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Post n°72 pubblicato il 17 Novembre 2006 da MDN86
Paolo Farinella, prete di Genova invia un Appello/Manifesto A tutte le Amiche e Amici, credenti e non credenti. Lettera aperta al papa con raccolta di firme contro il ritorno alla Messa di Pio V (1570-1962) e in difesa del Concilio Vaticano II. Uno spettro si aggira sulla Chiesa. Il papa Benedetto XVI si sta accingendo a pubblicare, forse per l’08 dicembre 2006 un «motu proprio» con cui concederà «come diritto» la facoltà di celebrare la Messa secondo il rito di papa Pio V del 1570 in vigore fino al 1962: rigorosamente in latino (ecclesiastico) e con il prete che dà le spalle al popolo. Si ritorna al pre-concilio, alla chiesa degli anni ’50. Un gruppo francese di Bordeaux è già stato autorizzato. Vogliamo dire al papa che in forza del diritto e della dottrina egli non può ripristinare la Messa di Pio V senza diventare complice di ciò che i fondamentalisti sono e rappresentano e della denigrazione costante a cui sottopongono il concilio e i suoi papi: Giovanni XXIII e Paolo VI. No! Noi non ci stiamo! Il rito di Pio V fu abolito da Paolo VI e sostituito con la riforma del Concilio che nemmeno il papa può abolire, modificare o rinnegare. L’indulto della Messa di Pio V riguarda prevalentemente i discepoli del vescovo Marcel Lefebvre e i nostalgici dei «bei tempi andati», i quali già cantano vittoria e vedono in questo cedimento papale il primo passo verso l’abrogazione ufficiale del concilio per essi erroneo se non scismatico. Qualcuno dirà che si tratta di una bega interna alla Chiesa e che quindi «come non credente»… passa all’ordine del giorno. Personalmente penso che sia una questione della massima gravità che dovrebbe interessare e appassionare tutti, credenti e non credenti. In Francia sta succedendo un putiferio. Se passa questa linea di ritorno al passato, vinceranno i fondamentalisti cattolici sostenuti e finanziati dalle estreme destre fasciste di tutto il mondo per un ritorno dello Stato e della politica ad essere la longa manus laica del potere ecclesiastico. La Messa di Pio V (1570) è una bandiera, un vessillo per una nuova battaglia di Lepanto contro il mondo moderno. I lefebvriani attribuiscono le cause dello sfacelo del mondo e della Chiesa al Concilio ecumenico Vaticano II. Sono contro la libertà religiosa, contro l’ecumenismo, contro la democrazia, contro lo Stato di diritto, contro la laicità dello Stato perché sono a favore solo di se stessi e con se stessi. Molta della politichetta in giro per il mondo è suggerita e sostenuta da costoro, che sostengono nel mondo dittatori (non rossi of corse!) e militari e come in Italia hanno sostenuto a spada tratta il governo e la maggioranza di Berlusconi. I nostri politici saranno i primi ad accorrere a parlar latino. Se passa questo indulto il concilio viene derubricato a semplice incidente della storia, messo da parte e affossato. E’ la politica che finora ha guidato la Cei sotto la gestione del cardinale Ruini che mirava ad un progetto culturale con cui condizionare la società italiana, specialmente oggi che è venuto a mancare il famigerato e cosiddetto partito cattolico, splendidamente sostituito dagli atei devoti. Il Convegno di Verona ne è un esempio e l’icona: ha dominato il clericalismo, ha zittito il laicato, ha dato visibilità alla facciata con dietro il vuoto assoluto: né progetto né cultura, né tanto meno Cristo e il Vangelo. Verona è stata l’apoteosi di Ruini e dei chierici pagani teo-con e la sconfessione del pur timido Tettamanzi. La Cei degli ultimi 15 anni pur di condizionare la politica e passando sopra ad ogni contraddizione morale, non ha esitato ad allearsi con uomini oscuri, faccendieri, evasori fiscali, corruttori, affiliati alla P2, divorziati e senza parvenza di etica come Berlusconi (vassalli, valvassori e valvassini incorporati) sempre pronti ad essere proni, pur di averne un tornaconto elettorale e politico. In questo progetto c’è l’ansia per dominare la gestione del potere, ma manca soltanto Cristo e la logica della Croce. C’è un grande malessere oggi nella Chiesa e nella società, dominate da un egoismo individuale e corporativo, dove ciascuno fa fatica a vedere «l’interesse comune» come dimensione e misura del bene personale. Poiché il tempo è breve, vorrei raggiungere 10.000 firme entro il 2 dicembre per avere il tempo di spedirle materialmente in Vaticano. Possiamo farcela, dobbiamo farcela. Chi conosce giornalisti della carta stampata o della tv, s’impegni a dare risalto a questa raccolta di firme con cui ci opponiamo allo sfascio del concilio, ad un ritorno al passato e ci apriamo alla speranza di un nuovo concilio da celebrare a Gerusalemme che abbia al centro i grandi problemi che assillano l’umanità a cominciare dalla pace in Medio Oriente. A quanti firmeranno, il mio grazie di cuore, a quanti non firmeranno, il mio grazie di cuore. Personalmente su questo fronte sono pronto a pagare qualsiasi prezzo, come sempre è stato, come sarà e come è giusto. Paolo Farinella, prete Genova |
Post n°71 pubblicato il 13 Novembre 2006 da MDN86
Il primo disse che la cosa più buona è l'olfatto perché ti permette di sentire il profumo delle rose, l'odore del fieno, e pregustare la fragranza dei cibi. L'altro gli rispose che il gusto è più importante perché senza di esso nessun alimento avrebbe sapore. Un terzo sosteneva invece che la vista è la cosa più bella del mondo perché senza, la vita sarebbe grigia e buia: il cieco non può sfogliare i petali bianchi delle margherite né stupirsi ai colori dell'arcobaleno. L'altro ancora sosteneva che senza il tatto tutte le cose sarebbero inutili perché anche se vicine sono di fatto lontane; mentre lo stesso cieco grazie al tatto riesce a riconoscere tutto. Ma se il cieco, disse un altro ancora, non sente i rumori rischia di cadere, mentre il suo cuore trova consolazione al canto del canarino. Così discutendo incrociarono il vecchio saggio del paese e a lui chiesero chi di loro avesse ragione. Il saggio rispose: "Nell'unità la bellezza". I cinque uomini dopo un po' all'unisono dissero: "È l'uomo perché ha tutto ciò". Ma il saggio replicò: "Nell'unità la perfezione" e "Allora la cosa più bella che ha fatto Dio è il Tutto!". |
Post n°70 pubblicato il 12 Novembre 2006 da MDN86
Pubblichiamo un breve scritto di monsignor Demetrio Fernández, vescovo di Tarazona, dal titolo "Dio ama anche gli "omosessuali." Il testo spagnolo da me velocemente tradotto, è stato divulgato in tutti i paesi di lingua spagnola e inglese. Perfino in Turchia e qualche paese arabo meno "radicale". Ma non in Italia! Speriamo ancora, non che sia un testo teologicamente perfetto e liberatorio, ma almeno per la prima volta non siamo "abominio" ma amati buona domenica fra Roberto TARAZONA, sabato, 11 novembre 2006 Dio ama gli omosessuali, perché sono persone create da Lui per la sua gloria. Dio ama tutto quello che Egli ha creato e non disprezza nessuna delle sue creature. Non ci sono persone di prima classe e persone di seconda. Né meno ancora, persone eliminabili. "Esisto, dunque Dio mi ama immensamente", può dire ogni persona, sia come sia la sua condizione, sia come sia la sua situazione. Al principio, Dio creó l'uomo, maschio e femmina li creó. "E Dio vide che era cosa molto buona". Dio non si pente di nessuna delle creature che Egli porta a questo mondo. E tutti veniamo a questo mondo come frutto di un amore personale e creativo di Dio, al quale collaborano i nostri genitori come pro-creatori, ma il Creatore continua ad essere insostituibilmente Dio. Dio non si è sbagliato creando ognuno di noi. Dio crea l'anima spirituale, in maniera unica ed irripetibile, come il principio che anima tutto il nostro essere. Non siamo pura materia, o semplice insieme di reazioni chimiche. Siamo persone libere ed intelligenti che hanno un'anima, creata da Dio e data direttamente ad ognuno. Siamo un frutto dell'amore di Dio, e nella nostra propria crescita influiscono molte persone che ci circondano. Ma nell'origine della storia dell'umanità entrò il peccato, per iniziativa umana. La tentazione del demonio fu suggerire all'uomo e la donna: "Sarete come dei", e, affascinati per questa pretesa ingannevole, essi si allontanarono da Dio, disubbidirono alla sua sacra legge, peccarono contro Dio e turbarono tutta la natura creata. Questo è il peccato originale, col quale tutti nascono. Il peccato originale introdusse un blackout universale che solo la luce di Cristo ha potuto restaurare. A partire dal peccato originale, la natura intera soffre una confusione, un squilibrio, che ci colpisce tutti. E dentro la natura, l'uomo nasce ferito a causa del peccato. L'uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio, constata che questa immagine è sfumata, sfumata. Non tutto quello che è successo all'uomo, è buono. Più ancora, ha molte trovate e sentimenti che vanno contro Dio, e che fanno male a sé stesso e gli altri. Uno non sceglie il suo proprio sesso, per quanto lo dica il Parlamento. Qualunque sia la sua inclinazione (mettiamo da parte ora quello che ci sia di biologico, psicologico o educativo), l'uomo deve accettare sé stesso come è e deve vivere la sua sessualità in un clima di castità che gli insegni ad amare gratuitamente. La sessualità umana anche questa consunta dal peccato deve essere redenta da un amore sempre crescente, per il quale ogni uomo conta sulla grazia di Dio. Anche una persona con inclinazione omosessuale è amata da Dio e è chiamata all'amore che non necessariamente si esprime per l'esercizio della sessualità. Un mondo supererotizzato rende più difficile vivere la castità senza repressione, ma dove abbondò il peccato soprabbondò la grazia, e la redenzione di Cristo è grazia abbondante per vivere la castità con libertà, nella situazione personale nella che ognuno si trovi. La Vergine María che fu liberata di ogni peccato, perfino del peccato originale, è madre che ci ama uno ad uno e capisce questi nostri problemi. Guardandola capiamo meglio la nuova umanità alla quale Dio ci chiama. Ella è "dolcezza" e speranza nostra. Col mio affetto e benedizione: + Demetrio Fernández, vescovo di Tarazona |
Post n°69 pubblicato il 10 Novembre 2006 da MDN86
Allarme UNICEF per i bambini palestinesi vittime delle violenze nel nord di Gaza New York/Gerusalemme, 9 novembre 2006 - L'UNICEF esprime profonda angoscia per lo straordinario livello di violenze in corso nel nord di Gaza. Dal 1° novembre, l'UNICEF stima che siano 68 i palestinesi uccisi, tra cui 14 bambini. Le morti dell'ultima settimana, compresi i bambini uccisi nel bombardamento di ieri, si sommano al grave numero di vittime tra i bambini palestinesi, in costante crescita dallo scoppio della seconda intifada nel 2000, con 113 bambini finora uccisi nel 2006, oltre il doppio del totale dei bambini uccisi in tutto il 2005. Bambini e adolescenti, che costituiscono oltre la metà della popolazione palestinese, stanno vivendo in un drammatico stato d'assedio, che produrrà probabilmente effetti durevoli: hanno assistito all'uccisione di propri familiari e alla distruzione delle loro comunità; sono confinati nelle proprie abitazioni, in molti casi privi di cibo, acqua ed elettricità; non possono andare a scuola, recarsi in ospedale e di certo non possono uscire per giocare. Ogni bambino ha il diritto ad essere protetto, quale che sia il contesto in cui si ritrova a vivere. La protezione dei civili è un obbligo imposto dal diritto internazionale umanitario. |
Post n°68 pubblicato il 09 Novembre 2006 da MDN86
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Post n°67 pubblicato il 09 Novembre 2006 da MDN86
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Post n°66 pubblicato il 08 Novembre 2006 da MDN86
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Post n°65 pubblicato il 08 Novembre 2006 da MDN86
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Post n°63 pubblicato il 04 Novembre 2006 da MDN86
http://www.youtube.com/watch?v=6JEdf7XsV5g Buena Vista Social Club questo video è semplicemente...spettacolare! |
Post n°62 pubblicato il 03 Novembre 2006 da MDN86
RIVISTA GAY ACCUSA CONSIGLIERE DI RATZINGER Il periodico francese Tetu svela la denuncia di un giovane contro |
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Nickname: MDN86
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Sesso: M Età: 38 Prov: PE |
Inviato da: undefined
il 15/03/2009 alle 20:34
Inviato da: Anonimo
il 23/03/2008 alle 11:35
Inviato da: Anonimo
il 25/12/2007 alle 20:49
Inviato da: Anonimo
il 14/12/2007 alle 12:03
Inviato da: Anonimo
il 30/09/2007 alle 13:56