paese reale

Il Comandante Priolo


Le manifestazioni di giubilo che hanno accompagnato l’ultimo provvedimento del commissario straordinario Giuseppe Priolo, vale a dire la sottoscrizione dell’impegno, da parte del Comune di Avellino, a recuperare in maniera concreta il monumento indennitario della Dogana dei Grani, liberando l’attigua piazza Amendola, da anni transennata, dimostrano l’indiscriminato consenso riscosso dal suo operato. Il funzionario di governo, chiamato, alla fine dello scorso novembre, alla gestione dell’ordinaria amministrazione in una città ritrovatasi senza sindaco per le dimissioni di Ciampi, in poco meno di sette mesi, è stato protagonista di una “piccola rivoluzione”, in nome dell’efficienza e del decisionismo, che l’hanno condotto oltre la semplice ordinarietà, arrivando a sbloccare tutta una serie di impasse che tenevano avvinta la realtà avellinese. Dapprima lentamente, poi con sempre maggiore rapidità, ha messo a regime la macchina amministrativa, finendo per occuparsi di questioni centrali nella vita cittadina, come, ad esempio, l’inquinamento da traffico veicolare. E questo è stato probabilmente il fronte più difficile su cui si è dovuto misurare, attraverso una serie di ordinanze non bene accette sia dagli automobilisti che dai commercianti del centro. Intanto, dava spazio ed ascolto ad un gran numero di vertenze, agendo di concerto con il prefetto Tirone. Il suo intervento sulla viabilità è stato affiancato dal costante interesse per il decoro urbano, ma, soprattutto, ha cercato, nei pochi mesi a disposizione, di riaprire i cantieri delle “grandi opere” incompiute presenti in città, fino a giungere quasi all’apertura dell’ultradecennale tunnel di via Garibaldi; e alla conclusione dei lavori scandalosamente fermi di piazza Castello, prossima a ritornare percorribile. Così l’ultima intesa riguardante la Dogana, sito di valore storico, lasciato nell’abbandono da troppo tempo ormai, costituisce il suo ennesimo successo ma anche un cruccio per l’ex prefetto di Trapani, messinese di origine ma dall’aspetto “sabaudo”. Perché a causa della scadenza del proprio mandato, avendo adesso Avellino un nuovo sindaco, il “supercommissario” non potrà vedere la realizzazione di quanto ha felicemente avviato, agibilità del tunnel compreso. Mai comunque un funzionario di governo ha lasciato un segno così significativo nella vita della nostra città, dettandone anche gli indirizzi fondamentali per risolvere annose problematiche. Mai un commissario ha ottenuto tanta approvazione per le azioni intraprese, tanto da far sorgere nella cittadinanza il convincimento che si potesse fare a meno di sindaco e consiglieri comunali, considerata l’efficienza del suo “dirigismo”. E sono in molti a sostenere che, con qualche altro mese in più, Priolo sarebbe stato in grado di regalare altri “miracoli” alla cittadinanza. Tuttavia, il successo bipartisan riscosso dal commissario straordinario, che a breve lascerà il posto al neo primo cittadino Gianluca Festa, è il sintomo un po’ preoccupante dello stato precario della politica locale.  Se in pochi mesi sono stati rimossi ostacoli antichi alla vivibilità cittadina, senza polemiche e altri intoppi, significa che l’amministrazione prima di Priolo non funzionava e che magari i cittadini avellinesi si trovano a più agio con “un solo uomo al comando”, libero dalle pastoie partitiche e dai freni di lobby di interesse, quelle che lui ha bypassato in questi ultimi sette mesi.