paese reale

Mens sana in corpore sano


Avellino, città delle contraddizioni. Qui, da qualche anno ormai a questa parte, si è diffusa a macchia d'olio la tendenza salutista, che, pur non rispettando appieno l'antico motto dei latini "mens sana in corpore sano", coinvolge una sempre più larga fetta di popolazione, impegnatissima in rigorose sedute di body building e ginnastica a corpo libero. Affollate ed in aperta competizione tra loro, le numerose palestre, alcune delle quali cominciano ad offrire dei servizi da centro benessere, delle ancora timide Spa, non sono mai vuote. Pronte a rispondere ad una richiesta sempre più esigente da parte di clienti che ricercano attrezzature sofisticate ed ambienti adatti a scolpire il proprio fisico, a ridisegnarlo, dopo qualche eccesso di forchetta. Il salutismo sembra aver preso i pensieri della metà dei cittadini avellinesi. Con le donne, come sempre, in prima linea. Si fa tutto e di più per mantenersi in forma, per superare la maledetta "prova costume", per avere dei bicipiti importanti e degli addominali a tartaruga, che piacciono tanto all'altro sesso. Ma il panorama di un pullulare di body builder, costantemente attenti a non sgarrare con la dieta, comincia a presentare delle crepe, se si osservano palestrati maschi e femmine che, dopo aver gettato sudore, all'uscita dei loro nuovi luoghi di formazione, si sparano sigarette come se niente fosse, e magari, presi dalla fame, vanno ad abbuffarsi e bere senza limiti. Tanto c'è la palestra che all'indomani asciugherà tutte le tossine accumulate.Andare in palestra, possibilmente con tute e scarpette griffate, bottiglietta d'acqua per non disidratarsi troppo, è una delle attività in assoluto più diffuse tra gli avellinesi del Terzo Millennio. Tutti dai corpi curati, ma dalla salute che resta incerta, ciononostante. Tutti che pensano al proprio benessere, molto meno, anzi quasi niente, al bene comune. Si uccidono di corse ed esercizi ma poi con il macchinone simil-suv inquinano l'aria circostante. Tanto non saranno loro a respirarla. Almeno credono.    In questo modo si declina, da queste parti, il motto degli antichi "mens sana in corpore sano", senza che ancora si provveda nella maniera più adeguata a sanare la mente.