Invito alla politica

L’insulto di Silvio Berlusconi agli Obama potrebbe rivelarsi un passo azzardato


Articolo di Politica estera, pubblicato martedì 29 settembre 2009 in Gran Bretagna.[The Times] Di questi tempi vi è la tendenza, sia in Italia che nel resto del mondo, a liquidare le gaffe di Berlusconi come “tipiche di Silvio”.Le reazioni spaziano da un rassegnato “eccolo che ricomincia” fino ad una sincera ammirazione da parte di quegli italiani che accettano l’idea che il suo umorismo da osteria lo renda “uno di loro”, nonostante la sua ricchezza ed il suo potere.Quando l’anno scorso insultò per la prima volta Obama definendolo abbronzato, Berlusconi reagì alle critiche sostenendo che i suoi detrattori non avevano senso dell’umorismo. Alcuni italiani hanno reagito con sdegno, mentre molti di quelli che l’anno scorso hanno eletto Berlusconi per la terza volta si sono detti d’accordo con lui.C’è una certa venatura di razzismo e xenofobia nella coalizione di centro-destra guidata da Berlusconi, e questo lo si può notare dai riferimenti presenti nelle dichiarazioni fatte durante il comizio a Milano del Popolo delle Libertà (PdL) non solo al colore di Obama ma anche al sospetto che quest’ultimo legga i suoi discorsi da un gobbo.C’è anche complicità tutta maschile nell’accettazione del comportamento libertino di Berlusconi verso le donne – che ricorda quello di Benito Mussolini – portato avanti parallelamente alla promozione dei valori familiari.Ma aver insultato sia Michelle Obama che il Presidente degli Stati Uniti potrebbe essere stato davvero troppo. Questo comportamento da buffone nasconde infatti una realtà ben più preoccupante: Berlusconi vede se stesso come un leader sia a livello nazionale che mondiale così importante da essere al di sopra della legge.Per la maggior parte delle persone al di fuori dall’Italia, l’idea che Berlusconi abbia un ruolo cruciale “aiutando”, ad esempio, le trattative tra Stati Uniti e Mosca è ridicola. Ma Berlusconi sa come comportarsi a casa propria; le sue “gaffe” vengono spesso calcolate per mostrare che egli ha un rapporto diretto con l’italiano medio.Queste in verità nascondono tuttavia un’arroganza ed un autoritarismo che trasmettono il messaggio opposto, cioè di essere andato oltre le più scontate norme di comportamento. Nessun altro leader immischiato in scandali a sfondo sessuale avrebbe osato fare una dichiarazione tanto ridicola, così come ha fatto a Milano, quale quella di aver “introdotto la moralità” nella politica italiana.Il fatto che non sia stato sommerso dalle risate riflette in parte il suo enorme potere sui media. In qualsiasi altra nazione occidentale un uomo che controlla tre delle principali reti televisive non avrebbe mai potuto diventare Primo Ministro.L’Italia, per contro, ha raggiunto il punto in cui persino la Rai, la televisione di Stato pubblica, deve fare i conti con pesanti multe per aver rivelato dopo tanto tempo agli italiani – l’80% dei quali apprende le notizie solo attraverso la televisione – che Berlusconi è sospettato di aver passato la notte delle elezioni di Obama con una prostituta.La stampa ed i media in genere sono intimiditi da misure di ritorsione che possono essere sia pressioni che querele. L’opposizione di centro-sinistra ha preparato una manifestazione questo fine settimana in difesa della libertà di stampa.Ma questa opposizione è demoralizzata e divisa. La vera opposizione viene dalle stesse fila di Berlusconi, con Gianfranco Fini, il co-fondatore del PdL, in attesa di diventare il suo successore.La prossima settimana la Corte Costituzionale dovrà decidere se la legge voluta l’anno scorso da Berlusconi a garanzia della propria immunità da procedimenti penali sia valida o meno. Nel caso questa legge dovesse venir dichiarata incostituzionale, sono previste agitazioni nel panorama politico.Berlusconi potrebbe dimettersi e chiedere elezioni anticipate, sicuro del fatto che il suo mandato verrà riconfermato dagli elettori. Quelli che nel centro-destra temono che un simile comportamento possa non solo danneggiare l’immagine dell’Italia all’estero ma mettere in pericolo la democrazia del Paese, credono però che le cose andranno diversamente.