paese reale

Inciviltà urbane


Malgrado i cittadini avellinesi siano oberati da tasse elevate ed altri diffusi balzelli, permane nel capoluogo irpino la scandalosa carenza di servizi. In particolar modo, fra ordinanze antinquinamento dal sapore antico, come quella del divieto di circolazione delle auto in base al numero, pari o dispari, delle targhe, che quasi nessun sollievo stanno dando al volume spropositato del traffico urbano; nell'endemica inefficienza del sistema di trasporto pubblico locale, continua lo scandalo dei mezzi dell'Ati clamorosamente fermi nei giorni festivi. Non si sa bene neanche più il motivo. Interpellato in passato il manager dell'Azienda trasporti irpini, Dino Preziosi, ha spiegato che si trattava di un provvedimento a cui aveva dovuto adempiere a causa di imprecisati tagli decisi dalla Provincia e dall'allora commissario Coppola. Che sia responsabilità dell'ente di Palazzo Caracciolo oppure della Regione, il problema non cambia: una città ancora formalmente capoluogo di provincia che è senza mezzi di trasporto pubblico la domenica e durante gli altri dì di festa. Un fatto intollerabile. Che obbliga le fasce meno garantite della popolazione: anziani e abitanti dei quartieri più periferici, privi di automobile privata, a soggiorni forzati, impedendo di fatto i loro spostamenti all'interno del tessuto urbano. Speriamo allora che il nuovo presidente dell'Amministrazione provinciale, Domenico Gambacorta sia in grado di mettere fine a questa assurda situazione, da paese senza civiltà.