paese reale

Aria fritta aria avvelenata


Sarà un convegno di studi a risolvere il trentennale scandalo dell'amianto interrato dove c'era l'Isochimica, che soffoca il popoloso quartiere di Borgo Ferrovia ad Avellino? Saranno le rassicurazioni dei massimi rappresentanti istituzionali: il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, il neopresidente dell'Amministrazione provinciale, Domenico Gambacorta, il sindaco di Avellino, Paolo Foti, riuniti al Carcere borbonico nell'iniziativa democrat denominata "Luoghi idea(li)", per ascoltare le riflessioni dell'ex ministro per la Coesione territoriale del governo Monti, Fabrizio Barca, a ridare ottimismo agli abitanti di quella che un tempo era la zona industriale della città capoluogo? Sono domande che legittimamente insorgono al termine di una manifestazione che in maniera clamorosamente tardiva ha fatto il punto sul caso Isochimica, sul disastro ambientale consumato, per almeno tre decenni, nella più bieca indifferenza da parte delle stesse istituzioni chiamate ora a discuterne. Fra le tante morti accertate, le malattie mortali diffuse, l'atmosfera gravemente ammorbata che, come una cappa di piombo, assedia un quartiere ormai deprivato della stazione ferroviaria, aggredito dai miasmi di un Cdr poco più in là, con un sito industriale depauperato dalla crisi generale e ridotto ad un deserto di cassaintegrati e disoccupati. Ebbene, la sensazione lasciata nell'uditorio dai discorsi ascoltati, dal tono confidenziale proprio delle larghe intese che ha unito come quattro amici al bar i vari Stefano, Domenico detto "Mimmo", Paolo e Fabrizio, non può, purtroppo, far dormire sonni tranquilli alle pur combattive mamme di Borgo Ferrovia. Né agli speranzosi bambini della sua scuola elementare con i loro disegni tristi, esposti nella mostra collocata nella sala accanto al luogo della conferenza. Non possono migliorare i livelli di vivibilità di un rione dove il rischio di morire di aria avvelenata resta immutato da trent'anni e passa, e chissà per quanti altri anni ancora, finché non si provvederà alla bonifica del suolo incriminato, alla messa in sicurezza della grande quantità di amianto interrata e non. Fin quando non sarà effettuato un serio screening sanitario su tutti gli abitanti del quartiere. Ecco queste, al di là dell'aria fritta consumata in gran quantità nel corso del convegno organizzato dal circolo Foa del Pd, sono le priorità, le esigenze primarie di una parte cospicua della popolazione avellinese. Stanca di progetti, di piani quinquennali, elucubrazioni politiche e strategie alte, come quelle esposte dal vate locale Lucio Fierro, che non si rassegna al pensionamento, ma desiderosa, come ha ben spiegato una delle mamme del rione chiamata ad intervenire, di sicurezza per i loro figli e giustizia per le morti provocate dall'amianto.