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Post N° 260

Post n°260 pubblicato il 20 Settembre 2007 da erising
 
Tag: varie

Cos'è che trascina tante persone in quello stato comunemente chiamato depressivo?perchè non si riesce ad uscire fuori da tanto malessere?

Come uno scheletro nell'armadio ogni tanto viene fuori e invade pensieri ed azioni quotidiane condizionando la propria vita e quella altrui.

Mi passa accanto da quasi tutta una vita  questo mostro  che da troppo tempo accompagna una sorella e in modo meno incisivo la mamma.....vorrei averlo di fronte e poter ottenere delle risposte, risposte che abbiano senso, risposte in grado di proporre un confronto, una spiegazione, le ragioni di tanto dolore......

Le osservo quasi da sempre, osservo questa loro incapacità di accettare se stesse, le loro insicurezze, le loro manie di persecuzione, gli attacchi d'ira, le paure assurde, gli entusiasmi facili, i loro rancori così viscerali e impossibili da estirpare e il loro continuo bisogno di svuotare tutto ciò che attanaglia   l’  anima per consegnarlo ad altri, questa loro resa, questo loro rifiuto di reagire.......

è un cerchio chiuso , le osservo oltre quella linea di demarcazione tracciata da loro stesse ..... non ti lasciano entrare......puoi solo restare a guardarle mentre piangono, gridano e non ti ascoltano perchè non vogliono sentire...è come se non volessero uscire da quel cerchio...è come se li', in quello spazio stretto, si sentissero finalmente protagoniste.....

eppure il loro è un grido d'aiuto che lacera l'anima di chi le ascolta perchè lascia impotenti spettatori di tanta sofferenza......l'amore che provi a dimostrare  non sembra bastare perchè in questo loro non vivere c'è il rifiuto di tutto, della vita stessa e non basta l’amore che dai, la disponibilità, la condivisione e il conforto…….tutto diventa tragicamente inutile e vano ……e ti chiedi “perché”???

……e ti senti impotente, incapace e piccola e a tratti egoista perché provi e riprovi a porgere la tua mano, ad accogliere il loro dolore, tenti e ritenti per trascinarle fuori dal cerchio e ti rendi conto che sono ancorate lì  sempre di più e ogni passo tuo verso di loro appare inutile e allora trattieni quella mano, ti stringi nel tuo stesso abbraccio, parli con te stessa, sciogli le lacrime e ti allontani un po’ per ritrovare un attimo di pace, per lasciare il mostro alle tue spalle, per non rimanere inchiodata a quel muro……per continuare a voler bene un po’ anche a te stessa…..
 

Commenti al Post:
fosco6
fosco6 il 22/09/07 alle 23:20 via WEB
L'impotenza e il disagio si sentono in ogni parola che hai scritto...conosco il demone della depressione, l'ho vissuta sulla mia pelle sia direttamente che indirettamente e so quanto è pesante sia per il malato che per coloro che gli stanno intorno. Oggi ci sono presidi sanitari abbastanza efficaci e supporti piscologici che integrano la terapia farmacologica, ma che ovviamente non risolvono il problema alla radice, perché molto spesso non si tratta di un disturbo temporaneo indotto da delusioni o disgrazie famigliari, ma da fattori ereditari o cmq. disfunzioni biochimiche congenite del cervello che anche se possono rimanere a lungo latenti, poi una qualunque causa le può far esplodere. Ci vuole una gran forza d'animo nelle persone che assistono il malato e tanto amore (anche se viene spesso rifiutato), ma soprattutto la volontà del depresso di reagire, così che le terapie in atto possano portare a risultati concreti, anche se ovviamente dalla depressione non si guarirà mai completamnete, ma in molti casi si imparerà pian piano a conviverci. E' un discorso cmq. lungo e complesso e ognuno di noi se le ha vissute potrebbe portare esperienze significative, per fortuna la depressione oggi è trattata come una vera malattia, anche se forse non ci si rende conto appieno di quanto sia grave e invalidante e quanto possa cambiare la vita del malato e delle persone che lo circondano. Non mi pare infatti che esista a tutt'oggi una assistenza sanitaria adeguata e l'aiuto economico che sarebbe invece necessario. Forse chi non ha avuto un famigliare in queste condizione o lui stesso non ne è stato vittima non può capire che con la depressione è come se si spegnesse la luce nelle stanze mentali e l'esistenza solo la sala d'attesa della morte, perché ogni giorno viene vissuto tra paure e fobie, tra ossessioni e nervosismi, prigionieri di una nuvola nera fatta di tristezza e solitudine. Capita spesso di vedere persone apparentemente fragili che superano ogni ostacolo e ogni avversità, alle quali sembra che nessun dolore possa intaccare l'ottimismo, altre invece forti come rocce che all'improvviso si ripiegano su se stesse e precipitano in un buco nero. Ciò sta a significare che occorre una predisposizione genetica per far sì che le vicissitudini della vita possano arrivare a spegnere la luce dentro di noi...per rispondere in qualche modo alla prima domanda che hai sollevato, mentre per quanto riguarda la seconda domanda non so cosa dirti e presumo non lo sappia neanche la Scienza. So solo che se ne può anche uscire, in tempi più o meno lunghi, almeno dalla fase acuta, ma francamente non saprei dirti se è per merito di una terapia farmacologica molto mirata e/o per il clima affettivo che l'accompagna, o invece per fattori esterni imprevedibili o per improvvisi mutamenti chimico-fisici dell'attività cerebrale. Credo molto poco invece alla terapia pisicologica, perchè è sempre un sollievo temporaneo e fittizio dovuto alla dipendenza che si crea tra il malato e il suo medico, ma la stessa dipendenza potrebbe avvenire tra il malato e un amico particolarmente comprensivo o tra il malato e un famigliare il depresso dà molta fiducia, o tra il malato e un vicino di casa o una qualunque persona di cui ha soggezione, stima, rispetto, sudditanza. Il problema è che l'apparente miglioramento svanisce non appena la "coperta di Linus" non può più stargli vicino o quando passano troppi giorni tra una "visita" e l'altra. Per esperienza so che il dialogo tra il malato e una persona di fiducia che ha superato la stessa malattia e che quindi sa comprendere lo stato d'animo del depresso a volte può portare un certo giovamento, non so quanto temporaneo. Il dibattito su questo tema però è serio, lungo e complesso, e a volte contraddittorio....pertanto mi scuso se sono stato forse banale e approssimativo. Ciao Eri...voglio solo dirti che ho provato a capirti...ma non posso purtroppo fare nulla per aiutarti... Un abbraccio forte.
 
 
erising
erising il 23/09/07 alle 00:44 via WEB
lo so Carlo, ti sono grata comunque. Un abbraccio a te.
 
reginaldodanese
reginaldodanese il 23/09/07 alle 19:19 via WEB
Quando dimentichiamo di possedere un'anima, e non ricordiamo più che affondiamo le radici nell'essere eterno che ha creato l'universo, la vita può apparire grigia e vuota. Ecco, cosa possiamo fare, ritrovare il contatto con l'eterno che è in noi, con la divinità che abita il nostro cuore. Io ho fatto questo!
 
 
erising
erising il 24/09/07 alle 10:50 via WEB
grazie del passaggio Regi, il tuo entusiasmo e la tua serenità sono un grande aiuto per chi attraversa momenti difficili e questa comunione con tutto ciò che ti circonda è straordinaria. Sereno giorno
 
violette51
violette51 il 23/09/07 alle 19:50 via WEB
credo cio' che ci attanaglia di piu' alla depressione sia il sentirsi soli...e nn si è avuta ..e si continua a nn avere la forza di ritrovarci......una solitudine.....che nn vogliamo..nnn accettiamo..cii si ritrova ad esserlo senza averne la consapevolezza....Er,,,comprendo come ti senti...un dolore atroce al ventre....solo un breve distacco ,ed avolte nemmeno quelllo,riesce a farti allegerire...un comprensivo abbraccio ...vio
 
 
erising
erising il 24/09/07 alle 10:51 via WEB
Eh si Vio....un pugno nello stomaco e quel grande senso d'impotenza....ricambio l'abbraccio
 
etna48
etna48 il 23/09/07 alle 23:40 via WEB
Stare in compagnia è sentirsi soli, credere che il mondo ce l'abbia con noi, interpretare una parola, uno sguardo, un gesto nel modo sbagliato ci porto ad uno stato depressivo dal quale uscirne diventa molto difficile. Non è facile, ma penso che l'aiuto consista in tanta, tanta pazienza, che tradotta in pratica non è per niente facile e la situazione è difficile sia per il depresso che per chi gli si trova vicino. Una malattia le cui ferite non sono facili da curare perchè non sono palpabili, anzi non si vedono per niente e che le medicine adatte sono poche, molto poche. Buona fortuna, quella serve e tanta
 
 
erising
erising il 24/09/07 alle 10:55 via WEB
grazie anche a te per le parole....la pazienza può non mancaree, purtroppo è la speranza di riuscire ad aiutarli che spesso senti scomparire....il rifiuto della vita è una lenta agonia.....grazie per l'augurio.
 
senzaTEmai
senzaTEmai il 24/09/07 alle 11:24 via WEB
Purtroppo, contro la depressione, c'è ben poco da fare, lo so, perché l'ho vissuta anche sulla pelle di mia mamma. Tu sei lì e ti senti impotente, perché sono loro che decidono di uscirne o non uscirne, e vorresti solo prenderle per le spalle e scuoterle. Ma se loro non te lo permettono, è davvero frustrante, ma non possiamo fare altro che stare accanto a questa persone...a volte in silenzio, perché le nostre persone, la nostra rabbia... le sentiamo solo noi. Un bacio, amica mia.
 
 
erising
erising il 24/09/07 alle 11:26 via WEB
Un bacio Carla....grazie per la condivisione anche a te.
 
fatamarie
fatamarie il 25/09/07 alle 21:33 via WEB
E' come un muro di gomma, una persona da una parte che cerca di raggiungerli di tendere una mano, e che non riesce a oltrepassare la barriera, il depresso dall'altra che ha bisogno di una mano, la vorrebbe disperatamente, per potersi aggrappare, per usarla come una corda a cui aggrapparsi per risalire dal pozzo in cui è sprofondato...ma non riesce a raggiungerla. Poi a volte succede l'imprevisto, si abbatte sul depresso una tragedia piu' grande, e per lottare, per sopravvivere, per tornare alla vita, riesce a superare se stesso, e ad affrontare le sue paure, e sconfiggere i suoi fantasmi. ( non solo solo parole è una vicenda accaduta realmente) Buona serata.
 
 
erising
erising il 27/09/07 alle 09:59 via WEB
E' vero, è un muro di gomma su cui si rimbalza continuamente......sono convinta che anche se a volte la vita presenta loro qualcosa che riesce a scuoterli e li spinge a lottare purtroppo quei fantasmi, come scheletri nell'armadio, si riaffacciano......grazie anche te. Sereno giorno
 
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