paese reale

Non per essere critici sempre e ad ogni costo, ma, giusto per sapere, ci chiediamo, adesso che la bella stagione è finalmente arrivata, quando partirà il servizio di bike sharing annunciato nei mesi scorsi con la solita enfasi dal sindaco di Avellino, Gianluca Festa. 

Sì, perché malgrado la carenza endemica di piste ciclabili, del resto promesse in campagna elettorale fin sulle sponde del fiume Fenestrelle, il 3 marzo scorso, quindi in piena emergenza Covid-19, il nostro primo cittadino aveva formalmente inaugurato, a favore di telecamere, la prima “bike-station” della città, mostrando come funzionava il servizio altamente innovativo. Otto postazioni a via De Conciliis, dove “affittare”, tramite l’uso di una colonnina simile ai parchimetri, delle fiammanti biciclette a pedalata assistita, in quello che era il primo punto disponibile, insieme all’altro di Viale Italia, all’altezza della Caserma Berardi. Felice come sempre il sindaco aveva pure fatto un giretto dimostrativo inforcando la bici numero uno in condivisione, su un totale di sedici. 

L’annuncio era che sarebbe attivato il servizio a pagamento entro la primavera, poi però si è precipitati nel lockdown con gli annessi rinvii. Sta di fatto che adesso, con l’estate e soprattutto l’allentamento delle misure anti-contagio, di bike sharing ancora non si parla. Restano le due ciclo-stazioni, ma di biciclette nemmeno l’ombra. 

È vero che l’iniziativa che poteva essere un fiore all’occhiello per l’amministrazione comunale, sebbene concentrata solo in una parte della città, ha dovuto subire il forzato rallentamento della pandemia, ma ricordiamo che, nei mesi di più rigido confinamento, in tutt’Italia, proprio il classico mezzo a due ruote era stato innalzato a veicolo di locomozione più adatto e consigliabile per gli spostamenti delle persone. Ecologico e sicuro, perché escludeva qualsiasi contatto con altri. 

Peraltro, la giunta Festa aveva affidato alla ditta City Green Light un progetto di rigenerazione energetica da cinquecentomila euro, nell’ambito del Pics “Porta Ovest”  comprendente piste ciclabili e pedalate assistite, attraversamenti pedonali luminosi e bici in condivisione, per quell’idea di città verde perseguita dalla fascia tricolore, ex ambientalista del Sole che ride di Pecoraro Scanio. Tuttavia, a quattro mesi dall’inaugurazione, è rimasto solo un tentativo malriuscito di strisce pedonali multicolorate, ma non luminose, di via Matteotti, per le quali il Comune ha ricevuto anche una multa di 400 euro, a causa della loro inidoneità alle norme europee. E per le bici? Al momento sembrano essere finite nel dimenticatoio, ma non si sa mai: per rilanciare il suo mandato, ultimamente in caduta di consensi (si è classificato 96° su 106 sindaci italiani, nel sondaggio Governance Poll 2020), potrebbe tirar fuori le sedici promesse.