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Messaggi del 18/05/2019

I Giornali non dicono

Post n°499 pubblicato il 18 Maggio 2019 da carlopicone1960
 
Foto di carlopicone1960

Dopo aver assistito allo show dei pentastellati in Piazzetta "Biagio Agnes" ad Avellino, dove, accolta come una star, è venuta la ministra del Sud, Barbara Lezzi, a sostenere il candidato sindaco Ferdinando Picariello, ci saremmo aspettati nelle cronache del quotidiano più letto in città almeno una nota sulla scarsa affluenza di pubblico, che ha caratterizzato oggettivamente l'evento. 
Non è da poco, infatti, che una forza politica impegnata nelle prossime amministrative si avvalga di membri del governo nazionale, chiamati a rotazione a dar manforte nella difficile campagna elettorale 2019. Così, mentre la ministra alla Salute, Grillo annuncia il suo ritorno in Irpinia, dove, prima della Lezzi, si è fatto vedere il titolare del dicastero della Cultura, Bonisoli, sarà Luigi Di Maio, avellinese solo di nascita e per l'attuale compagna, a chiudere l'andirivieni di "grillini" al potere, proprio in concomitanza dei festeggiamenti di Santa Rita, quella dei casi impossibili. In un autentico spiegamento di "pezzi da novanta", decisi a riportare il comune di Avellino sotto le bandiere del M5S. Con spirito di rivalsa, dopo aver perso, a causa del solito Pd, il titolo di primo capoluogo del Meridione a guida pentastellata. 
C'è però l'impressione che il Movimento continui ad essere visto da queste parti come un partito di extraterrestri, un po' strambi e visionari al pari dei terrapiattisti, del resto quasi legittimati ultimamente dall'ideologo Di Battista. Solo così si spiega il numero limitato di persone accorse ad assistere al comizio elettorale dell'altra sera. Nonostante la cospicua presenza di forze dell'ordine, con tanto di cane a bonificare la zona intorno al palco. Malgrado le facce dei candidati proiettate, in loop, alle spalle del giornalista-vocalist presentatore del piccolo festival a Cinque Stelle. C'erano, infatti, solo i loro familiari e qualche amico del cuore: uno scenario alquanto deludente per la trafelata ministra ospite d'onore. Insieme a lei, sul palco, lo stato maggiore del M5S quasi al completo: gli onorevoli Maria Pallini e Michele Gubitosa; il sottosegretario all'Interno Carlo Sibilia e l'aspirante fascia tricolore, Picariello, benedetti dall'ex sindaco per 5 mesi, Vincenzo Ciampi, in prima fila confuso nella claque. Con il gran finale affidato alla bionda esponente dell'esecutivo giallo-verde, salentina, per la prima volta nella sua vita ad Avellino. Molte ripetizioni e diverse dimenticanze nei discorsi ascoltati. Lo slogan da Casaleggio Associati "Continuare x Cambiare", con all'interno un ossimoro; le consuete litanie anti-Pd, la professione di fede neutra, né di destra né di sinistra, per poi dedicarsi unicamente agli attacchi alla sinistra, in nome dell'"Onestà". E poi, promesse ed insindacabili certezze: si riprenderanno il Palazzo municipale, da cui sono stati ingiustamente cacciati. 
In verità, le argomentazioni degli onorevoli irpini, specie di Gubitosa, e dello stesso candidato sindaco Picariello, che ha recitato quasi integralmente il contenuto dell'opuscolo stampato in questi giorni per fare propaganda, hanno omesso il dato più importante: al primo turno delle scorse elezioni i 5S avevano preso solo il 20%, non la maggioranza relativa dei voti degli avellinesi; mentre le liste del Pd, in appoggio a Nello Pizza, si erano fermate al 40% (il doppio). Mentre il clamoroso successo di Ciampi al ballottaggio era da ascrivere esclusivamente alla faida interna ai dem e al "dispetto" ai danni di De Mita e Mancino da parte dell'elettorato. 
Da un anno a questa parte nulla ci sembra mutato, a livello locale. Sebbene l'onorevole-imprenditore si sia profuso in un'ardua spiegazione della caduta di sindaco dei 5 mesi, richiamando calcoli statistici e qualche logaritmo di troppo, tanto da risultare incomprensibile, a parte la divisione del 50% in due pezzi da 25... 
Barbara Lezzi, quella che in tv dichiarava che la mini-ripresa economica del governo Gentiloni era dovuta alla calura estiva e all'uso diffuso di condizionatori e frigoriferi; quella che all'Ilva di Taranto ancora aspettano, è stata preceduta anche dalle vibranti dichiarazioni del plenipotenziario locale, Carlo Sibilia. Ancora lontano però dall'acquisire il carisma necessario. 
A questo punto, si aspettavano toni e argomenti differenti dalla ministra del Sud. Lei ha provato a chiarire il senso del suo mandato governativo, ricordando ai più, che tuttora le ignorano, le iniziative compiute in favore del Mezzogiorno, ma anche Lezzi, piuttosto di essere propositiva e concreta, al di là dell'esaltazione del reddito di cittadinanza o del "fantomatico" bacino industriale avellinese, si è dedicata pressoché interamente a fare da contrappunto polemico alla politica del Pd, al quale ha consigliato pure di cambiare nome. 
Un quarto d'ora di spettacolo che non rimpiangeremo più di tanto, da queste parti.

 

 
 
 

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