paese reale

La città di Superman


E noi che credevamo di abitare in una città senz’anima, dove sempre più numerosi fanno le valigie ed emigrano altrove, dove pure gli immigrati evitano di restare, perché non è la tranquillità a mancare quanto piuttosto il lavoro per mettere su reddito e famiglia. Un posto in cui la cultura non è ben accetta, come qualsiasi discorso o visione più approfondita, e l’unica prospettiva è quella di tirare avanti. Ebbene, dopo aver scoperto di essere amministrati da Superman, alle prese con “mission impossible”, anche se questo è un altro film, dobbiamo cambiare opinione. Esiste un’altra città. E non importa se l’amore senza limiti che egli nutre per Avellino la fa accostare al “migliore dei mondi possibili” di leibniziana memoria. Ma lasciamo da parte ogni citazione colta e avviciniamoci al nazionalpopolarismo di chi ha deciso di “rivoluzionare” una realtà da troppo tempo abbandonata a sé stessa, risolvendo ogni problema. Avanzando a grandi passi verso un futuro ancora più radioso per i nostri figli, il supereroe della kriyptonite, da lui sostituita da dosi massicce di ottimismo assoluto, autentico profumo della vita, non ha mancato neanche stavolta di rassicurarci, utilizzando i social, suo mezzo di comunicazione unidimensionale preferito. “Non ci ferma neanche il Covid” e possiamo dormire sonni tranquilli. Siamo in pre-dissesto e senza un euro nelle casse comunali e perciò non possiamo rattoppare le strade devastate del capoluogo, ma non c’è da disperarsi: tutti i cantieri sono stati ripresi e, col prossimo bilancio, arriveranno anche i soldi necessari a tutte le incombenze. Così, per i soliti “rosiconi”, ci saranno altri motivi di sofferenza, quando vedranno un’altra fantasmagorica estate avellinese, ricca di sorprese e di eventi, covid permettendo, stupefacenti, soprattutto sotto il profilo “scenografico”. Del resto è già bella così la città che lentamente si rialza dallo stop della pandemia, coi tavolini dei bar che adornano le vie, per offrire a prezzi economici suggestive location ai bordi di ciò che resta della Dogana. L’impressione, a non voler “rosicare”, è quella di una passione enorme da parte del sindaco supereroe verso la sua città. Ma, a fare un po’ di cronologia del suo amore sperticato, dobbiamo sottolineare che è cosa recente, perché quasi del tutto assente nelle sue precedenti esperienze amministrative come consigliere e vicesindaco con delega all’ambiente, ai tempi di Galasso e Foti. Da dove sia nato non si sa il sentimento irrefrenabile che oggi lo porta a guardare con occhi positivi a qualsiasi fatto accada e ad ogni problema della città. Sta di fatto che da lui, 96° sindaco d’Italia, nessuna progettualità condivisibile, nessuna riflessione ponderata, in un approccio costantemente pragmatico costantemente dalla parte della “gente”, di cui poi alla fine si ignora l’identità. Stentiamo a credere che sia la stessa ad applaudire la decisione di negare il mercato bisettimanale ad un capoluogo di sessantamila abitanti. Che ogni volta che girano in macchina collezionano buche e avvallamenti. E ancora non assistono da tempo a dibattiti in consiglio comunale in presenza.