Creato da ilpoliedroambiente il 07/04/2008

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COSTE EUROPEE A RISCHIO

Post n°220 pubblicato il 06 Ottobre 2008 da ilpoliedroambiente
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Le coste europee sono a rischio, più che in altre parti del mondo. L'innalzamento del livello dei mari europei, causato dai cambiamenti climatici, è più veloce rispetto a quello degli altri mari. E' quanto emerge dall'ultimo rapporto "Impacts of Europe's changing climate", compilato dalla Commissione Europea, dall'Agenzia Europea per l'Ambiente e World Health Organization Union col contributo dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), dal gruppo Nazionale di Oceanografia Operativa diretto da Nadia Pinardi.

Tra gli autori del report figura anche Giovanni Coppini, ricercatore precario che, sottolinea Pinardi, ha dato un contributo fondamentale alla ricerca. Nei mari europei, si legge in una nota INGV, l'incremento del livello è più marcato che altrove, a causa dell'accelerato scioglimento della coltre nevosa e dei ghiacciai della Groenlandia, cosa che fa temere per l'Europa un maggiore impatto negativo. Dal rapporto si evince che il tasso di aumento del livello delle acque rilevato dai satelliti artificiali è ormai giunto alla media di 3,1 mm l'anno, con una crescita di ben 1,3 mm rispetto alla media calcolata sul secolo scorso.

Questo incremento non risulta egualmente distribuito su tutti gli oceani della Terra, ma varia da zona a zona in funzione delle correnti oceaniche e dei variabili effetti della gravità. Gli scenari elaborati per prevedere le possibili le conseguenze di questo fenomeno per l'Europa non sono per nulla rassicuranti e 'minacciano' l'aggravarsi delle inondazioni, pericoli per le coste soggette all'azione erosiva delle onde, perdita di vaste aree pianeggianti sul livello del mare, infiltrazioni di acque salate nell'entroterra con il conseguente inquinamento delle riserve di acqua dolce.

L'allarme riguarda la pesca che già ora appare in crisi in diverse aree del nostro continente ma il rischio, secondo la Coldiretti, in Italia riguarderebbe direttamente la pianura padana, dove si coltiva un terzo del Made in Italy agroalimentare. Gli effetti del surriscaldamento del pianeta non sono solo la sottrazione di terreni fertili, ma anche - precisa la Coldiretti - il cambiamento delle condizioni ambientali tradizionali per la stagionatura dei salumi, per l'affinamento dei formaggi o l'invecchiamento dei vini.

Una situazione che di fatto, prosegue la Coldiretti, mette a rischio di estinzione il patrimonio di prodotti tipici Made in Italy che devono le proprie specifiche caratteristiche "essenzialmente o esclusivamente all'ambiente geografico comprensivo dei fattori umani e proprio alla combinazione di fattori naturali e umani".

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