Invito alla politica

UN RAPPORTO AVEVA CENSITO GLI EDIFICI PUBBLICI AD ALTO RISCHIO


[Cyberpresse.ca]  Un rapporto della protezione civile italiana aveva avvertito nel 1999 le autorità dell’Abruzzo (centro Italia) in merito alla “alta vulnerabilità”, in caso di sisma, di parecchie decine d’edifici pubblici e ne chiedeva la messa a norma, un dossier rimasto lettera morta, ha riportato la stampa giovedì.Questa “mappa dettagliata” dei rischi sismici nelle sette regioni del sud Italia, realizzata dieci anni fa da Franco Barberi, l’allora numero uno della Protezione civile, aveva permesso lo studio di 42.106 edifici pubblici, riferiscono La Stampa e il Corriere della Sera.In questo rapporto, un totale di 171 edifici scolastici erano stati dichiarati “altamente vulnerabili” in caso di sisma.Negli ultimi giorni, l’80% degli edifici scolastici o di formazione de L’Aquila, epicentro della regione devastata il 6 aprile da un terremoto che ha causato circa 300 morti, è stato dichiarato inagibile dagli esperti incaricati di valutare i danni.Altri edifici della città – la prefettura, il conservatorio ed anche la biblioteca -, precedentemente considerati ad “alto rischio” o a “rischio medio”, sono crollati o sono stati considerevolmente danneggiati durante il sisma di dieci giorni fa.La protezione civile aveva ugualmente segnalato altri 55 edifici del settore sanitario dell’Abruzzo: per quanto riguarda l’ospedale San Salvatore de L’Aquila, crollato in parte il 6 aprile, il rapporto parlava di “vulnerabilità media” e si preoccupava principalmente dei suoi muri la cui costruzione era “anteriore al 1919”.Dal punto di vista delle abitazioni, il rapporto stimava che più di 550 case o edifici in pietra o in mattoni della città erano di “cattiva qualità” e difficilmente avrebbero resistito in caso di sisma.I dati forniti dalla protezione civile erano stati integrati nella banca dati della regione Abruzzo, che aveva realizzato altre perizie per conto proprio, terminate nel 2007. Un lavoro tuttavia “rimasto lettera morta”, riassume il Corriere della Sera.