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l decreto mille proroghe sdogana i call center. All’utente non resta che appellarsi al codice della privacy


Con l’entrata in vigore del decreto mille proroghe, arriva il rischio assedio telefonico dei venditori. Il provvedimento, infatti, riporta la situazione a prima dell’estate 2005, quando i numeri telefonici contenuti negli elenchi erano liberamente utilizzabili dalle società di marketing.Cosa dice la leggeLe nuove regole del gioco, arrivate grazie ad un emendamento presentato in occasione della conversione del decreto legge 207/208, sono chiare: le banche dati costituite in base ad elenchi telefonici, formati prima del 1° agosto 2005, sono liberamente utilizzabili per fini promozionali fino al 31 dicembre 2009, anche senza il consenso degli interessati.Come difendersiNonostante il nuovo corso legislativo, l’utente non rimane privo di tutela. Per prima cosa il testo del mille proroghe stabilisce che i dati personali sono lecitamente utilizzabili dai soli titolari del trattamento che hanno provveduto a costituire banche dati prima del 1° agosto 2005: resta illecita, quindi, la vendita di tali informazioni.Inoltre restano validi gli strumenti anti-spamming previsti sia dal codice delle privacy sia dai successivi provvedimenti del Garante. Essi prevedono che l'utente può in primo luogo chiedere a chi lo chiama di spiegargli da dove sono stati estratti i dati personali che lo riguardano. Il secondo diritto è che venga rispettata la sua volontà di non essere più disturbato con offerte promozionali; in terzo luogo può esigere che i suoi dati siano cancellati dal data base del call center nel quale sono stati inseriti (servendosi, se non bastasse la richiesta a voce, del modulo scaricabile dal sito del Garante, che potrà inviare al responsabile del trattamento dei dati personali).  Nel caso l’assedio telefonico da parte della società non dovesse cessare, potrà inviare una segnalazione all'autorità stessa.