Emilio Paolo TaorminaLA CENGIA DEL CORVOEdizioni del Foglio Clandestino - Milano 2016 Scorrendo questa nuova raccolta di Emilio Paolo Taormina due sensazioni apparentemente contrastanti arrivano immediatamente. La prima è una sensazione di leggerezza: la poesia di Taormina è fatta di nuvole e vento, raggi di luna e papaveri, frullo di colombe e sprazzi di luce sul mare. La seconda è una sensazione di profondità: ricordi che vengono dall'infanzia o da un passato ancora più lontano, da una saggezza antica di colline bruciate, di trazzere polverose, di pietre che si sgretolano piano alla pioggia, di canali dalle acque lente sotto i cieli bassi del nord. l'alba che nasceè un pesce bianco che nuotain acque sabbiose ***i tuoi capelli odoravano dell'acqua lentadei canali Leggerezza della morte che arriva a passi leggeri, che tocca e sfiora, che sorride e si allontana con un cenno di amicizia. Profondità del tempo che scandisce le ore e con i suoi rintocchi inesorabili richiama un'assenza, una lontananza, un destino. la morte è una vecchiaamica discreta e pazientequando ti tira la manica della giaccarispondi ─ c'è tempo *** la solitudineha dita di pioggia ti penetra come radicinell'umida terra E poi c'è la poesia che è come un vento divino, o forse fin troppo umano, che attraversa il poeta che si fa flauto di quella musica, danzatore di quella vertigine. plenilunio - la fogliapiù alta del gelsoè una stella *** quando la brezza si fa voce come una manoscrive storie perdutenella memoria Alla fine del cammino restano immagini limpide incise nella memoria, occhi nuovi con cui vedere il mondo, che è esattamente quello che la poesia, se è davvero poesia, sa fare.
LEGGEREZZA PROFONDA
Emilio Paolo TaorminaLA CENGIA DEL CORVOEdizioni del Foglio Clandestino - Milano 2016 Scorrendo questa nuova raccolta di Emilio Paolo Taormina due sensazioni apparentemente contrastanti arrivano immediatamente. La prima è una sensazione di leggerezza: la poesia di Taormina è fatta di nuvole e vento, raggi di luna e papaveri, frullo di colombe e sprazzi di luce sul mare. La seconda è una sensazione di profondità: ricordi che vengono dall'infanzia o da un passato ancora più lontano, da una saggezza antica di colline bruciate, di trazzere polverose, di pietre che si sgretolano piano alla pioggia, di canali dalle acque lente sotto i cieli bassi del nord. l'alba che nasceè un pesce bianco che nuotain acque sabbiose ***i tuoi capelli odoravano dell'acqua lentadei canali Leggerezza della morte che arriva a passi leggeri, che tocca e sfiora, che sorride e si allontana con un cenno di amicizia. Profondità del tempo che scandisce le ore e con i suoi rintocchi inesorabili richiama un'assenza, una lontananza, un destino. la morte è una vecchiaamica discreta e pazientequando ti tira la manica della giaccarispondi ─ c'è tempo *** la solitudineha dita di pioggia ti penetra come radicinell'umida terra E poi c'è la poesia che è come un vento divino, o forse fin troppo umano, che attraversa il poeta che si fa flauto di quella musica, danzatore di quella vertigine. plenilunio - la fogliapiù alta del gelsoè una stella *** quando la brezza si fa voce come una manoscrive storie perdutenella memoria Alla fine del cammino restano immagini limpide incise nella memoria, occhi nuovi con cui vedere il mondo, che è esattamente quello che la poesia, se è davvero poesia, sa fare.