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MEMORIE DI AMALIE


Anche le voci hanno un nome. Di più: la voce di un libro può essere un nome. Quella che vibra in queste pagine si chiama Amalia. Ma non si tratta di una sola persona: perché di Amalia, qui, ce ne sono diverse. Sono donne fedeli a un rito che attraverso la scrittura fonde cuore, anima e memoria. Sono donne di una stessa famiglia che, di generazione in generazione, mettono l’una nelle mani dell’altra un diario, un quaderno segreto con cui raccontare gli episodi grandi e piccoli nell’Isola di Ponza. Una girandola di femminilità che sembra un passaparola, una giostra di scorci e momenti che solcano il tempo e che danno forma a un viaggio di scoperta: la scoperta di quante voci possa avere un diario, di quanti punti di vista possano vivere in una stessa carta e di quanti siano i modi per esprimere un sentimento di appartenenza a una terra che diventa specchio di chi la abita e madre del racconto di se stessa. Irrorato da uno stile morbido ed esatto, questo libro rivela da subito una sorprendente scorrevolezza. E come fossimo in un film, ci scopriamo immersi nelle movenze di uno sguardo sempre uguale e sempre diverso. Perché la voce di un libro può essere un nome, un nome di donna.