L’Odissea

La spettacolare battaglia politica


Il Leviatano democratico            La rinascita dell’Assolutismo                             di Roberto Sinico
       “Taci Grillo !”, diceva Pinocchio colpendolo con un martello, perché gli presentava la dolorosa verità delle cose e lo richiamava ad un comportamento responsabile. Era meglio starsene alla larga dalle fatiche della scuola, per praticare la strada della comodità. Ma, senza impegno, fatica, sacrificio, partecipazione ed assunzione di Responsabilità, cardini fondamentali della Democrazia, un Popolo è destinato ad affrancarsi ed a ridursi in schiavitù. La politica italiana è dunque il prodotto esatto dell'indole italica, quella che pensa di poter evitare l'interrogazione nascondendosi dietro il compagno e che, nel momento di prendere decisioni, delega la responsabilità a un uomo elevato al rango di capo o meglio a quello di salvatore della patria. Insomma, meglio essere schiavi dell'Economia ma liberi da Responsabilità?Sembra essere questa la scelta degli italiani perseguita dai propri rappresentanti i quali, anche se non vogliono, vi si devono adeguare pena la decapitazione pubblica. Si spiega così anche la rassegnata rinuncia e la mesta resa della politica che, incapace di redimersi e di moralizzarsi, rinunciando ai baccanali, ha delegato tutto ad una nuova Auctoritas, la Tecnica.         Ma, questo nuovo assoluto, è compatibile con la democrazia? Viene il dubbio anche alla luce dei numerosi diktat imposti dall’Europa ai paesi in difficoltà, della recente battaglia elettorale americana, della fredda, monotona e noiosa, come dice Monti, amministrazione del condominio Italia.         Vediamo di recuperare la vecchia definizione di democrazia:   Il termine democrazia deriva dal greco δῆμος (démos): popolo e κράτος (cràtos): potere, ed etimologicamente significa governo del popolo.E’ una concezione politica fondata sui principi della sovranità popolare.          Dunque senza sovranità popolare non vi è democrazia. Il popolo esercita la sua sovranità con il voto, eleggendo i propri rappresentanti. In Italia è più forte il bisogno di farsi votare che di votare e allora per adempiere al primo articolo della costituzione, per far vedere che è il popolo che comanda, basta persuaderlo, convincerlo con una comunicazione massiva, satura e manipolatrice.          Lievitano le campagne elettorali costosissime, fondate sull’uso ossessivo dei sondaggi, sul controllo delle menti che si assuefano nel balbettare i bisogni indotti dai demagoghi. Un esempio molto evidente sta nel fatto che il 70% degli americani hanno votato i due sfidanti Obama e Romney in base all’istanza economica e, d’altra parte, i due leaders hanno martellato l’opinione pubblica solo su questo. Ma di quel 70% quanti intendono veramente la moderna economia con le sue articolate postulazioni tecniche e i teoremi fondati su un’infinita congerie di variabili? L’1 %? Gli altri 69% ascoltano passivi i discorsi sugli spread, sui conti pubblici, sulla crescita, sul PIL, ipnotizzati dagli imbonitori di turno, abili nel gioco delle tre carte: una carta contiene l’effige dei sacrifici del popolo, la seconda i tagli alla qualità della vita, la terza i benefici per tutti. Le carte vengono mescolate ad arte ed il popolo non pesca mai quella del suo bene, ma deve ingoiare la ghigliotina delle altre due, pena la catastrofe e il default. In breve, se non fai come dice la Tecnica Economica, muori.          In questa visione torbida ed ambigua delle dinamiche globali, dove le Persone remano tristemente incatenate, emerge l’ordine perentorio impartito dal console romano di Ben Hur, che compendia l’unica libertà rimasta ai Popoli: “Remate e vivete!”         Si fa strada così nel pensiero il ricordo di un’opera di filosofia politica scritta nel 1651 daThomas Hobbes, Il Leviatano, considerato la teorizzazione e l'atto costitutivo dello stato assoluto moderno         Il Leviatano rappresenta simbolicamente lo Stato come un grande corpo le cui membra sono i singoli cittadini-sudditi. L'autorità dello Stato è pari alla porzione di libertà individuale che ognuno gli delega con la rinunzia, per vivere in pace, ad esercitare i corrispondenti diritti collegati a tale libertà.         Ecco, questa rinunzia oggi è totale, la delega è quasi in bianco, con la differenza che in cambio non si vive in pace, ma la pace è un lusso perché per non morire bisogna competere con gli altri. La repressione subdola, non violenta, ma agita terroristicamente come minaccia sottintesa al soddisfacimento dei bisogni vitali delle persone, produce una totale mancanza di fiducia nell’Altro, una cruda assenza di solidarietà in una comunità triste e competitiva. Basta uscire di casa per osservare che le facce dal truce grugno urlano “Mors tua, Vita mea”, che alla resa dei conti è il principio che serve per alimentare l’energia della produttività. In pace il tempo si dilata e si perde il passo.         Aristotele sosteneva che se vi fosse vera amicizia tra le persone non servirebbero le leggi per regolare la vita sociale, e all’apertura di un suo intervento pubblico disse: “Amici ! Non ci sono amici.         Insomma, per spezzare questo incantesimo in cui siamo stati trasformati tutti in rospi, serve una principessa che, con un bacio, ci ridia la nostra essenza di principi della vita e del nostro destino: questa principessa è la realtà vera delle cose, quella che tocchiamo ogni giorno con mano, non quella proposta edulcorata ed ingannevole dell’industria della comunicazione mediatica, manipolatoria e falsa.          La necessità di intraprendere il ritorno al realismo viene indicata con forza dal recente dialogo tra i maggiori filosofi italiani, tra i quali Vattimo, europarlamentare IdV, fondatore di un pensiero, quello debole, che toglie di mezzo gli assoluti. Si tratta di recuperare il valore della realtà in antitesi alla sempre più dilagante virtualità della vita. Le ultime vicende legate all’attacco a Di Pietro, dimostrano che il popolo non tollera la verità ma ha bisogno di sicurezze fasulle e di abiti sobri sotto i quali si celano eleganti fregature. Da queste dinamiche origina la moderna concezione della democrazia che è sostanzialmente completamente diversa da quella greco ateniese. In quei tempi le persone partecipavano direttamente alla res pubblica, ora sono pedine da utilizzare nei sondaggi. La campagna elettorale americana, costata 4 milioni di dollari !, si è svolta attraverso match di tipo pugilistico con tanto di vittoria ai punti. Conta chi vince nel gradimento, nella forma, correggendo di ora in ora il tiro in base al  marketing. Ma il Giusto, l’Umano, i Diritti, I Valori che fine hanno fatto se votiamo chi ci fa risparmiare qualche decina di soldini e in cambio ci abbatte Scuola, Sanità e Lavoro? La democrazia passiva ed irresponsabile è divenuta il moderno stato assoluto.         Se non ascolteremo il Grillo parlante veramente, faremo tutti la fine di Pinocchio.         Infine una proposta: per ogni euro speso per la campagna elettorale si deve dare 1 euro per opere benefiche. Stai a vedere che si riduce di colpo il costo della propaganda?          Trieste, 10 novembre 2012