Un posto all'ombra

Una voce da lontano


 È sempre un'emozione ritrovare qualcosa da chi se n'è andato. Una vecchia cartolina, la tazzina da caffè preferita, quella sciarpa che portava spesso... Un'emozione mista di dolore, ma anche di tenerezza e di nostalgia. Ancora di più lo è quando si scopre di questa persona doti che non immaginavamo, forse per distrazione, forse semplicemente perché non erano parte della nostra vita quotidiana, quella fatta di corse per non essere in ritardo e di elucubrazioni degne di Pacioli per far quadrare tutti i pezzi in quel tangram scombinato che sono i nostri giorni.Così è stato per caso che ho saputo che Francesca Sacchi Landi, persona che ho sempre ammirato moltissimo per l'indipendenza e l'acutezza del pensiero, scriveva poesie. Non poesiole banali, di quelle che può mettere insieme chiunque si cimenti un po', magari inanellando rime improbabili, ma poesie di una profondità straordinaria, di una intensità sconvolgente. E se da una parte rimpiango di non averlo scoperto prima (quante cose avremmo potuto dirci!) dall'altra penso che il tributo più giusto al suo ricordo siano proprio le sue parole. In attesa di mettere insieme tutti i suoi versi per un volume, vi lascio questa che mi è stata data per gentile concessione dalla figlia Chiara. Eccola. Non mi bastail solea far pienala spiga d'agosto.Non mi bastail vento tenerod'aprilea far pesantii rami di pesco.Non mi bastail cristallo delle stellea tingerele mie notti.Non mi bastala musicache s'adagiasulle mie manivuote.Ma il silenziodi Diomi basta.L'indifferenzadi Diomi basta.Ho imparatoad averlidentro di mee mi basta.