L'alba di Ulisse - il segreto dell'umanesimoI)In principio v'è sempre un alba col sole distrattoe una vita che sanguina come una mano stringe il corallo Spuma scogli onde grida si mischiano in rugoso suonoArricchiscono i venti e forgian la tempra d'un uomo In principio v'è sempre Ulisse e la sua barcacorpo di cicatrici metafora d'una vita gramail senso nelle onde sdentate che traccian stradeIl perché nell'aria che trafigge di mille spadeSalpa ed ogni giorno è il riproporsi d'un ricordocioè un mare salmastro specchio d'un cielo torvoE sotto i suoi piedi un Dio dai pensieri pieniUmile nel non darci risposte ad annegar pensieriprofumo di zagara filo d'Arianna per la tua casaTutto é sempre scritto nell'acqua che ti bramaRacconta le sue storie ad ogni marinaio nel suo portola vita non è che un volare sugli abissi di fondoDio che da tempi immemori depositi sogni in mareUlisse non fa che liberarli con un semplice vagareUlisse il Pescatore si nutre di pesce e di disegnare Sull'orizzonte nuovi volti d' uomini da abbracciareOmbre di gabbiano in volo tracciano la rottae scogliere ultimo abbraccio d'una terra spogliaIl grecale ti fa perdere i sensi dilania ore che il giorno muore lo decidono le mani che tiran cordeII) In principio v'è sempre un’ alba ma oggi era diversaGelido il suo abbraccio oggi scrive più d'una pennaSalpò su un mare che divenne deserto d'azzurropovero d'idee dell'uomo che fan la primavera autunnoliberi da guinzagli i venti oggi fendon l'ondaCielo spoglio d'uccelli pieno di nuvole annuncia pioggiai pensieri più capricciosi del tempo e ci si invorticae un domani assente curvo sull'orizzonte d'una vita osticaEppure il mare nostrum ne vide tante il suo sapere vastoGuerre pace miseria ricchezza raccolse le lacrime d'ArgoGiusto nell'ingoiare vecchi e bimbi bianchi e neri poveri e ricchiStretto tra estremi nato da una guerra d'idee Scilla e CariddiSa che non molto trasforma zeffiri in uraganiChe niente più dell'uomo cela profondità abissaliArde gelido trasforma l'acqua calda in corrente freddaperché non si impara da un mare calmo ma in tempestaOgni giorno un'alba ti sveglia e viene prenderesquotere nelle tue certezze ogni giorno si puo' rinascereLe prime luci son parole che annuncian il seguitoche narran le gesta d'un eroe o codardo con un brividoIII) In principio v'é sempre un alba ed oggi arriva al dunqueAd un pescatore si chiede d'afferrare la storia che fuggevide perle depositate dal cielo che sta piangendouomini in mare dispersi ma sempre meno d'un mondo persoNon esita buttò il cuore in mezzo alle correnti della storiaquando un mondo sgretolato si fa crepuscolo senza gloriaportati dai venti d'un umanità che non fa che guardareEccoli regali portati dal mare come solo lui sa fareAfferrò mani e braccia e li tirò sulla barcavestiti di vergogna cucito loro addosso come una giacca Il cielo riversava pioggia inarrestabile come quando crea mondisperando di levargli di dosso l'inchiostro d'infamità sui corpiRitornò a riva pieno di libri musiche e sapere in codicicon ciò che per mancanza di lessico ora chiaman "profughi"il paese si riversava concetti addosso per credersi diverso"occidente" "oriente"" nord ""sud" parole vuote di senso come una cattedrale senza Dio preghiere ed incensoraccolse vite da un blu che portava donicolse l'essenza di scintille che diventan soliConoscenze ancestrali ne creano altre in battesimo quando nell'eclisse della ragione nasce l'umanesimo
L'alba di Ulisse ... Dj
L'alba di Ulisse - il segreto dell'umanesimoI)In principio v'è sempre un alba col sole distrattoe una vita che sanguina come una mano stringe il corallo Spuma scogli onde grida si mischiano in rugoso suonoArricchiscono i venti e forgian la tempra d'un uomo In principio v'è sempre Ulisse e la sua barcacorpo di cicatrici metafora d'una vita gramail senso nelle onde sdentate che traccian stradeIl perché nell'aria che trafigge di mille spadeSalpa ed ogni giorno è il riproporsi d'un ricordocioè un mare salmastro specchio d'un cielo torvoE sotto i suoi piedi un Dio dai pensieri pieniUmile nel non darci risposte ad annegar pensieriprofumo di zagara filo d'Arianna per la tua casaTutto é sempre scritto nell'acqua che ti bramaRacconta le sue storie ad ogni marinaio nel suo portola vita non è che un volare sugli abissi di fondoDio che da tempi immemori depositi sogni in mareUlisse non fa che liberarli con un semplice vagareUlisse il Pescatore si nutre di pesce e di disegnare Sull'orizzonte nuovi volti d' uomini da abbracciareOmbre di gabbiano in volo tracciano la rottae scogliere ultimo abbraccio d'una terra spogliaIl grecale ti fa perdere i sensi dilania ore che il giorno muore lo decidono le mani che tiran cordeII) In principio v'è sempre un’ alba ma oggi era diversaGelido il suo abbraccio oggi scrive più d'una pennaSalpò su un mare che divenne deserto d'azzurropovero d'idee dell'uomo che fan la primavera autunnoliberi da guinzagli i venti oggi fendon l'ondaCielo spoglio d'uccelli pieno di nuvole annuncia pioggiai pensieri più capricciosi del tempo e ci si invorticae un domani assente curvo sull'orizzonte d'una vita osticaEppure il mare nostrum ne vide tante il suo sapere vastoGuerre pace miseria ricchezza raccolse le lacrime d'ArgoGiusto nell'ingoiare vecchi e bimbi bianchi e neri poveri e ricchiStretto tra estremi nato da una guerra d'idee Scilla e CariddiSa che non molto trasforma zeffiri in uraganiChe niente più dell'uomo cela profondità abissaliArde gelido trasforma l'acqua calda in corrente freddaperché non si impara da un mare calmo ma in tempestaOgni giorno un'alba ti sveglia e viene prenderesquotere nelle tue certezze ogni giorno si puo' rinascereLe prime luci son parole che annuncian il seguitoche narran le gesta d'un eroe o codardo con un brividoIII) In principio v'é sempre un alba ed oggi arriva al dunqueAd un pescatore si chiede d'afferrare la storia che fuggevide perle depositate dal cielo che sta piangendouomini in mare dispersi ma sempre meno d'un mondo persoNon esita buttò il cuore in mezzo alle correnti della storiaquando un mondo sgretolato si fa crepuscolo senza gloriaportati dai venti d'un umanità che non fa che guardareEccoli regali portati dal mare come solo lui sa fareAfferrò mani e braccia e li tirò sulla barcavestiti di vergogna cucito loro addosso come una giacca Il cielo riversava pioggia inarrestabile come quando crea mondisperando di levargli di dosso l'inchiostro d'infamità sui corpiRitornò a riva pieno di libri musiche e sapere in codicicon ciò che per mancanza di lessico ora chiaman "profughi"il paese si riversava concetti addosso per credersi diverso"occidente" "oriente"" nord ""sud" parole vuote di senso come una cattedrale senza Dio preghiere ed incensoraccolse vite da un blu che portava donicolse l'essenza di scintille che diventan soliConoscenze ancestrali ne creano altre in battesimo quando nell'eclisse della ragione nasce l'umanesimo