pendrakon

Il Tesoro della Natura


Sin dall’antichità, l’Umanità ha usufruito di risorse offerte dalla Natura. ***L’acqua, il fuoco, il fango, la pietra, i metalli, la frutta, la cacciagione, il latte, il miele, le erbe medicinali: tutto un insieme di preziosi aiuti vitali. Da erbe e acqua, tramite l’agire costante del mammifero, ecco che si crea il latte, qual fondamento essenziale per i piccoli, come per i grandi; dalla saliva e dal nettare di cento e più fiori si amalgama il miele, dolce cura di malesseri e paure. Proprio il latte e il miele indicano, da sempre, una condizione ideale per l’Uomo e il Creato. Nell’antichità, come oggi, ove sono in abbondanza ivi vivere è simbolo di prosperità e di longevità. Come la Terra Promessa, come Shambala, come la khemita Punt, come Atlantide. ***Coloro che producono il tanto curativo e prezioso miele non sono che piccoli insetti, spesso ignorati o uccisi: le api. Tali insetti, noti sin nell’antico Egitto qual simbolo di vittoria e dignità, sacri al dio Osiride. Sapientemente furono ripresi come emblema di conquiste da uno sconosciuto soldato che fece carriera e divenne Imperatore: Napoleone Bonaparte.  Proprio durante un suo viaggio nei pressi del Nilo, dentro una piramide, il vittorioso condottiero si iniziò a culti misterici. Al suo ritorno in Francia, applicò i saperi dell’Egitto in quella città consacrata sin dalla sua fondazione alla dea Iside: Parigi. Egli poté alzarsi quasi invisibile dalle polveri, avanzando di tappa in tappa come di fiore in fiore. E giungendo finalmente nel proprio "reame-alveare" qual sovrano. E come di un’ape non ci si cura del sepolcro, così anche il Corso intraprese il suo ultimo viaggio in una lontana isola. ***Anche oggi, quante persone si sentono o vengono intese come insignificanti, come obsoleti, come nocivi? ***L’ape è tale sia quando tramuta nettare in miele sia quando per difendersi usa il pungiglione. Inspiegabilmente, si nutre e nutre anche chi poi la calpesterà. ***Tra latte e miele, il tuo sorriso renderà ancor più dolce e vitale il vivere tuo e quell’altrui.  con immensa stimaVinx  de  Pendrakon