paese reale

Contraddizioni epidemiologiche


Sono in pieno svolgimento gli Esami di Stato 2020, quelli più "strani" della storia. Caratterizzati da imponenti misure di sicurezza e protezione anti-contagio. Con rigide prescrizioni inerenti al distanzaimento fisico, all'obbligo di mascherina per commissari e candidati, al divieto di assembramenti e di contatti. Insomma, tutte le regole del protocollo che, da quattro mesi ormai, scandiscono le azioni di contrasto al coronavirus.Ma se nelle scuole italiane, frettolosamente attrezzatesi allo stato di necessità, vige un clima di apprensione diffusa, a cui si aggiunge la preoccupazione per la riapertura di settembre (data ufficiale ancora da stabilire), non essendo stata compiuta, né avviata, alcuna opera di modifica strutturale, per eliminare le cosiddette "classi pollaio" (fino a 30 studenti e più) sdoppiandole in turni e insegnamenti assumendo personale; tutt'altra atmosfera si respira per le strade della bella stagione che finalmente s'è decisa ad arrivare.Così capita di imbattersi in veri e propri muri di persone, che strette strette deambulano come se niente fosse per le vie principali, in pericolosi "assembramenti mobli", incuranti di avere altra gente davanti, mascherina o meno in dotazione. Eppoi, gli stessi ragazzi, chiamati tra pochi mesi a fare i conti con un problematico ritorno fra i banchi, che si riversano sui luoghi della routinaria "movida" abbandonando ogni dispositivo di protezione, né disdegnando di toglierselo quando incontrano un amico per scambiarsi un bacio. Dimentichi delle proibizioni, si abbracciano e restano vicini, come se l'emergenza sanitaria non riguardasse anche loro. E ci si chiede il perché di tante attenzioni nelle scuole.Del resto, i più giovani hanno di fronte esempi poco virtuosi di indomiti no-mask e doppi messaggi provenienti dai media. Vedono in tv 22 calciatori che rincorrono una palla e si ammassano dopo un gol, seppure in stadi vuoti, e si domandano perché loro non possono fare altrettanto. Sicché tornano sempre meno timidamente le partitelle con il supersantos in spazi improvvisati.Ma, ripetiamo, quello che maggiormente colpisce è la sensazione che sia di colpo tornata la normalità pre-covid. Spiagge piene, ora pure le discoteche. Bar che ormai estendono i loro tavolini sempre più lontano, dove vige un "protocollo" differente: puoi stare senza mascherina se sei un avventore, mentre, dieci centimetri più in là, devi indossarla. E che dire poi delle pizzerie, da sempre gettonatissime e prese d'assalto nel weekend. Anche qui la distanza di sicurezza è un concetto puramente aleatorio.Tuttavia, tra le contraddizioni epidemiologiche, acuite dallo scarso senso civico, non possiamo non citare la dismissione di ogni forma di controllo e di sanzione nei confronti dei trasgressori delle ordinanze anti-contagio. Chi, nei primi tempi del confinamento ha subito multe di 400 euro per non aver indossato la mascherina, avrebbe di che recriminare vedendo le bande di ragazzini affollare queste sere d'estate. Senza dimenticare gli esercenti che nei loro locali ospitano clienti free-mask come loro stessi, interessati solo a incrementare i profitti.Resta la raccomandazione di seguire le direttive degli esperti, che s'affannano a ripetere che l'emergenza sanitaria non è finita, anzi sta vivendo una lieve impennata, e che, se continueremo ad abbassare la guardia in questo modo, in autunno sarà di nuovo pandemia. Lunedì, intanto, il presidente De Luca, in Campania, liberalizzerà l'uso della mascherina, ma solo all'aperto e mantenendo il distanziamento e il divieto di assembramento (più di due persone).