Forse altri hanno le idee chiare ma io, invece, non me lo spiego: perchè, ad un passo dalla legge elettorale, Renzi ha buttato giù il governo?Le ipotesi sono varie: si va dall'ambizione (ma è semplicistica), all'impossibilità di convivere con l'immobile Letta (e questo è altamente probabile), fino al timore che, sotto banco, qualcuno (magari il suo stesso partito) si apprestasse a far naufragare la legge elettorale.Ho già detto nel precedente intervento che l'esecutivo Letta era sempre più un danno per lui, ma l'averlo completamente ereditato gli dava due incredibili argomenti: poteva continuare a giocare su due tavoli, riforme ed "ordinaria amministrazione", e poteva proseguire coi suoi "Distinguo" senza farsi troppo logorare dall'immobilismo.I risultati, in fondo, si vedevano: la legge elettorale aveva cominciato a navigare con poca corrente contraria ed in un paio di settimane si poteva portarla a casa.In qualsiasi modo fosse andata la storia, avrebbe vinto lui: se la legge non fosse passata, sarebbe stato evidente che la colpa non era stata sua; se tutto fosse invece andato bene, avrebbe avuto un'arma ancora più forte nei confronti del NCD: le elezioni con l'Italicum, oggi, li farebbe scomparire.Fatta la legge elettorale avrebbe potuto scegliere le prossime mosse: nuove elezioni o altre riforme (con lui al governo o con Letta).Ammetto che, fino ad oggi, Renzi non ha sbagliato alcuna mossa e che quindi, probabilmente, scopriremo che ha fatto bene; l'andamento delle consultazioni sembra che stia dando, invece, ragione a chi la pensa diversamente.Alfano non ha cerini in mano: può reclamare "continuità" ed in questo modo rendere il futuro governo Renzi molto meno Rivoluzionario o almeno Riformista; allo stesso tempo può tirare la corda sperando che si spezzi e si vada a nuove elezioni: il proporzionale gli garantirebbe la sopravvivenza.Inoltre diventando primo ministro adesso, oltre a marchiarsi dell'infamia di aver fatto fuori un governo guidato dal suo partito, alla stregua di un D'Alema qualsiasi (anche se qualche distinguo ci sarebbe), si tirerà addosso un'altra tegola "Mediatica": i ruoli di Sindaco e di Primo Ministro non sono chiaramente compatibili e lui dovrebbe dimettersi ... ma non lo farà.Se si dimettesse, Firenze verrebbe commissariata; aspetterà allora che venga dichiarata l'incompatibilità (ed in questo modo la guida del capoluogo toscano finirà al suo vice) ma è chiaro che, anche questa, apparirà una mossa dettata dall'opportunismo e, per chi si candida ad essere il "Nuovo", di certo non sarà il massimo.
Non me lo spiego
Forse altri hanno le idee chiare ma io, invece, non me lo spiego: perchè, ad un passo dalla legge elettorale, Renzi ha buttato giù il governo?Le ipotesi sono varie: si va dall'ambizione (ma è semplicistica), all'impossibilità di convivere con l'immobile Letta (e questo è altamente probabile), fino al timore che, sotto banco, qualcuno (magari il suo stesso partito) si apprestasse a far naufragare la legge elettorale.Ho già detto nel precedente intervento che l'esecutivo Letta era sempre più un danno per lui, ma l'averlo completamente ereditato gli dava due incredibili argomenti: poteva continuare a giocare su due tavoli, riforme ed "ordinaria amministrazione", e poteva proseguire coi suoi "Distinguo" senza farsi troppo logorare dall'immobilismo.I risultati, in fondo, si vedevano: la legge elettorale aveva cominciato a navigare con poca corrente contraria ed in un paio di settimane si poteva portarla a casa.In qualsiasi modo fosse andata la storia, avrebbe vinto lui: se la legge non fosse passata, sarebbe stato evidente che la colpa non era stata sua; se tutto fosse invece andato bene, avrebbe avuto un'arma ancora più forte nei confronti del NCD: le elezioni con l'Italicum, oggi, li farebbe scomparire.Fatta la legge elettorale avrebbe potuto scegliere le prossime mosse: nuove elezioni o altre riforme (con lui al governo o con Letta).Ammetto che, fino ad oggi, Renzi non ha sbagliato alcuna mossa e che quindi, probabilmente, scopriremo che ha fatto bene; l'andamento delle consultazioni sembra che stia dando, invece, ragione a chi la pensa diversamente.Alfano non ha cerini in mano: può reclamare "continuità" ed in questo modo rendere il futuro governo Renzi molto meno Rivoluzionario o almeno Riformista; allo stesso tempo può tirare la corda sperando che si spezzi e si vada a nuove elezioni: il proporzionale gli garantirebbe la sopravvivenza.Inoltre diventando primo ministro adesso, oltre a marchiarsi dell'infamia di aver fatto fuori un governo guidato dal suo partito, alla stregua di un D'Alema qualsiasi (anche se qualche distinguo ci sarebbe), si tirerà addosso un'altra tegola "Mediatica": i ruoli di Sindaco e di Primo Ministro non sono chiaramente compatibili e lui dovrebbe dimettersi ... ma non lo farà.Se si dimettesse, Firenze verrebbe commissariata; aspetterà allora che venga dichiarata l'incompatibilità (ed in questo modo la guida del capoluogo toscano finirà al suo vice) ma è chiaro che, anche questa, apparirà una mossa dettata dall'opportunismo e, per chi si candida ad essere il "Nuovo", di certo non sarà il massimo.