Poesie Per Resistere

"La leggenda delle dita di Dio"


"La leggenda delle dita di Dio"Dj PohnziI)Marco aveva 15 anni seguiva i flussi di dentroCon un pianoforte strappava lacrime all'eternoNelle pianure di Vercelli s'alzavano melodieS'univano ai paesaggi che videro i canti delle mondineEra" diverso" da tutti gli fu ripetuto allo stremoChiudeva gli occhi sulle primavere che sanno d'invernoNella prigione dell "Asperger" fu scritto il suo fatoRisuonavano ancora nell'anima gli echi del " sei malato''Furia sui tasti ogni ferita una nota e mai bastaUna tempesta si placa solo ascoltando la sua rabbiaAlbe uguali in giorni che non portano buone nuoveSe il cielo non ha varchi un tasto disegna il soleSuona e parlaci delle parole che non hai mai saputo diredelle albe di speranze dei fiori a cui dedicavi poesiequando un semplice "buongiorno" diventa un segretoquando dire un "ti amo" é il sogno chiuso nel cassettoParlaci di tua madre dei suoi baci a reggerti per non cadereun'accordo per gli amici che avresti voluto avereIl Padreterno ha i suoi disegni ti tolse il sorriso getto' in un fossoMa ti diede la musica per coprire di bastonate il mondoSuona nelle notti in cui le note fanno il sangue caldoEd il pentagramma il muro tra te e la vita che é solo un' intervalloAl crepuscolo fiumi diventa ruscelli scintille soliNon é vero che senza persone attorno si é soliLe parole mai dette si srotolano e vanno crescendoLeopardi lo sapeva la notte non é notte se la passi dormendoIncomunicabile a questa vita chiedevi "perché" di nascostomille volte hai chiesto e 1001 non ti ha mai rispostoSuona e dai del tu all'infinitole 7 note insieme sono il tuo gridoSuona e non ti interrompere per la grandineperché non v'é che il silenzio tra due note a far maleDi tutto il resto non ne resta che un brusioSullo sfondo della leggenda delle dita di DioII)Venne il giorno in cui ci si trova capitani su una naveIn cui il destino invece di tacere decide di gridareNulla t' aspettava se non le note  che preparano al viaggiocome i venti che della tempesta sono il  presagioLa notte più importante s'illumina se al centro ci sei teAl Giuseppe Verdi di Torino Rachmaninov concerto trePortasti le ferite e briciole per l'ultima cenas’alzò il sipario  non su un pianista ma su una vita interaSfiorasti il  tasto il dolore si sublima in suono acutoPrendi la notte in cui morì tua madre trasformala in urloSi può suonare per dare senso ad un tramonto colorare la vitao per noia o per scrollarsi di dosso la corona  spineFuria sui tasti si rinasce o nel silenzio o nelle gridai lividi sulla pelle son solo musica che non è mai uscitaCicatrici riempiono il giardino sopra un cielo stellatai fiori non crescono dalla terra ma da un cielo annebbiatoSuona e suona ancora gli uomini non possono che restar mutiSuona e suona sempre si può vorticare in aria restando seduti E quando la musica smetterà non potrà che seguire silenzioA raccontare a tutti la leggenda delle dita di DioDj Pohnzi