Ricordo di Anna Politkovskaya (Foto AP)Gruppi che lottano per i diritti umani in Cecenia, tra i quali Amnesty International e la Memorial Society del Human Rights Centre (HRC) di Grozny, confermano ciò che la giornalista russa Anna Politkovskaya, uccisa il 7 ottobre scorso, ha innumerevoli volte affermato e per cui si è sempre battuta: la Cecenia è oggi sotto il regno del terrore; la stessa giornalista definì infatti la repubblica caucasica "un inferno in terra". Sul bollettino informativo del Consiglio delle Organizzazioni Non Governative (NGO Council) pubblicato su Livechechnya.org si continuano a leggere casi di detenzioni arbitrarie, violenze, rapimenti e abusi dei diritti umani nei confronti della popolazione civile. L'NGO Council parla anche delle cosiddette "operazioni speciali" praticate dalle forze di sicurezza governative: gruppi armati entrano con la forza nelle case dei civili, sequestrano le persone e le detengono per alcuni giorni, molte di queste poi scompaiono per sempre, quelle che vengono invece rilasciate riportano segni di violenza e torture. Come riportato anche da un rapporto di Human Rights Watch diffuso due settimane fa, le persone rapite e detenute illegalmente sono spesso parenti o conoscenti dei sospettati terroristi ceceni ai quali si cerca di estorcere informazioni con la violenza, altri sono invece semplici civili ai quali si costringe di ammettere dei crimini che non hanno mai commesso. La Memorial Society rivela anche il ritrovamento di fosse comuni e corpi (o ciò che resta di loro) con evidenti segni di tortura; i cadaveri vengono spesso mutilati per rendere i corpi irriconoscibili. Mentre i gruppi umanitari denunciano le violazioni dei diritti umani e le sparizioni dei civili (secondo il monitoraggio della Memorial Society -che copre solo il 25-30% del territorio ceceno- dal 2002 sono state rapite 1948 persone di cui 685 sono state rilasciate, 189 uccise, 1040 sono ancora scomparse e 34 sotto processo), il premier ceceno filo-russo Ramzan Kadyrov puntualmente smentisce ogni accusa giustificando le operazioni militari con la lotta al terrorismo ceceno ed il presidente russo Vladimir Putin ritiene che la guerra in Cecenia sia ormai terminata continuando a fare affermazioni ottimistiche riguardo al suo piano di "norma
Post N° 77
Ricordo di Anna Politkovskaya (Foto AP)Gruppi che lottano per i diritti umani in Cecenia, tra i quali Amnesty International e la Memorial Society del Human Rights Centre (HRC) di Grozny, confermano ciò che la giornalista russa Anna Politkovskaya, uccisa il 7 ottobre scorso, ha innumerevoli volte affermato e per cui si è sempre battuta: la Cecenia è oggi sotto il regno del terrore; la stessa giornalista definì infatti la repubblica caucasica "un inferno in terra". Sul bollettino informativo del Consiglio delle Organizzazioni Non Governative (NGO Council) pubblicato su Livechechnya.org si continuano a leggere casi di detenzioni arbitrarie, violenze, rapimenti e abusi dei diritti umani nei confronti della popolazione civile. L'NGO Council parla anche delle cosiddette "operazioni speciali" praticate dalle forze di sicurezza governative: gruppi armati entrano con la forza nelle case dei civili, sequestrano le persone e le detengono per alcuni giorni, molte di queste poi scompaiono per sempre, quelle che vengono invece rilasciate riportano segni di violenza e torture. Come riportato anche da un rapporto di Human Rights Watch diffuso due settimane fa, le persone rapite e detenute illegalmente sono spesso parenti o conoscenti dei sospettati terroristi ceceni ai quali si cerca di estorcere informazioni con la violenza, altri sono invece semplici civili ai quali si costringe di ammettere dei crimini che non hanno mai commesso. La Memorial Society rivela anche il ritrovamento di fosse comuni e corpi (o ciò che resta di loro) con evidenti segni di tortura; i cadaveri vengono spesso mutilati per rendere i corpi irriconoscibili. Mentre i gruppi umanitari denunciano le violazioni dei diritti umani e le sparizioni dei civili (secondo il monitoraggio della Memorial Society -che copre solo il 25-30% del territorio ceceno- dal 2002 sono state rapite 1948 persone di cui 685 sono state rilasciate, 189 uccise, 1040 sono ancora scomparse e 34 sotto processo), il premier ceceno filo-russo Ramzan Kadyrov puntualmente smentisce ogni accusa giustificando le operazioni militari con la lotta al terrorismo ceceno ed il presidente russo Vladimir Putin ritiene che la guerra in Cecenia sia ormai terminata continuando a fare affermazioni ottimistiche riguardo al suo piano di "norma