Mentre ci avviciniamo, con la solita lentezza burocratica, alla proclamazione ufficiale del nuovo sindaco, eletto il 9 giugno scorso, e al conseguente primo insediamento del nuovo Consiglio comunale, è come se un rivolo venefico, proveniente dall’estenuante campagna elettorale per le amministrative 2019, si sia impadronito dell’odierno dibattito politico locale.
Attori protagonisti di questa coda all’interno del dopo-voto, che tutti si sarebbero risparmiata, quelli che hanno ritenuto opportuno analizzare pubblicamente il risultato elettorale, ammettendo sconfitte o per lo più affermando aspetti positivi dai più non colti. Insieme a loro, i cosiddetti “trombati”, a tener viva l’attenzione è stato sicuramente Gianluca Festa, capace di infervorare la discussione già dalle sue prime uscite ufficiali. Per continuare la sua lotta, ampiamente dichiarata nel corso della campagna elettorale, nei confronti della Federazione irpina del Partito democratico e dell’assessore regionale all’Ambiente, oltre che vicepresidente, Fulvio Bonavitacola.
Appena può, infatti, “Gianlucone” non manca di rivolgere avvertimenti simili ad aut-aut all’odiato segretario provinciale Giuseppe Di Guglielmo, fra i principali artefici, insieme a Rosetta D’Amelio, Mancino ed Enzo De Luca, dell’autolesionista “operazione Cipriano”, indicato come candidato a sindaco del Pd, quando un’altra metà dei dem locali si schieravano con l’“eretico” Festa, fino all’insuccesso finale. Forte, lui che dovrebbe esserne ancora un tesserato, dei consensi ottenuti alle elezioni, il neo-sindaco vuole la testa della direzione provinciale, annunciando senza mezzi termini che cambierà tutto, anche la sede del partito. E fin qui ci può stare. Tuttavia è meno legittimo che la stessa richiesta venga anche dall’esponente sannita dei democratici Del Basso De Caro.
Uno che, dopo aver ricevuto esclusivamente dinieghi nella sua Benevento a conduzione mastelliana, da quando è diventato parlamentare ha messo solide radici ad Avellino ed in Irpinia, tanto da essere il punto di riferimento di una corrente interna al partito locale, quella, appunto, “decariana”, che ha nell’ex consigliere comunale Livio Petitto uno dei leader più fedeli. E considerato che le liste assemblate da Festa erano in gran parte formate da esponenti vicini al “decarianesimo”, si può dire che il politico sannita sia stato tra i vincitori più convinti delle ultime amministrative.
Resta comunque l’interrogativo sul perché una fetta consistente del Pd avellinese si sia piegato alle volontà e al progetto, finora non specificato, del capo-corrente beneventano.
Altrettanto inevaso il quesito sull’astio personale da parte di Festa verso Bonavitacola, la smania di rivoluzionare tutto ha comunque preso il nuovo primo cittadino, concentratosi anche sull’Alto Calore Servizi, che lui conosce bene essendone stato pure membro del Consiglio d’amministrazione, ora a suo dire da rifondare.
Poi, di certo, non si può omettere dall’elenco dei protagonisti di questa fase post-elettorale il neo-sindaco di Nusco, Ciriaco De Mita. Il 91enne politico di lungo corso ha, infatti, sparato cannonate al alzo zero all’indirizzo del “traditore” Maurizio Petracca, nel corso di una conferenza stampa sul dopo-voto.
Sonoramente battuto alle elezioni, la “mente” di “Laboratorio Avellino”, lista a supporto di Luca Cipriano, è stato talmente polverizzato dai giudizi trancianti dell’ex presidente del Consiglio, che quasi è venuta voglia di lanciare una campagna a protezione del consigliere regionale, completamente annientato dalle parole dei demitiani.
Saranno pure strascichi delle ultime elezioni, ma il cittadino medio avellinese non vede l’ora che, dalle chiacchiere, si passi ai fatti concreti: c’è tutta una città da rendere vivibile.