Prc Gargnano

Post N° 84


Chi si ricorda di Federico Aldrovandi?Federico Aldrovandi è morto il 25 settembre 2005, pochi minuti dopo essere stato fermato dalla polizia. L'immediato rapporto riguardo il decesso sembra chiaro: malore fatale, forse overdose di stupefacenti.Ma è davvero così?Al momento dell'autopsia in effetti nel sangue di Federico vengono trovate tracce di oppioacei e chetamina, ma in minuscole quantità, quindi nulla a che vedere con un'overdose o con il comportamento aggressivo che i poliziotti dicono d'avergli riscontrato al momento del fermo.Si ordina così una perizia e si scopre che il decesso di Federico è stato provocato da dei traumi e che la cusa della morte è asfissia.Poi dagli atti di polizia e procura emerge un'altra realtà. Quando il ragazzo viene fermato, tra lui e la pattuglia del 113 c'è una violenta collutazione. Lo picchiano con ferocia e lo prendono a manganellate, poi gli agenti (tre uomini e una donna) lo immobilizzano a terra, comprimendogli la cassa toracica. I particolari sono agghiaccianti.La polizia nega il pestaggio, ma ci sono dei testimoni e si apre un'inchiesta... Che va avanti da allora.Cinque giorni fa i quattro poliziotti del caso Aldrovandi sono stati rinviati a giudizio per omicidio colposo.La notizia, completamente ignorata dai media, ci è giunta per vie traverse... Ora sappiamo che ci sarà un processo e Paolo Forlani, Enzo Potani, Luca Pollastri e Monica Segatto, i quattro agenti, sono imputati del p. e p.  dagli art. 113, 51, 55, 40 cpv 589 c.p. perchè, in cooperazione tra loro e consapevoli ciascuno della condotta altrui, in qualità di agenti
componenti le volanti alpha 2 e alpha 3, hanno "ecceduto" nei limiti dell'adempimento di un dovere.  In particolare i quattro poliziotti sono stati rinviati a giudizio per:1) nell’avere omesso di richiedere immediatamente l’intervento di personale sanitario per le necessarie prestazioni mediche a favore di Federico Aldrovandi descritto dagli stessi agenti in stato di evidente agitazione psicomotoria; 2) nell’avere in maniera imprudente ingaggiato una colluttazione con Federico Aldrovandi al fine di vincerne la resistenza eccedendo i limiti del legittimo intervento; in particolare, pur trovandosi in evidente superiorità numerica, percuotevano Federico Aldrovandi in diverse parti del corpo facendo uso di manganelli (due dei quali andavano rotti) e continuando in tale condotta anche dopo l’immobilazione a terra in posizione prona; 3) nell’avere omesso di prestare le prime cure pur in presenza di richiesta espressa da parte di Aldrovandi che in più occasioni aveva invocato “aiuto” chiedendo altresì di interrompere l’azione violenta con la significativa parola “basta”, mantenendo al contrario lo stesso Federico Aldrovandi, ormai agonizzante, in posizione prona ammanettato, così rendendone più difficoltosa la respirazione; 4) cagionato o comunque concorso a cagionare il decesso di Federico Aldrovandi determinato da insufficienza cardiaca conseguente a difetto di ossigenazione correlato sia dallo sforzo posto in essere dal giovane per resistere alle percosse sia alla posizione prona con polsi ammanettati che ne ha reso maggiormente difficoltosa la respirazione in Ferrara il 25 settembre 2005.Una brutta vicenda quella di Federico, una storia che però, per fortuna, ha avuto parecchio interesse da parte delle persone. In tanti si sono mossi affinchè tutto questo non venga dimenticato o chiuso in un cassetto, come già in precedenza si è tentato di fare con gli atti processuali riguardanti Carlo Giuliani... Un pensiero particolarmente carico di affetto va alla coraggiosa madre di Federico, Patrizia, che ha lottato affinchè la verità venisse a galla... e non si è mai arresa, nenanche quando tutto sembrava perduto...