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PENSIONI:NOVITA' 2009


(FONTE:il messaggero)ROMA (28 dicembre) - Il 2009 porterà un adeguamento al costo della vita un po’ più sostanzioso degli anni precedenti per chi la pensione già ce l’ha, e nuove regole di cui tener conto per coloro che invece si preparano a lasciare il lavoro. Il nuovo anno, nel settore della previdenza, dovrebbe essere caratterizzato anche da una certa ripresa della corsa verso il pensionamento (+8,5 per cento per la sola Inps), con conseguenti maggiori uscite per gli enti previdenziali.Il primo appuntamento è fissato proprio all’inizio di gennaio. Scatterà l’adeguamento delle pensioni al costo della vita. Il meccanismo di perequazione prevede che ogni anno l’importo della pensione sia incrementato sulla base del tasso di inflazione medio dell’anno precedente. Nel 2008 l’aumento fu dell’1,6 per cento, in una fase in cui i prezzi viaggiavano a ritmi ben maggiori: questo perché la media 2007 teneva conto di un andamento molto più tranquillo fino all’estate. Il tasso ufficiale risultò poi dell’1,7 per cento, un decimale più alto di quello provvisorio: questa minuscola differenza verrà recuperata da quest’anno anche sulle pensioni arretrate.Nel 2009 la situazione si rovescerà: scatterà un incremento un po’ più robusto, in una fase in cui la corsa dei prezzi rallenta. Sulla base dei dati provvisori sull’inflazione 2008, l’incremento che i pensionati italiani vedranno applicato al proprio assegno da gennaio sarà del 3,3 per cento. L’adeguamento riguarderà - nella misura del 75 per cento - anche le pensioni di importo superiore a otto volte il minimo (circa 3.500 euro al mese), per le quali lo scorso anno non era scattato nessun aumento.Sempre il primo gennaio si aprirà anche la prima finestra di uscita del 2009 per l’anzianità e la vecchiaia. Sono interessati, nel primo caso, i lavoratori dipendenti che hanno maturato i requisiti entro il 30 giugno 2008, e che quindi hanno dovuto ritardare l’uscita a causa del dimezzamento delle finestre di uscita passate lo scorso anno da quattro a due; esce anche chi ha raggiunto i 40 anni di contributi entro il 30 settembre. Per la vecchiaia è il turno di chi ha raggiunto i 65 anni di età (60 per le donne) entro il 30 settembre di quest’anno, o entro il 30 giugno nel caso degli autonomi.Un’altra importante novità riguarda il cumulo tra reddito e pensione: il relativo divieto è abolito dal primo gennaio, anche con valore retroattivo. Questo vuol dire che le future pensioni di anzianità sono totalmente cumulabili con i redditi da lavoro autonomo e dipendente, mentre per quelle già assegnate in precedenza la cumulabilità vale per le rate di pensione dal 2009 in poi. Ci sono però alcune eccezioni. Resta il divieto di cumulo per chi è andato in pensione optando per il lavoro a tempo parziale, mentre le nuove norme non si applicano automaticamente alle casse professionali e agli enti privatizzati.Per coloro che invece i requisiti della pensione di anzianità devono ancora maturarli, una data da tenere ben presente è quella del primo luglio. Fino ad allora infatti varranno le regole scattate il primo gennaio dello scorso anno: dunque diritto all’uscita con almeno 58 anni di età e 35 di contributi. Da luglio invece si passerà al meccanismo della “quota 95” (o 96 per i lavoratori autonomi). Ferme restando un’età minima di 59 anni (60 per gli autonomi) e un’anzianità contributiva di 35, si potrà lasciare il lavoro se sommando i due requisiti si ottiene appunto 95, nel caso dei lavoratori dipendenti: quindi 60 e 35 oppure 59 e 36.C’è però un particolare importante precisato dall’Inps in una circolare dello scorso maggio: ai fini della quota valgono anche le frazioni di anno. Dunque si maturerà il diritto alla pensione, ad esempio, anche con 59 anni e 6 mesi di età e 35 e 6 mesi di contributi. Questa interpretazione più favorevole può comportare un anticipo di qualche mese nell’uscita.