Un giorno alcuni uomini discutevano su quale fosse la cosa più importante e buona che avesse creato Dio. Il primo disse che la cosa più buona è l'olfatto perché ti permette di sentire il profumo delle rose, l'odore del fieno, e pregustare la fragranza dei cibi. L'altro gli rispose che il gusto è più importante perché senza di esso nessun alimento avrebbe sapore. Un terzo sosteneva invece che la vista è la cosa più bella del mondo perché senza, la vita sarebbe grigia e buia: il cieco non può sfogliare i petali bianchi delle margherite né stupirsi ai colori dell'arcobaleno. L'altro ancora sosteneva che senza il tatto tutte le cose sarebbero inutili perché anche se vicine sono di fatto lontane; mentre lo stesso cieco grazie al tatto riesce a riconoscere tutto. Ma se il cieco, disse un altro ancora, non sente i rumori rischia di cadere, mentre il suo cuore trova consolazione al canto del canarino. Così discutendo incrociarono il vecchio saggio del paese e a lui chiesero chi di loro avesse ragione. Il saggio rispose: "Nell'unità la bellezza". I cinque uomini dopo un po' all'unisono dissero: "È l'uomo perché ha tutto ciò". Ma il saggio replicò: "Nell'unità la perfezione" e mentre essi si interrogavano, continuò: "Senza il creato l'uomo sarebbe inutile: non avrebbe montagne da ammirare, non avrebbe frutti da mangiare, non avrebbe ginestre da odorare, non sentirebbe stormire il vento tra le foglie, non proverebbe il calore dell'abbraccio". "Allora la cosa più bella che ha fatto Dio è il Tutto!".
Il Tutto
Un giorno alcuni uomini discutevano su quale fosse la cosa più importante e buona che avesse creato Dio. Il primo disse che la cosa più buona è l'olfatto perché ti permette di sentire il profumo delle rose, l'odore del fieno, e pregustare la fragranza dei cibi. L'altro gli rispose che il gusto è più importante perché senza di esso nessun alimento avrebbe sapore. Un terzo sosteneva invece che la vista è la cosa più bella del mondo perché senza, la vita sarebbe grigia e buia: il cieco non può sfogliare i petali bianchi delle margherite né stupirsi ai colori dell'arcobaleno. L'altro ancora sosteneva che senza il tatto tutte le cose sarebbero inutili perché anche se vicine sono di fatto lontane; mentre lo stesso cieco grazie al tatto riesce a riconoscere tutto. Ma se il cieco, disse un altro ancora, non sente i rumori rischia di cadere, mentre il suo cuore trova consolazione al canto del canarino. Così discutendo incrociarono il vecchio saggio del paese e a lui chiesero chi di loro avesse ragione. Il saggio rispose: "Nell'unità la bellezza". I cinque uomini dopo un po' all'unisono dissero: "È l'uomo perché ha tutto ciò". Ma il saggio replicò: "Nell'unità la perfezione" e mentre essi si interrogavano, continuò: "Senza il creato l'uomo sarebbe inutile: non avrebbe montagne da ammirare, non avrebbe frutti da mangiare, non avrebbe ginestre da odorare, non sentirebbe stormire il vento tra le foglie, non proverebbe il calore dell'abbraccio". "Allora la cosa più bella che ha fatto Dio è il Tutto!".