Invito alla politica

IL VOTO ANTI- "PIANISTI" IN PARLAMENTO


(FONTE:il sole24ore)Prova d'orchestra per il nuovo sistema di votazione a Montecitorio in vigore dalla prossima settimana. Con i giornalisti parlamentari, onorevoli per un'ora. È stata, infatti, la stampa parlamentare a testare questa mattina il sistema basato sul riconoscimento delle impronte digitali, per porre fine al malcostume dei cosiddetti "pianisti",  i deputati che votano per i loro colleghi assenti. Giornalisti, dunque, per la prima volta dall'altra parte della barricata: tante volte in tribuna con carta e penna, ora sugli scranni. In aula i giornalisti armeggiano con le tessere per il collaudo, ritirate nella mattinata dopo il deposito delle "minuzie" dei polpastrelli. È il presidente della Camera Gianfranco Fini a dare il via alla prova generale. L'onorevole d'ora in poi dovrà inserire la tessera e potrà votare solo per se stesso. «C'é la prova provata che è impossibile votare per un altro», ha detto il presidente della Camera, ricordando come la «guerra» ai "pianisti" sia stata dichiarata dall'ufficio di presidenza «all'unanimità».Si vota sulla proposta di legge costituzionale dei colleghi Bongarrà e Conte, rispettivamente Ansa e Apcom: si chiede la riduzione del numero dei componenti della Camera dei deputati da 630 a 400. Subito è siparietto. Francesco Bongarrà illustra il provvedimento. Dagli scranni della Lega si alza la collega Tartarini che a nome dei "cronisti del Nord" e per combattere "Roma ladrona" chiede che si voti il suo emendamento per ridurre a 300 i deputati. Si vota. In alcune postazioni con difficoltà, anche se poi si è accertato che erano dipese più dall'imperizia dei colleghi che dalla farraginosità del meccanismo. Per votare, infatti, dopo aver inserito la scheda in una feritoia ad hoc, basta semplicemente appoggiare l'indice sinistro su un piccolo sensore e poi schiacciare i soliti bottoni con la mano destra per dire sì, no o per astenersi non appena il presidente dichiara aperta la votazione. Forse si dovrà tenere aperta la votazione qualche secondo in più, ma per il resto la tempistica non cambia visto che, secondo i dati forniti da Fini, nelle 2.667 votazioni effettuate è stato possibile arrivare a fare cinque votazioni in un minuto solo 12 volte. La media è di una votazione al minuto. In più, ha osservato sempre Fini, si guadagnerà tutto il tempo che di solito si perde a denunciare i "pianisti" dello schieramento opposto.La grande maggioranza dei parlamentari, ha già rilasciato le cosiddette «minuzie», ma ci sarà tempo fino alle ore 18 di martedì 10 marzo per depositarle. Fini ha annunciato che sono al momento 19 i deputati «obiettori», che non hanno consegnato le impronte a fronte di 500 che hanno accettato l'innovazione. Due deputati «per ragioni fisiche» sono stati dispensati. Gli «obiettori» (fra loro ci sono il leghista Matteo Brigandì ed il segretario del Pri Francesco Nucara) potranno votare con il vecchio sistema, ma i loro nomi saranno resi pubblici. Manca all'appello anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. «Sono convinto – ha sottolineato il presidente Fini - che i ritardatari provvederanno, d'altronde in Italia siamo abituati a fare le cose all'ultimo minuto». Vedremo, ha detto Fini, quale sarà il numero di coloro che preferiscono utilizzare il vecchio sistema di voto, cosa ampiamente prevista. «Ma sarà comunque impossibile, se il loro numero sarà effettivamente ridotto, che prosegua questo malcostume dei "pianisti"». «La Camera approva la riduzione a 300 del numero dei deputati». Si chiude così la seduta di prova del sistema. Peccato, però, che non siano stati i parlamentari a diminuire il numero degli scranni di palazzo Montecitorio, ...