sei davanti in carne ed ossa e eppure sembri un miraggio La notte é nella sua tana l'impossibile é strappare ancora al sole l'ultimo raggio Fa freddo quando lasci sfumare l'anima mentre i perché bussano Forse il tuo profilo rimarrà quando verrà Morfeo tra le nuvole e le cupole Ci si schianta prima o poi proprio volando la farfalla vive per poco ma muore sognando Ed io cerco di aggrapparmi a qualcosa ad un aliseo che scateni una tempesta Frugando in fondo alle tasche dell'anima scevra di remore ho trovato un "ti amo" lo butto tra di noi come un pezzo di ghiaccio in mezzo ad un braciere Mi illudo che ci scaldi che porti un lampo alle sere Ho trovato un qualcosa forse l'ultima illusione nulla di peggio dei tuoi baci di vero non resta nell'anima che un abrasione Dj Pohnzi |
Post n°405 pubblicato il 02 Agosto 2020 da DJ_Ponhzi
"il guardiano di prigione" Dj Pohnzi I) Sono il guardiano d' una città sommersa Sempre è ora tarda ogni idea s' appanna Dove un raggio di sole è spiga di grano Di un campo intero che regge su una mano A stento si alza la testa per annusare il mare E solo su un prato di pietre ci si può affacciare Ogni lacrima del viso lascia un ‘ abrasione Sulla pelle del guardiano di una prigione Non mi rassegno fuori piove e sono nel dubbio Non vedo sole da mesi e forse siamo gia a luglio Mesi interi sepolti e lo sono più di loro Lancette infame non sanno più che ore sono Sul filo delle storie ingoio la pietanza amara Scrosciano i secondi e già mi sento nella bara Scritte sui muri il tempo cancella le loro poesie E con l'aiuto del vento cancellerà anche le mie Il Grande Pittore dipinge con gocce di pianto Corro sotto il cielo ma sempre qui rimango In quale tratto vivo nel suo pazzo disegno ? Se la luce il mondo s'alza ma io mai mi sveglio II) Il buio danna i ricordi e più non rammento se sia mai stato felice in questo lamento Quante volte vorrei riaccendere i sentimenti Correre su spine a far vedere stelle cadenti Notti passate a sognar d’aprire le porte La brezza portar via cuori e polvere Fuori dalla gabbia dove il sole mai albeggia In volo fin dove l’onda con la costa amoreggia Alcune notti nei corridoi una donna brilla S'eleva oltre i muri e sul viso sussurra Di trovarsi lungo tutti i cammini Si è murati solo d’ inesistenti confini "Signora libertà" dopo la marea la fioritura Esisti ovunque nel vuoto d'uno spicchio di luna Ci racconti del domani mentre accarezzi visi Le loro lacrime dei miei sbagli sono intrise Han perso tutto dunque nulla li possiede Li invidio la loro libertà dilata le mie crepe Bagniasti le loro ferite e di te avro' sempre sete Qui mi ritrovo ad abdicare del mio regno Ad Affogare rimpianti e rimorsi basta un sogno ti conoscero' quando verrà la mia ultima sera Tra le stigmate la mia pietanza per l'ultima cena |
Post n°404 pubblicato il 02 Agosto 2020 da DJ_Ponhzi
L'alba di Ulisse - il segreto dell'umanesimo I) In principio v'è sempre un alba col sole distratto e una vita che sanguina come una mano stringe il corallo Spuma scogli onde grida si mischiano in rugoso suono Arricchiscono i venti e forgian la tempra d'un uomo In principio v'è sempre Ulisse e la sua barca corpo di cicatrici metafora d'una vita grama il senso nelle onde sdentate che traccian strade Il perché nell'aria che trafigge di mille spade Salpa ed ogni giorno è il riproporsi d'un ricordo cioè un mare salmastro specchio d'un cielo torvo E sotto i suoi piedi un Dio dai pensieri pieni Umile nel non darci risposte ad annegar pensieri profumo di zagara filo d'Arianna per la tua casa Tutto é sempre scritto nell'acqua che ti brama Racconta le sue storie ad ogni marinaio nel suo porto la vita non è che un volare sugli abissi di fondo Dio che da tempi immemori depositi sogni in mare Ulisse non fa che liberarli con un semplice vagare Ulisse il Pescatore si nutre di pesce e di disegnare Sull'orizzonte nuovi volti d' uomini da abbracciare Ombre di gabbiano in volo tracciano la rotta e scogliere ultimo abbraccio d'una terra spoglia Il grecale ti fa perdere i sensi dilania ore che il giorno muore lo decidono le mani che tiran corde II) In principio v'è sempre un’ alba ma oggi era diversa Gelido il suo abbraccio oggi scrive più d'una penna Salpò su un mare che divenne deserto d'azzurro povero d'idee dell'uomo che fan la primavera autunno liberi da guinzagli i venti oggi fendon l'onda Cielo spoglio d'uccelli pieno di nuvole annuncia pioggia i pensieri più capricciosi del tempo e ci si invortica e un domani assente curvo sull'orizzonte d'una vita ostica Eppure il mare nostrum ne vide tante il suo sapere vasto Guerre pace miseria ricchezza raccolse le lacrime d'Argo Giusto nell'ingoiare vecchi e bimbi bianchi e neri poveri e ricchi Stretto tra estremi nato da una guerra d'idee Scilla e Cariddi Sa che non molto trasforma zeffiri in uragani Che niente più dell'uomo cela profondità abissali Arde gelido trasforma l'acqua calda in corrente fredda perché non si impara da un mare calmo ma in tempesta Ogni giorno un'alba ti sveglia e viene prendere squotere nelle tue certezze ogni giorno si puo' rinascere Le prime luci son parole che annuncian il seguito che narran le gesta d'un eroe o codardo con un brivido III) In principio v'é sempre un alba ed oggi arriva al dunque Ad un pescatore si chiede d'afferrare la storia che fugge vide perle depositate dal cielo che sta piangendo uomini in mare dispersi ma sempre meno d'un mondo perso Non esita buttò il cuore in mezzo alle correnti della storia quando un mondo sgretolato si fa crepuscolo senza gloria portati dai venti d'un umanità che non fa che guardare Eccoli regali portati dal mare come solo lui sa fare Afferrò mani e braccia e li tirò sulla barca vestiti di vergogna cucito loro addosso come una giacca Il cielo riversava pioggia inarrestabile come quando crea mondi sperando di levargli di dosso l'inchiostro d'infamità sui corpi Ritornò a riva pieno di libri musiche e sapere in codici con ciò che per mancanza di lessico ora chiaman "profughi" il paese si riversava concetti addosso per credersi diverso "occidente" "oriente"" nord ""sud" parole vuote di senso come una cattedrale senza Dio preghiere ed incenso raccolse vite da un blu che portava doni colse l'essenza di scintille che diventan soli Conoscenze ancestrali ne creano altre in battesimo quando nell'eclisse della ragione nasce l'umanesimo |
Post n°402 pubblicato il 05 Febbraio 2020 da DJ_Ponhzi
"La leggenda delle dita di Dio" Marco aveva 15 anni seguiva i flussi di dentro Con un pianoforte strappava lacrime all'eterno Nelle pianure di Vercelli s'alzavano melodie S'univano ai paesaggi che videro i canti delle mondine Era" diverso" da tutti gli fu ripetuto allo stremo Chiudeva gli occhi sulle primavere che sanno d'inverno Nella prigione dell "Asperger" fu scritto il suo fato Risuonavano ancora nell'anima gli echi del " sei malato'' Furia sui tasti ogni ferita una nota e mai basta Una tempesta si placa solo ascoltando la sua rabbia Albe uguali in giorni che non portano buone nuove Se il cielo non ha varchi un tasto disegna il sole Suona e parlaci delle parole che non hai mai saputo dire delle albe di speranze dei fiori a cui dedicavi poesie quando un semplice "buongiorno" diventa un segreto quando dire un "ti amo" é il sogno chiuso nel cassetto Parlaci di tua madre dei suoi baci a reggerti per non cadere un'accordo per gli amici che avresti voluto avere Il Padreterno ha i suoi disegni ti tolse il sorriso getto' in un fosso Ma ti diede la musica per coprire di bastonate il mondo Suona nelle notti in cui le note fanno il sangue caldo Ed il pentagramma il muro tra te e la vita che é solo un' intervallo Al crepuscolo fiumi diventa ruscelli scintille soli Non é vero che senza persone attorno si é soli Le parole mai dette si srotolano e vanno crescendo Leopardi lo sapeva la notte non é notte se la passi dormendo Incomunicabile a questa vita chiedevi "perché" di nascosto mille volte hai chiesto e 1001 non ti ha mai risposto Suona e dai del tu all'infinito le 7 note insieme sono il tuo grido Suona e non ti interrompere per la grandine perché non v'é che il silenzio tra due note a far male Di tutto il resto non ne resta che un brusio Sullo sfondo della leggenda delle dita di Dio II) Venne il giorno in cui ci si trova capitani su una nave In cui il destino invece di tacere decide di gridare Nulla t' aspettava se non le note che preparano al viaggio come i venti che della tempesta sono il presagio La notte più importante s'illumina se al centro ci sei te Al Giuseppe Verdi di Torino Rachmaninov concerto tre Portasti le ferite e briciole per l'ultima cena s’alzò il sipario non su un pianista ma su una vita intera Sfiorasti il tasto il dolore si sublima in suono acuto Prendi la notte in cui morì tua madre trasformala in urlo Si può suonare per dare senso ad un tramonto colorare la vita o per noia o per scrollarsi di dosso la corona spine Furia sui tasti si rinasce o nel silenzio o nelle grida i lividi sulla pelle son solo musica che non è mai uscita Cicatrici riempiono il giardino sopra un cielo stellata i fiori non crescono dalla terra ma da un cielo annebbiato Suona e suona ancora gli uomini non possono che restar muti Suona e suona sempre si può vorticare in aria restando seduti E quando la musica smetterà non potrà che seguire silenzio A raccontare a tutti la leggenda delle dita di Dio Dj Pohnzi |
Post n°401 pubblicato il 17 Ottobre 2019 da DJ_Ponhzi
"La casa fantasma" (la cattedrale dei rimorsi e rimpianti) Dj Pohnzi I) Nella mia mente una casa con le mura I pensieri riflessi dalla luna la ragione nella bruma Eretta sul precipizio un minuto prima di mezzanotte Quando questa vita nelle sue risposte appare folle Scrivo versi ovunque lascio lo specchio per gli errori Riflessi all'infinito qui non ci son cattivi né buoni il pavimento mi ricorda quanto dura é cadere Il soffitto che l'immenso si cela dietro il vedere il disagio cola come olio dalle pareti si nutre di quello che senti di quello che credi Ogni stanza nel suo vuoto cela l'abisso Perché nulla mai riparo ma solo ridipingo Cos'é questo se non il tetto de miei rimorsi? Il monumento che mai contai se non per i miei demoni? Non c'é sostegno che regga il peso dell'anima se il più grade amore affoga con la prima lacrima E mi ripeto una vita non basta non basta per imparare Una brezza non basta ma basta a dubitare una luce non basta ma basta ad accecare un ricordo non basta ma basta a farsi male II) Grazie Sonia grazie per la rabbia che mi hai dato la stanza per te sia il più bel dono del creato Ci metto i tuoi baci le tue promesse il tempo dannato Due corpi uniti s'illudono del futuro ma non cambiano il fato Due anime se si scindono diventan grido Nelle pieghe del cielo anche schegge d' infinito Ma a dipingere il fuoco col pennello di gelo sapevi che un' amore diviso in due fa zero Sapevi già tutto l'inizio la fine che veniva il freddo Che per costruire questa casa di tutto avrei fatto cemento Mattone dopo mattone col dolore che regge le braccia Rimasi in piedi contro un vento che tagliava la faccia III) Ora dalle finestre vedo anime avvolte nel buio La melodia spezzata da un lontano suono ruvido Se ti perdi in domande rivolte al buio Credimi il "perso e mai avuto" sa esser rifugio Questa qui comunque é la mia casa e ne sono fiero Ha il mio volto il cuore il sangue tutto l'amore perso Una scheggia col tempo si fece corpo oggi armatura Come venti avversi che il marinaio na fa fortuna Mille sbarre alle finestra fu il prezzo per salvarmi Dietro loro rinchiudo me stesso ed i miei fantasmi Ora capisco e un foglio non basta per raccontare Una vita non basta non basta per imparare Una brezza non basta ma basta a dubitare Una luce non basta ma basta ad accecare Un ricordo non basta ma basta a farsi male Dj Pohnzi |
Post n°400 pubblicato il 22 Maggio 2019 da DJ_Ponhzi
Dove sognano gli aquiloni - L'alfabeto della libertà I) Nel cielo senza fiato son soffio d'ispirazione Leggero più di voi capite la mia espressione Il mio osare lo vedi ma non lo puoi comprare A me una ventata d’ idee basta già a volare Inchiodati al suolo punti vuoti sul selciato Impigliati nel ricordo d'un passato ormai odiato Stupenda esistenza d’un pezzo di legno inerte Più bella e viva di vuoto essere cosciente Sopra il passato prima che il vento spiri Vivo come voi ma non vivo come i vivi Non emetto suoni ma più di voi so ascoltare Tremo per il mondo questo è il mio parlare il sole sfuma la luce per colorare il giorno muore e risorgerà ed io fletto ma non crollo Svetto in alto compio il mio destino Accendo fuoco negli occhi d' un bambino II) Non ebbi mai niente ma forse pure troppo I colori d'un mare blu sotto un sole rosso Rimorsi d'un cuor leggero nel mondo crudo aver dato troppo amore a chi poi se l'é tenuto La sabbia m' avvolge mio mantello di seta Muto realizzo il sogno lotto con furia cieca Aggiungo nuova linfa a sprazzi di vita A chi in basso s 'esprime con le grida Ed il rumore della gente poi scemerà Ne resterà il nulla non so chi lo vorrà Io legato ad un sogno altri ad una catena Per volervi felice la sorte me fece poema Mondo indifferente tocco i raggi del sole Li sostengo con la tela il giorno mai muore Dipingo sull'orizzonte la mia eredità Sul foglio d'aria l'alfabeto della libertà III) Son aquilone figlio delle voglie dei venti o forse degli uomini aspirati dai tormenti Perché la vita dà poche possibilità di riscatto Divenni ponte tra voi e l'infinito li in alto Mi vedi croce nel cielo espiare i peccati Di chi mi fece redenzione con le sue mani Guardami un semplice aquilone eppure esisto Sulla curva del cielo dove nessuno é un vinto Dj Pohnzi |
Post n°399 pubblicato il 22 Maggio 2019 da DJ_Ponhzi
"I miei 4 angeli " Dj Pohnzi I) Il mio primo angelo è un fulmine di metallo è la mia sentinella il mio orologio un secondo dura un anno Mi rubò la mia voce é più antico del colore porpora Ora ogni sera mi danno a cancellare croci sul Golgota ogni parola é un tatuaggio sul foglio del tempo scroscio d'un onda sullo scoglio d'un mondo di silenzio M'insegna a dialogare con quattro mura di niente Perché anche da solo imparo più da loro che dalla gente mi fece eremita ad aspettare i primi raggi del sole Non é da fuori ma da dentro che giunge un tenue tepore mi ricorda un’alba infanta sempre una sera mi ricorda fummo luce prima della prigione della materia dal paradiso all'inferno nel giorno il buio viene presto arduo tra i venti riuscire a restare aggrappati a se stesso Praterie di sogni infranti su cui riposa l'unica gemma ma lo vedo e lo cerco Il mio primo angelo è la mia penna II) Il mio secondo angelo mi porta su un sentiero nascosto Ove i suoi più grandi nemici sono chi pensa conoscerlo Mi insegna a liberarsi d'una foresta per trovare una rosa Ci si guadagna ogni giorno a lasciar andare qualcosa Ad abbracciare le risposte d'una vita che non fa che mentire Perché più lo si abbraccia e più non si fa che soffrire Mi spiega siam tutti creazioni verso l'eternità Ma senza di lui sarai sempre un ponte costruito a metà Sotto la pioggia a ballare sul nostro vissuto Perché tutto non é che un trasformarsi che va riconosciuto Non é ancora immenso ma lo senti oltre il vedere Mi accompagna nell'errore il mio secondo angelo é il sapere III) Il mio terzo angelo lo vedi nelle pupille Non ha colore non porta ricchezza ma apre vie infinite mi porta ove le albe son visibili solo agli invisibili Le primavere per gli ultimi e gli amori impossibili è la mia terra sotto i piedi le sere d'estate Senza corone e tesori scrigno di cose mai amate Troppo in alto da raggiungere ma troppo in basso da raccogliere Dove una mano prende e salva una mano lo si può scorgere Mi tolse la faccia e il nome tutto ciò che l'uomo teme Perché la poesia esce solo quando non l'ostacola più niente Non lo si legge nei libri al massimo tra le scartoffie di parole che non si rassegnano a morire Anche vivendo non lo toccherai mai ma lo sentirai fluire lo trovi in chi anche con le ali cammina in ginocchio Non nella solitudine delle folle ma nella dignità dell'uomo solo M’insegnò che d'un mare spoglio in profondità si cela la ricchezza Che un vero re non con la sua ricchezza ma con la povertà regna Se la vita non è che un campo di battaglia che grida pietà Mi tolse l'ambizione e mi vestì per sempre il mio terzo angelo è l'umiltà IV) Il mio quarto angelo è il più potente in assoluto Squarcia veli nell'oscurità d'un mondo crudo Punto di luce in sospensione sul buio scongiura la morte Annichilisce le faste previsioni della più avversa sorte Incrollabile mi riconforta nella coscienza dei miei simili Non è religioso non porta croce non fu creato dagli uomini In piena guerra vi fece il dono di mille spade Ora il vostro modo di vivere è il dono che gli fate Mi spinge credere che tanto si scioglie la grandine Che sotto il gelo eterno divampano campi di fiamme Mi fece pilastro al centro d' un mondo che cede E' la mia munizione il mio quarto angelo è la fede Dj Pohnzi |
Post n°398 pubblicato il 07 Febbraio 2019 da DJ_Ponhzi
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Inviato da: cassetta2
il 27/10/2023 alle 14:41
Inviato da: Marion20
il 30/09/2023 alle 01:41
Inviato da: cassetta2
il 13/05/2022 alle 09:13
Inviato da: cassetta2
il 18/04/2022 alle 09:54
Inviato da: amistad.siempre
il 08/07/2021 alle 18:24