PrecariComuneVerona

Al peggio non c'è mai fine


Dopo aver assistito all’incontro sindacale di ieri sera pensiamo proprio che la situazione del precariato nel Comune di Verona sia molto peggiore di quanto potessimo immaginare. Ebbene sì, al peggio non c’è mai fine! Comunque dobbiamo guardare avanti, mollare la comoda posizione che abbiamo tenuto fino ad oggi ed affrontare i sacrifici che ci si prospettano. Proprio così, avete capito bene. Questo il pensiero di un “collega” della rsu che, in modo da noi forse male interpretato, ci descrive l’attuale situazione e ci spinge (forse a causa del suo status di appartenente alle forze dell’ordine) al sacrificio per il bene comune. A noi appare paradossale la situazione che stiamo vivendo. Intanto partiamo dalle nostre colpe: essere in 70 al 1 dicembre in un incontro in cui si discutono le sorti di circa 250 persone (ma i numeri si sa vanno e vengono) è forse lo smacco più grande. Brucia il fatto che ci sia chi, tra noi, crede di poter risolvere la situazione attraverso soluzioni ad personam o che teme ritorsioni per la semplice partecipazione ad un assemblea sindacale (ma più che lasciarci a casa che possono fare?). Ma di più brucia il timore che qualcuno all’interno della rsu solo in apparenza possa tenere a questo problema e sia orientato a proseguire altre trattative (decentrato etc.). E lo faccia sedendosi al tavolo con un’amministrazione definita sorda (e questa volta dalla rsu al completo) alla situazione di noi precari e che passa sopra al fatto che molte famiglie dal 1 gennaio 2009 avranno un salario in meno.  Ma forse siamo solo cattivi. Sicuramente dobbiamo essere grati a questi colleghi che (chi più, chi meno) portano in qualche modo avanti la causa. Ma è possibile fare di più? Certamente, e allora muoviamoci in primis noi perché ormai non ci sono più carte da giocare. In attesa della conferenza stampa indetta dalla rsu, la prima di alcune azioni da intraprendere insieme per sensibilizzare l’opinione pubblica, cerchiamo di compattarci. Almeno un giorno prima che ci caccino via.