La Bestia del Gévaudan - Poetry Slam Il vento glaciale spazza le pianure d'Occitania .Nel cuore della foresta in una natura austera, nelle pianure ghiacciate si aggira una bestia dai canini affilati... Vorrei raccontarvi quello scritto nell’urlo della bestia La follia grida ma una scintilla di ragione resta Mondo in fiamme sulle lancette d’un tempo dannato “Bestia del Gévaudan” è il nome che mi fu dato La verità è che nulla mi tocca la fortuna m’ha lasciato Sotto un cielo plumbeo corro verso un Dio abbandonato Odo i profeti del nulla sullo sfondo il canto dei lupi Seguo il mio istinto foresta nera uomini ciechi destini muti So che faccio paura sul mio pelo sbavo sui lividi M’invidiano per i brividi che mi danno sentieri ripidi Mi temono per ciò che mai uomo riesce a prendere Nella crudeltà essere per quello che si appare essere Incasso la mancanza d’un padre dei baci d’una madre D’essermi ustionato le ferite sul fuoco delle strade Incasso le incomprensioni le delusioni il non lasciare traccia Forse l’esser perla di luce nell’oceano d’acqua marcia Incasso una vita a correr sul ciglio d’una rupe Tra minuti a valere solo per la paura che s’incute Incasso le vipere i serpi i demoni le corone di rovi Ed il cervello vostro dove si nascondon mostri Son Bestia! Come spiegarti se non sai afferrare Mostrarti gli occhi rossi se non li sai guardare Prendi il mare d’inverno e gettaci la polvere Avrai solo la mia storia scritta in parole povere E venne il giorno al volgere del secolo dei lumi Mi diedero la caccia, circondato , i cieli eran cupi Mi spensi sotto i colpi in una macabra danza Mi spararono per non sparare alla loro ignoranza Venne il giorno in cui una pallottola porto via Un mondo di poesia dentro mille sbarre di pazzia Di speranze di magia di tremare per un tuono D’un sole atteso dentro le stanze d’un nuovo giorno Fui “bestia” dissero perché mancavan le parole Perché le mani che portavan carità eran vuote Li lascio nell’era degli orologi senza tempo Al Dio numero per l’umanità che ha perso post scriptumOra sentilo il mio grido controvento alle veleNato contromano é il chiarore delle sereCorro sempre gambe spezzate buchi nel pettoMi temono di più ora che mi fecero spettroAzzanno bandiere con su scritti i vostri orgogliEffige d'un mondo andato ammarato tra gli scogliFiglio del sangue versato riflesso d'un cielo scarlattoIn prima linea tra i reietti sbrano al primo sbalzo Sono nella bandiera che sventola senza ventoNell oceano d'idee che nasce da un fruscelloNel NO dei servi nel pomeriggio di LiboniSu un deserto senz'acqua ricoperto di fiori Sentile le notti rigate dal mostro sono ululatoRaccontare ai fantasmi come mordere il fatoAnarchia sulle punte aguzze del tempoAbbatto stati chiese i muri possenti d'ogni castelloSolco le primavere son nel canto degli schiavi Nuovo battito nel cuore d' uomini stanchiNei gridi spenti nel sudore di chi sconta peneRoccia al centro della storia e le sue bufere Dj Pohnzi