L’Odissea

Storia nascosta


 La fiaba del gabbianoPost n°11 pubblicato il 21 Gennaio 2008 da SinistradeiValoriC’era una volta un gabbiano che amava la libertà. Egli volava altissimo, nell’iperuranio, nella torre solitaria degli intellettuali, dove si contemplano le idee pure, i principi, i fondamenti delle cose. Ragionando dei massimi sistemi, gli sembrò di esser giunto alla verità: “affinché la vita degli uomini abbia un senso in questo universo, c’è bisogno della morale. I Valori che presiedono alla vita della comunità umana non si sostengono da soli ma hanno bisogno, per guidarla, dell’azione dell’uomo in società. Tale azione però, se è priva di morale, se agisce cioè per interessi egoistici che trascurano l’amore e la giustizia verso l’Altro, produce la loro degenerazione materiale. Se invece l’azione è morale, non può non avere cura, senza moderazioni mediazioni o riduzioni, della vita e dei diritti umani delle persone: in questo modo tale azione degli uomini produce l’elevazione spirituale dei Valori. La storia della filosofia ha insegnato che è un errore assolutizzare un valore rispetto agli altri, ma la relatività dei valori, non significa dire che non c’è verità in questo mondo. L’assoluto che noi cerchiamo è la Persona e i Valori sono al suo servizio. Non può essere frainteso ciò che serve o spetta alla persona e quindi i Valori non possono che essere quelli. Non può essere un valore l’interesse economico ma è un valore l’economia che libera tutti dal bisogno e dalla fame”. Il Gabbiano comprese allora che la presenza o l’assenza di morale nell’uomo indica rispettivamente una elevazione od una degenerazione delle nostre tradizionali categorie politiche: la democrazia degenera in marketing e si eleva in partecipazione attiva con assunzione di responsabilità; la trasparenza degenera in irresponsabilità e si eleva in informazione completa, corretta e onesta; il liberalismo degenera in egoismo, liberismo licenzioso ed arrogante, si eleva in rispetto della Persona, libertà dal bisogno; la legalità degenera in formalismo raggirato tecnicamente, si eleva in rispetto delle regole come dovere morale; la solidarietà degenera in elemosina una tantum, costo dei bambini e degli anziani, sacrificio nel pagare le tasse, fastidio per il prossimo, si eleva in lotta per il rispetto dei diritti umani universali, nel mettersi nei panni degli Altri e della loro condizione di vita, in amore per il prossimo; la sicurezza degenera in accettazione del rischio estremo per i popoli pur di far soldi ed affari, si eleva in cura assoluta dell’Abiente, della Natura, delle Persone, in visione previdente e responsabile del futuro. Mentre articolava i suoi pensieri, assorto nella contemplazione teoretica, sentì un richiamo misterioso proveniente dalla terra e, forte delle sue conoscenze, decise di abbassare il suo volo, lasciando il mondo delle idee perfette e pure per entrare nel mondo degli uomini. Pensò, in questo modo, di realizzare concretamente i Valori che avevano acceso l’energia della Verità. Stando li, nello spirito, non poteva fare nulla. Cominciò il suo viaggio a capofitto sino a scorgere la terra. Vide, dall’alto, guerre, fame, inquinamento, ciminiere fimanti, fiumi secchi ed inquinati, sfruttamento, lusso sfrenato e misera povertà, ingiustizie, manipolazioni, furberie, fabbriche di armi, violenze e basi aeree dovunque. Capì che era necessario abbassarsi ancora per sondare chi fossero gli autori di quello scempio e per capire cosa fare. Vide, allora, scuole fatiscenti e palazzi decorati con le facciate nuove, Aziende Sanitarie accorpate per risparmiare accanto al proliferare di sontuose ville abusive, macchine enormi e luccicanti vicine a bambini soli e ipnotizzati dalla televisione, anziani maltrattati nelle Case di Riposo e giovani storditi dal non senso dell’alcol, pensionati col senso di colpa e precari impauriti e schiavizzati… La lista interminabile dell’inquietante deriva dell’umanità toglieva il fiato, già abbondantemente corrotto da un’aria irrespirabile, che a stento si insinuava tra il fumo delle ciminiere e lo scarico delle automobili. Il Gabbiano non poteva restare impotente spettatore di quell’assurdo, drammatico spettacolo nero e decise di fare un programma, si, il solito programma politico che di solito serve solo per l’immagine pia che un partito vuole dare agli elettori. Non poteva però farlo da solo e allora volò ancora più in basso all’altezza delle case, in cerca delle Persone. Si posò sul balconcino di una scuola e scrutò dentro una classe dove vide un bambino triste. I suoi compagni lo prendevano in giro perché non riusciva, come gli altri, a fare i calcoli matematici ed a scrivere bene, il suo foglio era ancora bianco, stava rinunciando al compito assegnato, era in difficoltà, aveva bisogno di aiuto. Si accorse allora, il bambino, della presenza del gabbiano mentre gli strizzava l’occhio con un sorriso e non si sentì più solo. Il gabbiano aveva capito che il bambino aveva bisogno di un’insegnante di sostegno e volò in cerca di aiuto. Parlò con le maestre che concordarono sulla necessità, mentre i servizi territoriali psicologici nicchiavano indifferenti, chiedendo di aspettare in onore ai risparmi. Al Comune gli risposero che non c’erano le risorse perché la Regione le aveva negate, in Regione si giustificarono indicando in Roma la colpa dei tagli. Giunto a Roma fecero grandi discorsi spiegandogli che i parametri europei costringevano a dure scelte sociali. Volò, allora all’impazzata in Europa e qui teorizzarono la necessità di favorire un’economia forte e competitiva accentrando o rastrellando capitali, nello scenario della globalizzazione che non consente spese nei servizi. A questo punto il gabbiano, non trovando di fatto i responsabili, tornò veloce alla scuola, si posò vicino al bambino chiudendo le ali, chiamò a raccolta gli altri gabbiani e disse loro: “Dobbiamo aiutare questo bambino ad avere l’insegnante di sostegno che gli spetta di diritto! Decidete voi cosa fare, se tornare a volare alto o stare qui con me, io, da qui, non mi muoverò”. Roberto Sinico